Marchionne: Una svolta storica la vittoria dei sì a Mirafiori
Fonte Virgilio
Per Susanna Camusso della Cgil: Il voto dimostra che senza il consenso dei lavoratori non c’è la possibilità di governare
Torino, 15 gen. (TMNews) – A Mirafiori ha vinto il sì: con 2.735 voti, pari al 54,05%, mentre i no al piano presentato dall’Amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne sono stati 2.325 pari al 45,95%. Per Marchionne i lavoratori che hanno votato il sì “hanno fatto una scelta lungimirante perché hanno scelto di prendere in mano il loro destino, di assumersi la responsabilità di compiere una svolta storica e di diventare gli artefici di qualcosa di nuovo e di importante”. Secondo il segretario della Cgil l’esito del referendum “dimostra che senza il consenso dei lavoratori non c’è la possibilità di governare. Così il segretario generale della Cgil ha commentato il voto di Mirafiori. L’esito del referendum per la Camusso “dimostra che non c’è la possibilità di governare la fabbrica senza il consenso dei lavoratori e quindi nega il ritorno del modello autoritario delle fabbriche-caserma. Sappiano Marchionne e Confindustria che così non si governa. Si tratta di un voto che conferma l’esigenza di definire regole di rappresentanza e democrazia per tutti”. Per Marchionne, invece, “la scelta di chi ha votato sì è stata lungimirante”. I voti validi sono stati 5.060, le schede bianche o nulle sono state complessivamente 59. E’ stato decisivo il voto degli impiegati: al seggio 5 infatti hanno prevalso con 421 sì contro 20 no. Per Marchionne chi ha votato no deve prendere “coscienza dell’importanza dell’accordo. Mi auguro che le persone che hanno votato no, messe da parte le ideologie e i preconcetti prendano coscienza dell’importanza dell’accordo che salvaguarda le prospettive di tutti i lavoratori”. Per il presidente della Fiat, John Elkann, dopo il voto bisogna archiviare le polemiche e affrontare la nuova sfida: “Dimostreremo che in Italia è ancora possibile costruire grandi automobili capaci di farsi apprezzare nel mondo. Ora bisogna archiviare le polemiche e le contrapposizioni, affrontando le sfide che abbiamo davanti in modo costruttivo”. Si è trattato di una “decisione sofferta” per il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti: “Hanno vinto le ragioni del lavoro. Il sì all’accordo ci fa vedere con più ottimismo il futuro di Mirafiori e dell’industria automobilistica nel nostro Paese”. Per il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, la vittoria del sì a Mirafiori “apre un’evoluzione nelle relazioni industriali”. Rbr-Sar-Cla