La situazione socio-economica che sta vivendo l’alto casertano in questi ultimi tempi è veramente grave lo dimostrano anche i dati dell’indagine regionale sulla povertà presentati dalla Caritas diocesana in un convegno alcuni giorni fa. La povertà , ha precisato il sociologo Ciro Grassini, è in forte crescita in tutta la Regione Campania e specialmente nell’alto casertano. I poveri della diocesi di Alife-Caiazzo sono soprattutto gli sfiduciati senza lavoro che sono penalizzati da un mercato del lavoro spietato che detta regole sempre più rigide. Ma la sfiducia cresce molto anche nei giovani, che spe sso nel mercato nel lavoro non riescono neanche ad entrare per la prima volta, finendo così per perdere completamente la fiducia in loro stessi. Stiamo attraversando una crisi antropologica senza paragoni che coinvolge l’uomo, la cultura e la società civile e il Dossier Caritas cerca di fare luce anche sui motivi per cui tanti giovani lasciano la nostra Regione. Come ha spiegato la Dott.ssa Anna Maria Gregorio, la Caritas di Alife-Caiazzo per l’occasione si è messa prontamente all’opera per creare una rete che ha svolto la ricerca presentata che è soprattutto il frutto di un ascolto continuo di tante storie di vita. Dalla ricerca, ha aggiunto Don Vincenzo Federico esponentedella Caritas regionale, è merso che i poveri definiti da molti come “vuoti a perdere†o “cittadini invisibili†sono in continuo aumento e sono una problematica a cui le istituzioni e gli amministratori non riescono che a rispondere con la scusa del taglio delle risorse per il sociale o della mancanza di fondi. A tale scopo la Caritas ha chiesto alle istituzioni e agli amministratori locali delle programmazioni territoriali che tengano conto anche di chi ha più bisogno. A chi udere l’incontro e a scuotere la sala del convegno, a cui hanno partecipato  amministratori, rappresentanti di enti istituzionali e del volontariato, sono state le parole di S.E. Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, con la sua voce pacata ma ferma.Il Dossier Caritas sulle povertà , ha ricordato Mons. Di Cerbo, apre gli occhi sulla realtà della nostra Regione per occuparci dei più bisognosi.Basta pensare ai tanti soldi spesi per celebrare il 150° dell’unità d’Italia in tante città in confronto agli spaventosi tagli per il sociale. Anche per le tangenti si trovano i soldi per i poveri no. Chi amministra, deve operare per il bene comune e deve capire che i diritti dei più bisognosi non sono “favori†perché l’uomo per recuperare la propria identità deve recuperare la dignità . A tale scopo Mons. Di Cerbo ha ribadito che si sente forte l’esigenza di creare nella nostra Diocesi una scuo la di Formazione socio-politica che formi le nuove generazioni del futuro ad operare per il bene comune.
Pietro Rossi