Caserta. Con la S. Messa solenne (ore 6.00), in Piazza S. Anna, presieduta da S. E. Mons. Pietro Farina, Vescovo della diocesi, e la ‘peregrinatio’ della Santa per le vie della Città, si sono conclusi i festeggiamenti in onore della Patrona di Caserta.

 

di Paolo Pozzuoli

Allo scoccare delle 2.00, lo scoppio netto e diffuso di una bomba carta ha annunciato il giorno della festa, il giorno in cui, rispettando l’antica tradizione che lega il popolo casertano al culto di S. Anna, Patrona della Città, la statua, sistemata su di un carro artistico ed essenziale al tempo stesso alla cui preparazione – con i fiori di Celestino Marinaccio – si è dedicato lo staff della ditta D’Errico da Grumo Nevano, viene portata dagli acccollatori, nel caratteristico completo giallo-oro (polo) e verde (pantaloni per gli uomini e gonne per le donne), in solenne processione, una ‘peregrinatio’ di fede, lungo nuovi itinerari perché a tutti indistintamente venga concesso di poter adorare e venerare la Santa che porta a ciascuno, direttamente, la materna benedizione. A partire dalle ore 5.00, è tutta una inconfondibile alternanza sonora di chiavi che girano nelle toppe e di tacchi che calpestano il selciato:  è il segno dei fedeli che si affrettano a raggiungere Piazza S. Anna, piena all’inverosimile, al fine di partecipare – ore 6.00 – alla solenne Eucaristia (vogliamo ricordare che, per dare la possibilità d’essere seguita da quanti ne sono impediti, è stata trasmessa in diretta sia da Radio Alce Stereo – 88,150 Mhz in FM, sia da TV Luna) presieduta da S. E. Mons. Pietro Farina, guida spirituale della Diocesi di Caserta, giunto in piazza al centro di un corteo dove si notavano la guida istituzionale-amministrativa, dr. Pio Del Gaudio, ed il gonfalone della nostra Città, concelebrata dal Rettore del Santuario, don Giovanni B. Gionti, dal vicario, don Antonio Zhang, e dai parroci don Salvatore Frengo, don Biagio Saiano e Padre Manfredi, con i diaconi don Enzo Carnevale, prossimo presbitero, don Luigi Caputo e don Angelo Vinciguerra, e la Corale parrocchiale.  In un contesto così incredibilmente toccante,  si sono avvertite emozioni forti, intense, sentite. Un qualcosa di unico, di indescrivibile: dalle parole di Mons. Farina all’omelia, tutte sulla fede ‘chiediamo a S. Anna di intercedere presso il Signore per conservarci nella fede, il grande dono che ha fatto a tutti noi, un dono di grande valore che dobbiamo custodire, alimentare e soprattutto conservare perché con il tempo le cose cambiano, si trasformano, non sempre in positivo; la Parola di Dio, ascoltata, rafforza la fede, una volta efficace e fruttuosa’, sull’attenzione costante riservata ai giovani, poco o male indirizzati dalle famiglie ai sacramenti ‘i giovani, secondo i dati del CENSIS, vivono molto il presente e nel presente sicché, presi come sono dal vortice del consumismo, la loro attenzione è tutta riversata al presente e non in prospettiva come recita la preghiera di questa mattina <effondi su  di noi, Signore, la tua misericordia perché usiamo i beni della terra nella continua ricerca dei beni eterni>; questo significa vivere in una forma non umana: chiediamo a S. Anna di intercedere presso il Signore per conservarci nella fede e ci aiuti a farci vivere nel Signore per il bene nostro e dei nostri fratelli’,  sull’importanza del rinnovamento del popolo e del comportamento di ciascun cristiano ‘anche se è difficile rinnovare l’uomo vecchio che è in noi, dobbiamo tendere a Lui con la nostra passione se sappiamo a cosa andiamo incontro; nessuno deve parlare e riportarsi a tradizioni che non hanno più senso perché la tradizione, se necessaria, continua nel tempo; e se l’espressione della nostra fede è legata alla nostra mentalità e questa cambia, dobbiamo aggiornarci e dimostrare nuove forme di fede nell’ascolto della Parola di Dio; il nostro popolo deve ricominciare a partecipare con il silenzio, la genuflessione, l’adorazione verso il Signore; durante ogni celebrazione – che è il momento più alto di ogni celebrazione di fede – si sta in silenzio’; alle mosse ritmate del suono intenso ed orecchiabile degli strumenti dei componenti la banda musicale, a quelle del ritmo dolce, affettuoso, devoto, ondeggiante, posto in essere dagli accollatori sotto il carro, al saluto della Città alla Santa con lo stendardo  piumato all’estremità che sfiora più  volte – quasi un’affettuosa carezza – il volto di S. Anna, una statua modellata – quant’arte,  quanta  spiritualità,  quanta ispirazione diffonde -  da mani guidate dall’Artista celeste. Volendo, infatti, cogliere ogni minimo particolare, non è difficile intuire che S. Anna, le cui rughe sul volto sono quelle dell’età, è a conoscenza della volontà, del disegno del Signore per  la sua piccola sulla quale riversa uno sguardo buono, amorevole; e la sua mano non stringe affatto quella di Maria per tenerla stretta accanto a sé, nell’ansia e nel timore che possa sfuggire, ma è sul punto di staccarsi, per consentirle di andare là dove è stata chiamata dal Signore. Di don Giovanni la conclusione ‘il ringraziamento a S. E. a nome di tutti e l’assicurazione che c’è la volontà, per quanto possibile, di fare del nostro  meglio; non dobbiamo delegare nessuno, ognuno sa qual è il suo posto da membro attivo della comunità; invitiamo tutti a partecipare al rinnovamento di fede e siamo a disposizione di tutti coloro i quali intendono collaborare e non di quelli che fanno solo chiacchiere e criticano; vogliamo, con l’occasione, interessare anche le autorità presenti per studiare assieme i problemi e cercare di risolverli assieme; è l’’augurio che faccio a tutta la comunità’ prima della benedizione solenne. 

    

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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