CASERTA. 25 APRILE: RICORRENZA 66° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE.
di Paolo Pozzuoli
A distanza di circa 45 giorni dall’8 marzo, giornata che ci ha consentito di vivere due ricorrenze, il carnevale e la Giornata internazionale della donna, ci stiamo preparando a viverne la seconda, particolare e significativa, il 25 aprile, che parimenti coniuga due ricorrenze, lunedì in Albis e 66° anniversario della Liberazione, in attesa della terza che cadrà il 1 maggio. Importante non scadere nel banale e cercare di non privilegiarne l’una per trascurarne l’altra. Secondo tradizione, il lunedì in Albis, volgarmente noto come ‘pasquetta’, è la classica giornata che viene avvertita come ‘liberatoria’ – immancabili le gite fuori porta seguendo percorsi enogastronomici e/o cercando un tranquillo angolo verde dove poter sistemare gli immancabili barbecue su cui arrostire i più disparati misti di carne – dopo aver preso parte e seguito con fede i sacri riti che caratterizzano la settimana di quaresima prima e la santa dopo che termina con la Resurrezione del Dio vivente. Ricorderà il popolo festaiolo e bucolico di giornata che va innanzitutto celebrata e sentita la ricorrenza dell’anniversario della Liberazione? Sono trascorsi – è vero – ben sessantasei anni da quel 25 aprile del 1944 quando dai nostri nonni, dai nostri genitori è stata vergata la prima pagina di un’altra Storia, della nuova Storia che si apprestavano a vivere. Come dire l’inizio di una primavera con la quale si cominciava ad avere dimestichezza. Sanciva quel 25 aprile la fine di una storia, di un partito, di un regno e la resa dei protagonisti, chi arrestato, chi trucidato, chi sulla via dell’esilio. Quasi un monito per la generazione del tempo in mezzo ad un passato da dimenticare ed un presente ed un futuro da non evitare di commettere gli errori costati guerre, distruzioni, miseria, morti. Benvenuti nuovi alleati che ci consentirono – dopo altre gravi perdite – di coniugare libertà e democrazia, parole forse bandite, scomparse dalle pagine dei lessici. Più che dalle pagine molto avare dei rari testi in circolazione, soltanto dalla viva voce di alcuni protagonisti e dai racconti di chi aveva a sua volta appreso ed oralmente riferito è stato possibile venire a conoscenza sugli episodi accaduti nella Valle del Volturno, in pieno territorio dell’allora Villa Volturno (Bellona e Vitulazio), che, di fatto, costituirono la PRIMA resistenza (…da qui, dopo aver lasciata Salerno, cercavano di rientrare nella loro Patria divisa in due i militari della 16^ SS. Panzer Division Reichfuhrer) con altre scaramucce, altre rappresaglie, altre perdite, altri lutti. Troviamo dunque un momento per poter riflettere e rivolgere un vivo pensiero ed una profonda gratitudine a quei poveri eroi, tanti sconosciuti e/o ignoti, che, immolatisi sull’altare della vita, contemporaneamente hanno consentito di liberarci da biechi e disumani oppressori, affrancarci da una barbara dittatura e regalarci una libertà ed una democrazia mai gustate prima.
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