Capua –E’ stata inaugurata al Museo Civico d’Arte Contemporanea MAC “Terra di Lavoroâ€
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E’ stata inaugurata al Museo Civico d’Arte Contemporanea MAC “Terra di Lavoroâ€, via Asilo Infantile, la mostra d’Arte dell’artista Pasquale Monaco dal titolo “Dal profondo io al trascendenteâ€, curata e presentata da Carlo Roberto Sciascia; l’esposizione, che gode del patrocinio del Comune di Capua, della Pro Loco di Caserta e dell’Associazione Culturale “Ars Supra Partesâ€, è stata presenziata dal direttore artistico del MAC M° Luigi Brandi. Nel corso dell’inaugurazione si è tenuto un intervento del M° Gabriele Marino. La mostra proseguirà fino al 21 maggio 2011.
Pasquale Monaco è un artista che usa il mezzo fotografico per realizzare opere d’Arte generalmente astratte delle quali è difficile individuare l’oggetto ritratto, ma grazie al quale la mente può vagare ed esplorare gli arcani mondi dell’inconscio, riflettendo sulla stessa essenza umana e sull’infinito; infatti, così come non svela un pittore la tecnica utilizzata per ottenere una particolare sfumatura o uno speciale effetto, l’artista non rivela l’oggetto fotografato in quanto lo stesso non rappresenta altro che l’occasione per addentrarsi verso un mondo animato da figure misteriose e scenografie conturbanti, segni che si ripetono e cromatismi dal sapore ancestrale in un processo altamente controllato dagli effetti estetici intensi e dalle accezioni profonde.Â
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“Avete mai giocato ad osservare le nuvole in cielo per individuare in quel continuo evolversi di ammassi di grigi, bianchi e profondi blu forme, rese reali dall’immaginazione, le quali si trasformano progressivamente in altre e poi in altre ancora? – ha affermato nella sua presentazione, intitolata “Il sistema dinamico del subconscio umanoâ€, il critico d’Arte Carlo Roberto Sciascia – Ebbene, in quella progressiva <purificazione delle forme> si è di fronte a composizioni <significanti> a molti livelli, le quali offrono la suggestione di una molteplicità di <significati>, significati che, al di là di suggerire l’idea di irregolarità ed eterogeneità generalizzata, generano sensazioni nel fruitore che vanno oltre la negazione di ogni tipo di connessione e/o coesione, esibita attraverso l’isolamento di un evento non comunque commensurabile, per realizzare elementi di vero espressionismo astratto. In questo ambito, a mio avviso, si pongono le opere fotografiche di Pasquale Monaco che varcano gli epitomi formali oggettuali ‘indubbia importanza estetica per assurgere a vere percezioni mentali di valore filosofico e poetico. Evidente è la differenza tra lo stile enigmatico di Monaco (le fotografie non sono manipolate né nel loro negativo, né a livello di stampa, né con l’aggiunta di effetti speciali, né al computer, né con altri interventi; sono semplicemente stampate secondo un opportuno taglio, frutto dell’originale sensibilità dell’artista) e quello dei fotografi tradizionali dallo stile artistico figurativo. Ogni suo scatto si presenta, infatti, <effusione romantica e genuina> di un atto creativo istintivo e spontaneoâ€.
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Le sue opere, quindi, si aprono verso drammi esistenziali e descrivono eventi apparentemente caotici, ma fortemente coinvolgenti. Siamo di fronte ad opere dalla notevole armonia compositiva di ogni elemento puro, la quale crea ordine dal caos.
A volte, infatti, le sue opere appaiono quali fotografie di nebulose e galassie scattate con un teleobiettivo astronomico altre di strutture molecolari al microscopio, altre di una esplosione nucleare, altre di microbiologia; in effetti quello di Pasquale Monaco è un tentativo di presentare le <pulsioni> di un sistema dinamico quale è il subconscio dell’uomo, proposto nei suoi slanci più spontanei ed apparentemente caotici simili in qualche modo a frattali in correlazione misteriosa ma stretta con la struttura della mente umana e, per questo, familiare a tutti.
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“La costruzione finale è <algoritmica> – precisa il critico C.R. Sciascia – e pare ottenuta iterando un elemento con notevole <auto-similarità > omotetica che rende il messaggio più sostanziale, cioè in grado di spaziare – adottando l’apparente caos – anche in discipline completamente differenti quali la musica la poesia, l’architettura, .., vive in una dovizia di particolari rilevanti e <deposito> di immagini di efficienza infinita, scaturenti da un intreccio di linee e cromatismi che si rifà alla geometria frattale e alle <esplosioni disorganizzate di energia casuale>. Pasquale Monaco in questo si avvicina al movimento dei <frattalisti>, perché realizza opere nelle quali <tutto brulica, vibra, s’attorciglia, brilla, sprizza, esulta, sobbalza, danza, volteggia, palpita, sfarfalla, turbina; veniamo precipitati dentro vortici, ritmi e turbinii come se la testa fosse dentro il cestello della lavatrice: tutto si muove, tutto gira e in tutte le direzioni> (Henri-Francois Debailleux, critico d’arte teorico dei frattalisti) e <senza copiare la natura riproduce quanto di più selvaggio, irrazionale e irregolare esiste nella natura stessa, vista nel suo divenire, nella sua essenza, piuttosto che nella sua apparenza> (Dalva de Abrantes, presentatore del gruppo Gruppo Internazionale di Arte Frattale). Ma il <taglio> che egli offre nelle sue fotografie è puramente mentale e ricco di
intuizioni: le immagini di Pasquale Monaco si presentano come un caotico intreccio di segni colorati, in cui è possibile nella libera interpretazione di linee, forme e colori intuire anche qualche forma, ma che rappresenta una realtà psichica dalla struttura ritmica e dai contenuti emozionali intimi.
L’insieme dei segmenti ripetitivi appare come un processo, che trasforma continuamente l’idea stessa in un carattere dinamico-spaziale che emerge con forza in un’espansione della materia conducente verso la sovrapposizione e contrapposizione di frammenti continuamente variabili su uno sfondo intenso che amplifica la poetica dell’insieme in un tormentoso scavo psicologico nella ricerca di un linguaggio che, nella sua essenzialità , risponda soltanto a un criterio di necessità interiore e si realizza nell’immediatezza visionaria di un’intuizione che affonda una parte preponderante delle sue radici nella soggettività incondizionata di Pasquale Monaco, nei suoi stati d’animo, nella sua essenza di uomo liberoâ€.
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Di fronte alle opere di Pasquale Monaco il pubblico rimane sconcertato. Da un lato avverte la sfida dell’artista che penetra in arcani ambiti dal sapore intenso e misterioso, dall’altro si sente coinvolto in visioni dalla forte spazialità e dall’intenso rimando psicologico. Quando, poi, Monaco inizia a giocare con i riflessi, le trame del visibile accolgono in sé valenze sconosciute e stimolanti … e l’intricato sistema psichico della mente umana si avventura negli spazi infiniti del cosmo alla ricerca del trascendente.
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