Erano come pecore che non hanno pastore.

IV Settimana del Tempo Ordinario
+ VANGELO (Mc 6,30-34)
Erano come pecore che non hanno pastore.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, gli Apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed Egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, Egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
L’uomo invece è mutevole, cambia parere e le opere secondo la percezione del momento, egli si lascia guidare il più delle volte dai sensi.
La compassione di Gesù la sperimentano tutti i suoi seguaci, almeno quelli che si sforzano di vincere l’egoismo e la pigrizia spirituale o accidia. È una lotta impegnativa per la solidità dei vizi presenti anche nei cristiani, e per limitare i vizi deve emergere la spiritualità di chi prega.
La preghiera è la medicina per sostenere qualsiasi sofferenza, solo la preghiera ottiene l’intervento di Gesù e della Madonna e gli aiuti affiorano. Se il disturbo arriva dai diavoli, con la preghiera essi fuggono e la vita ritorna serena.
Il riposo domenicale va vissuto con una prospettiva spirituale, innanzitutto si mettono da parte tutte quelle attività che ostacolano la propria Fede e il riposo dell’anima e del corpo. Il Comandamento afferma che la domenica bisogna dedicarla a Dio e a se stessi.
L’occupazione più importante è la seria dedizione alla propria anima per non dimenticarla e farla «ammalare».
Il riposo della domenica deve favorire una maggiore preghiera, è il tempo delle buone letture e delle opere di carità, della Messa e dei familiari.
«Venite in disparte in un luogo solitario, e riposatevi un po’».
Senza il tempo per meditare e conoscere meglio Gesù, la Fede non cresce e la preghiera rimane sterile. Nella necessità non c’è la capacità di pregare convenientemente e mancando la fiducia in Gesù non si potrà entrare in dialogo con Lui. Sarà solo un’illusa preghiera senza fondamento.
Molti cristiani non conoscono la vera spiritualità per indifferenza, altri perché non hanno trovato riferimenti spirituali. Molti vivono come se fare propria la spiritualità del Vangelo fosse un optional, un accessorio a richiesta e spesso si arriva a considerarla come superflua.
Oggi non si avverte più l’attrattiva verso Gesù Eucaristia, in poche parrocchie si svolge l’Adorazione Eucaristica. Non c’è più il «sentire» spirituale che attrae verso il Tabernacolo perché la Fede è diventata «liquida» come dice qualcuno e vivono senza Gesù.
Restare vicini a Gesù significa riempirsi del suo Spirito, pregare con amore, avvertire che Lui è veramente presente ed ascolta ogni nostro gemito.
Oggi Gesù ci parla dell’importanza del riposo e la necessità di santificare il riposo. Il Vangelo ci presenta Gesù che con molta premura dice agli Apostoli di riposare dopo un viaggio missionario. Qui vediamo l’equilibrio tra attività e riposo, si compensano armoniosamente nel cristiano attento alla vita spirituale.
Gesù ci indica la necessità di trovare ogni giorno momenti per il silenzio interiore ed esteriore. «Venite in disparte, in un luogo deserto».
Dalla preghiera si riceve una forte ricarica spirituale che si dona a quanti si incontrano o che la Madonna utilizza per la conversione dei peccatori.
Nella preghiera troviamo il migliore rilassamento spirituale che viene trasmesso al corpo e alla mente, perché la preghiera attira lo Spirito Santo ed è vera gioia, non si rimane mai delusi dopo avere pregato. Ci sentiamo più forti e sereni, sicuri dell’aiuto e della vicinanza di Gesù.
L’invito di Gesù è rivolto anche a tutti i laici, essi fanno parte del Corpo mistico e la loro preghiera è molto importante.
Solo pregando il cristiano comprende l’importanza della santificazione della domenica e compie tante opere buone, ma sono troppi a non preoccuparsi della propria salute spirituale, fisica e psichica. Le preoccupazioni verso l’esterno permangono nelle persone meno capaci di controllare gli impulsi interiori e anche i loro pensieri.
Sono in tanti a ritrovarsi deboli nell’anima e mossi da qualche idolo, non riescono a dominare l’esuberanza dell’appartenenza a qualche gruppo anche cattolico.
È curioso quando la domenica ci si preoccupa eccessivamente del pasto o si rimane a lavorare in casa per molto tempo, trascurando l’anima, il riposo della mente e del corpo. Si dimentica il precetto indicato da Dio nel 3° Comandamento: «Ricordati di santificare le feste».
Non è ammissibile fare la domenica quanto è opportuno fare nei giorni feriali, dimenticando soprattutto la preghiera, la cura della propria anima e il riposo fisico che deve facilitare la contemplazione delle cose di Dio, con la lettura e la riflessione.
«Venite in disparte in un luogo solitario, e riposatevi un po’». La domenica è da dedicare a Dio e alle esigenze spirituali, del corpo e della mente.
Questo riposo insieme ad una maggiore preghiera, oltre a curare lo stress fino a diminuirlo, dona grande entusiasmo e la vita diventa gioiosa.