XXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Domenica 23 agosto 2015

XXI domenica del tempo ordinario (B)

Adesione incondizionata, perché Gesù ci ama sino alla croce!

“Commento di don Franco Galeone”

(francescogaleone@libero.it)
Fede è rinunciare ad ogni ambizione

Partiamo da una constatazione: la diminuzione (speriamo solo quantitativa!) dei credenti; le statistiche ci descrivono chiese spopolate, seminari vuoti, sacramenti disertati, matrimoni annullati … Siamo di fronte alla dissoluzione del cristianesimo? Hanno ragione quanti ritengono che i cristiani sono una “specie protetta” perché in estinzione? Quando il popolo cristiano tradizionale perde lungo la strada le ragioni della propria appartenenza, è destinato a disperdersi. Ritorna attuale la pagina del vangelo ascoltata: molti discepoli abbandonano Gesù, rimangono in dodici, un piccolo gruppo, e a loro Gesù pone una domanda patetica nella forma e terribile nella conseguenza: “Forse anche voi volete andarvene?”. E nella risposta di Pietro “Signore, tu solo hai parole di vita eterna. Da chi andremo?”, troviamo la motivazione della nostra fede. Le altre motivazioni contano poco. Forse per acquistare la vera fede occorre perdere un certo tipo di fede! Nella risposta di Pietro c’è la rinuncia implicita alle visioni politiche, trionfalistiche, religiose del messianismo ebraico, e c’è l’accettazione del Gesù, del servo sofferente, che prende su di sé i peccati del mondo e li brucia nel suo amore. Finché Gesù accontentava le folle e gli stessi discepoli, il consenso era grande; ma quando all’orizzonte si allungano le ombre della morte, Gesù rimane solo. Ma la fede è proprio rinuncia ad ogni ambizione, ad ogni ricerca di potere, ad ogni presunzione di autosufficienza.

Volete andarvene anche voi?

Siamo alla fine di una faticosa giornata: Gesù ha moltiplicato i pani, e ora propone se stesso come “pane di vita”; se prima la folla gli era corsa incontro festante, addirittura con l’intenzione di farlo re, ora invece la folla lo abbandona davanti a quel “linguaggio duro”. Alla fine, attorno a Gesù restano solo i dodici, e Gesù, in un moto umanissimo che sa di stanchezza e delusione, pone quella radicale domanda: “Volete andarvene anche voi?”.  Lo scrittore Luigi Cantucci ha pubblicato una suggestiva vita di Cristo, intitolata appunto Volete andarvene anche voi? Quella domanda scende come una lama rovente, divide in due i seguaci di Gesù e la stessa predicazione di Gesù. Il cardinale Martini in una sua predica parlava di “guado di Cafarnao” da varcare, perché non possiamo giocare con il cristianesimo; noi corriamo il reale pericolo di vivere nella “cristianità” ma non nel “cristianesimo”, di vivere cioè in una religiosità da scenario, piena di giocattoli religiosi, di sacre finzioni. Insomma, in una religiosità leggera, piena di nascondigli e di compromessi, part-time, con il piede in due staffe. O Dio o gli idoli! O la Parola o le parole! Noi preferiamo ricamare cavilli attorno al “linguaggio duro”, fare i nostri calcoli, quanti i vantaggi e quali gli svantaggi.

Questo linguaggio è duro

Ma con Gesù non si fanno buoni affari, non si ottengono privilegi, non si fa carriera; attorno a Gesù tira brutta aria, aria di ostilità, aria di processi e di condanne. Eppure quanta vittoria in quella sconfitta, quanta gloria in quella vergogna, quanta vita in quella morte! Non c’è posto per le acrobazie morali”. “Questo linguaggio è duro”. Questa durezza del vangelo si nota soprattutto in campo morale. Siamo chiamati ad essere veritieri, e la menzogna ci fa compagnia. Siamo invitati a essere puri di cuore, e siamo impigliati in scabrosità sentimentali; siamo invitati ad amare i nemici, e non riusciamo ad amare neppure i nostri genitori e gli amici. Ricordiamolo: anche chi sceglie di restare con Gesù, lo deve fare ogni giorno, con gioia; non si tratta di un semplice “restare”, come il figlio maggiore della parabola; la fedeltà è cercare, scoprire, stupirsi. La fedeltà non è una catena al piede, non è la fase successiva all’innamoramento: si può restare fedeli solo se si resta innamorati. Un prete a ottant’anni non è fedele perché è invecchiato senza abbandonare il suo posto, ma perché sale i gradini dell’altare a passo di danza, come la prima volta, anche se sorretto da un altro. Il suo Dio lo rende giovane nello spirito!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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