XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)

Domenica 18 ottobre 2015
XXIX domenica del tempo ordinario (B)
Siamo salvati da Gesù, crocifisso e risorto!
“Commento di don Franco Galeone”
(francescogaleone@libero.it)

Potere di più per servire di più
1. Domenica scorsa una riflessione sul denaro, questa domenica una riflessione sul potere. Anche il potere, come il denaro, non è necessariamente cattivo; Dio stesso è definito l’onnipotente, e il salmo 62 dice che a Dio appartiene il potere. L’uomo, però, ha trasformato il potere in dominio sugli altri, e Dio, per correggere il nostro cattivo potere, si è spogliato della sua onnipotenza e si è rivestito di impotenza “assumendo la forma di servo”. Attenzione, però, a non parlare del potere in termini classisti; non sono solo i tiranni e i dittatori a sedere sul banco degli accusati, ma anche noi; il potere ha infatti infinite manifestazioni: entra dappertutto come quella finissima sabbia del deserto. Se non comprendiamo questo, saremo sempre pronti a denunciare le colpe collettive o passate, e non quelle presenti e personali. Il vangelo propone una via di uscita: trasformare il potere in servizio; il potere conferisce autorità, ma il servizio conferisce qualcosa di più: autorevolezza.

Non sapete che cosa chiedete!
2. Gli apostoli Giovanni e Giacomo avevano chiesto di sedere uno alla destra e uno alla sinistra di Gesù, suscitando lo sdegno degli altri apostoli. I due discepoli si preoccupavano di arrivare prima degli altri. Particolare importante: i primi posti tante volte sono prenotati, meglio, rubati proprio da gente religiosa. Gesù dice che gli apostoli devono fare esattamente l’opposto: “Tra voi non è così”. Osservazione importante: il verbo è un indicativo presente, cioè non si tratta di un augurio e nemmeno di un comando, ma è un presente costituzionale, cioè il primo articolo della Costituzione cristiana deve recitare così: “Ognuno è il servo di tutti”. E dopo avere presentato il modello da non imitare (i capi, i notabili, i potenti), Gesù presenta se stesso quale ideale cui riferirsi: Gesù ha il potere in quanto è servo, la gloria in quanto si è abbassato, la regalità in quanto è il crocifisso.

L’autorità nella chiesa
3. Il tema dominante è “servire”. Un tema impopolare, perché oggi il paradigma dominante, vincente, esalta la competizione, madre di tutte le cose, come scriveva il filosofo del divenire. L’educazione alla competizione inizia in famiglia con i premi, continua nella scuola con i voti. Non pochi hanno teorizzato questa realtà della aggressività, da Eraclito a Democrito, da Hobbes ai moderni tiranni: “Homo homini lupus” si sostiene. Altri hanno invece messo in luce la natura razionale, socievole, sociale dell’uomo, dalla Bibbia (“Non è bene che l’uomo sia solo”) ad Aristotele (l’uomo è un “vivente politico”), da Seneca (“homo res sacra homini”) a Lévinas (l’uomo è un “essere per e con gli altri”), da E. Mounier (umanesimo “personalista e comunitario”) a B. Buber (l’uomo possiede una “struttura dialogale”).

Il papa: “servus servorum Dei!”.
4. La novità è che Gesù non si limita ad enunciare un precetto astratto ma ne dà per primo l’esempio; quello di Gesù non è l’impersonale moralismo di un qualsiasi saggio, ma gronda esistenza, è amore in atto, le cui espressioni più suggestive sono la lavanda dei piedi e la croce sul Calvario. Da qui l’efficacia eterna del suo messaggio. Perciò il “servizio” è uno dei criteri sui quali il cristiano è chiamato a verificarsi: poco servizio = poco amore, poco vangelo, poco cristianesimo. Quanti cosiddetti cristiani seguono Gesù per carriera, per successo, per professione, per guarigioni … La vanità non ha né colore né sapore, è uguale in ogni ambiente politico e militare, religioso e togato, maschile e femminile; quante fatiche per guadagnare mezzo metro di precedenza, un grado in più, un nastrino, una stelletta, una patacca, un titolo … Noi italiani, così pare, siamo particolarmente predisposti alla megalomania; la vanità è nel nostro DNA, iscritta nel nostro corredo genetico. Già lo notava lo storico meridionalista S. Jacini nel lontano 1800: “Il vero nemico dell’Italia è la nostra colossale ignoranza, le moltitudini analfabete, i burocrati-macchine, i professori ignoranti, i politici bambini, i diplomatici impossibili, i generali incapaci, l’operaio inesperto, l’agricoltore patriarcale, la retorica che ci rode le ossa”. Altro che popolo di santi, di navigatori, di artisti! Ogni autorità deve imitare quella del Cristo; il primato del papa è un primato di funzione, di servizio, di esemplarità. Nel cristianesimo non ci sono onori ma responsabilità, non presidenze ma servizi, non poltrone da coprire ma fratelli da ricoprire, non professionisti di carriera ma dilettanti di amore. Diceva Ignazio di Antiochia che, se primati ci devono essere, uno solo è accettabile: “il primato e la presidenza dell’amore”. Il titolo più bello con cui i papi abbiano firmato i loro documenti è “servus servorum Dei!”. Non andiamo, quindi, a caccia di onori; non aspettiamoci riconoscenza; non contiamo sul successo. Come cambierebbero le nostre famiglie, le nostre scuole, le nostre parrocchie, i nostri governi… se coloro che vogliono essere i primi, si facessero i servitori e gli ultimi! Cristo ha trionfato attraverso il fallimento, il tradimento, la morte: “Regnavit a ligno Deus”. Buona vita!

NB. Per quanti sono interessati, ricordo che ogni ultimo sabato, a partire dal 31 ottobre, riprenderà la celebrazione dell’Eucaristia in lingua originale del Signore, secondo il rito cattolico, presso la Sala G. Moscati (Parrocchia “Buon Pastore”- Caserta), alle ore 17.00. Queste le date:

2015: 31 ottobre; 28 novembre; 26 dicembre;
2016: 30 gennaio; 27 febbraio; 26 marzo; 30 aprile; 28 maggio; 25 giugno.

Un tempo di forte spiritualità
per riflettere sul profeta Isaia

אִמְרוּ֙ לְנִמְהֲרֵי־לֵ֔ב חִזְק֖וּ אַל־תִּירָ֑אוּ הִנֵּ֤ה אֱלֹֽהֵיכֶם֙ ה֥וּא יָב֖וֹא וְיֹשַׁעֲכֶֽם׃

Dite agli smarriti di cuore: Coraggio! Non temete!
Ecco il vostro Dio! Egli viene e vi salverà (Is 35,4).
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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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