AVERSA -APERTURA DI ALTO PROFILO DELL’ANNO SOCIALE DEL MEIC
Prof. Raffaele Raimondo
cronista free lance
Via A.Diaz, 33
81046 GRAZZANISE (Caserta)
tel 0823-96.42.12 – 340-500.67.64
e-mail: raffaeleraimondo1@virgilio.it              COMUNICATO-STAMPA dell’8 ottobre 2011
                   Con gli autorevoli interventi del vescovo Spinillo, del teologo Zuccaro e della prof Capone
AVERSA: APERTURA DI ALTO PROFILO DELL’ANNO SOCIALE DEL MEIC
            Esaltato l’impegno dei cristiani “stranieri-commensali-servi-cittadini†nel nostro
                   tempo alla deriva: sempre aperto il “cantiere di Dioâ€, ma non “per sempreâ€â€¦
(Raffaele Raimondo) – Profondamente illuminante e coinvolgente la conferenza di venerdì 7 ottobre presso la Pinacoteca del Seminario vescovile organizzata dal Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) per l’apertura dell’anno sociale 2011-2012. “Eucarestia: pane spezzato per la città â€: su questo tema, nient’affatto paradossale e che coniuga entrambe le dimensioni (verticale ed orizzontale) della spiritualità , si sono registrati contributi di alto profilo religioso e sociale offerti dalla prof.ssa Rosaria Capone (con un ampio intervento introduttivo denso di cultura e di autentica passione civile), dal rettore dell’Università Urbaniana di Roma Cataldo Zuccaro (che ha tenuto una relazione agile, fruibilissima, quanto solida sul piano teologico e politico-sociale) e dal presule mons. A. Spinillo (con un discorso conclusivo soprattutto improntato alla riscoperta del carattere comunitario che deve prevalere nei pensieri e nelle opere ispirate dalla fede). Una sfida per la necessaria rigenerazione morale ed ecclesiale, insomma. Una sfida che il segretario generale del Meic e gli aderenti aversani, caivanesi e frattesi presenti alla conferenza hanno ascoltato ed apprezzato con tangibile e grande vantaggio. L’asse della discussione s’è soprattutto sviluppato nell’emblematico e quadruplice passaggio su cui può misurarsi la storia individuale e collettiva dei credenti in Cristo: da stranieri a commensali e, poi, da servi a cittadini. Illustrando lucidamente tale prospettiva, il teologo Zuccaro ha tracciato un percorso convincente e, benché difficile, coinvolgente. Nel corso del dibattito l’out-put positivo del pubblico presente, in un’atmosfera di vera condivisione concettuale e di coscienza, perfino severa, del cammino che c’è da percorrere, proprio tenendo conto della follia divergente del mondo in cui viviamo e delle contraddizioni che attraversano ambedue le sfere, individuale e collettiva, poste insistentemente a confronto con l’interiorità spesso tormentosa e con il vasto contesto esteriore che ha urgente necessità , oggi più che nel passato, di assicurare “più diritti non potenti, ma a coloro che hanno più bisogniâ€. “Gesù, col suo sacrificio, ci ha donato una sorta di permesso di soggiorno – ha spiegato, fra l’altro, con un’incisiva metafora il teologo – , ma ciascuno di noi sa di doversi impegnare a fondo per ottenere il passaporto†della salvezza. E in questo orizzonte -ha poi ribadito il prof. Zuccaro- “il cantiere di Dio è sempre aperto, ma non per sempreâ€. Ad un certo e ignoto punto della storia del mondo, il Figlio Unigenito ritornerà e farà fiorire i semi che ciascun suo fedele ed ogni comunità locale han saputo mettere a dimora, specialmente a vantaggio degli “ultimiâ€. Amabilmente parlando a chiusura dell’incontro, il vescovo di Aversa non ha esitato a lanciare il suo monito a sfavore di una “cultura dell’individualismo religioso†ancora dominante, auspicandone il graduale superamento per riprendere e concretamente vivere il concetto diâ€popolo di Dioâ€. Un popolo di cittadini responsabili e capaci insieme di “amare la città â€, nelle sue mille articolazioni e strutture, ma specialmente nella realtà umana che la sostanzia, sicché ciascuno e tutti si sentano davvero partecipi di ogni positivo palpito che si avverte e seriamente si propone per il “bene comuneâ€.
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