Associazione Giornalisti Valle del Sarno
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Città di Scafati: Croce al Valor Militare e Medaglia d’oro alla Resistenza†è l’insegna che campeggia in
delibera di giunta. L’impatto è forte, ha signifcato profondo, di ampio valore morale e civile. Insomma, dÃ
subito il senso dell’appartenenza e dello spessore della comunità scafatese.
Eppure chi rappresenta
morale. Forse non ci si è resi conto del colpo inferto alla libertà di espressione del pensiero, che appare
mortifcata dalla delibera di giunta comunale, la n. 308 del 28.12.2011, avente per oggetto esposto-querela
nei confronti di alcuni organi d’informazione e degli autori di singoli articoli, con azione di querela e
risarcimento danni.
La formulazione e l’approvazione dell’atto suonano come una grave offesa verso la libertà di stampa e
verso il diritto della popolazione ad essere informata.
La delibera in questione appare come un monito per chi svolge la professione di giornalista in Scafati; una
sorta di bavaglio, a protezione del
estrema cautela. Invece il decisionismo e il senso del comando sono prevalsi su chiari e conclamati valori
etici e morali che regolano la vita del giornalista. La delibera è stata approvata, instaurando formalmente,
ovviamente con soldi pubblici, un meccanismo perverso che ha tutta l’aria di voler intimidire chi esercita
un mestiere delicato e diffcile, arrivando quasi a sottintendere un inammissibile setaccio per stabilire la
dignità penale e civile delle informazioni giornalistiche.
C’era forse bisogno di una delibera di giunta dal sapore spettacolare ed intimidatorio, ci chiediamo, per
perseguire con atto giudiziario una corrispondenza, uno scritto, un servizio radio-televisivo ritenuti
offensivi o lesivi per l’Ente?
Ci sforziamo di credere che, nella fattispecie, possa essersi trattato di un errore solo amministrativo.
D’altra parte crediamo che esistano abbondantemente gli strumenti per tutelare l’immagine di un Ente che
– a torto o a ragione – si sente vittima di campagne giornalistiche. Perché allora non utilizzare l’istituto
della rettifca o – meglio ancora – rivolgersi all’Ordine dei Giornalisti per lamentati, se ve ne sono stati,
abusi deontologici?
Crediamo che la querela rappresenti un segno di debolezza e non di forza da parte di chi la istituisce e se
ne serve quando si parla d’informazione di Enti pubblici, perché essa ha tutta l’aria di voler essere una
sorta d’intimidazione. Il giornalista deve svolgere il suo compito, informando la gente, l’opinione pubblica,
unico padrone da servire, usando la massima attenzione, rispettando le regole deontologiche della
professione.
Perciò al primo cittadino si chiede di fare un passo indietro, ritirando tale delibera ed utilizzare in
subordine i canali indicati. La mossa non apparirà come un senso di debolezza nei riguardi dei giornalisti,
ma di forza sia nei riguardi dell’informazione – che deve continuare a svolgere deontologicamente il
proprio lavoro – sia nei riguardi della comunità scafatese che vuole continuare a vedere la casa comunale
come un palazzo di vetro, trasparente in tutto.
Un’informazione senza anacronistiche barriere onorerà di certo al meglio quanto eroicamente conquistato
e sancito con l’insegna
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Città di Scafati: Croce al Valor Militare e Medaglia d’oro alla Resistenza†è l’insegna che campeggia inpro tempore il Comune di Scafati è incorso in un errore che mortifca tale marchiopadrone del vapore, in una situazione in cui il buon senso avrebbe richiesto“Città di Scafati: Croce al Valor Militare e Medaglia d’oro alla Resistenzaâ€.
(Salvatore Campitiello)
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