Quando le narrazioni rischiano evoluzioni incomprensibili……..lettera aperta al Presidente Vendola
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Caro Presidente,
 Le scrive un cittadino e un militante di partito. Di Italia dei Valori e, soprattutto, di centrosinistra. Si, di centrosinistra senza trattino e senza spazio, perché l’assenza di quel trattino e di quello spazio hanno un valore simbolico a cui tanti Italiani, e io tra loro, sono affezionati . Quell’assenza ha un significato politico molto forte perché sottintende che:
-il bipolarismo e la politica dell’alternanza sono segno di civiltà politica e avvicinano la politica ai cittadini, consentendo a questi ultimi una più facile lettura ed una più consapevole valutazione delle vicende politiche e amministrative;
-i partiti della coalizione sono disposti a rinunciare all’egoismo di parte in favore di una sintesi più avanzata. Alla tattica spicciola in favore di una strategia di lungo respiro;
-i partiti della coalizione pongono quale stella polare del proprio cammino comune la tutela di diritti costituzionalmente sanciti quali il lavoro, la salute, la sicurezza, l’istruzione, le pari opportunità , l’uguaglianza nei confronti della legge. E, coi tempi che corriamo e col Governo che ci ritroviamo, più che di tutela siamo costretti alla difesa ad oltranza;
-i partiti della coalizione hanno la maturità per far rappresentare i diritti di cui sopra alle migliori menti, alle migliori energie, alle migliori testimonianze a prescindere dall’appartenenza politica. A rinunciare al diritto di primogenitura e al diritto di veto. A chiamare in aiuto i cittadini, con le primarie, quando un civile confronto tra candidati e partiti non sortisce una sintesi condivisa.
Caro Presidente,
molti Italiani e io tra loro la consideriamo un alfiere del centrosinistra senza trattino, soprattutto perché ha incentrato la sua battaglia per la difesa di quei diritti di tutti che ora alcuni vorrebbero far divenire privilegi di pochi. Perché ci ha sempre messo la faccia con coraggio e generosità senza paura di sfidare gli apparati di partito. Perché ha voluto e saputo confrontarsi con le difficoltà dell’amministrazione giornaliera di una bella regione meridionale dimostrando ad un tempo attaccamento alle origini e concretezza.
Le sue narrazioni hanno affascinato tanti, anche al di fuori del perimetro di SEL.
Oggi le tocca una scelta apparentemente difficile in cui credo debba farsi guidare dall’istinto, dal cuore,dalla sua storia e dal suo percorso politico, dalle sue narrazioni. Deve scegliere e aiutare i suoi militanti (e tutti i Napoletani) a scegliere tra Luigi de Magistris e il prefetto Mario Morcone.
La città di Napoli, con i suoi tanti problemi e le sue mai abbastanza valorizzate potenzialità , merita una sua valutazione serena dettata dall’amore e dalla coerenza e non certamente condizionata dalla realpolitick.
I Napoletani, popolo passionale e generoso, non meritano che le proprie vicende amministrative e le proprie sorti entrino a far parte di una partita a scacchi tra partiti in cui la tattica sembra di nuovo prevalere sulla strategia di largo respiro. Ad attardarne sviluppo e crescita bastano e avanzano la camorra e i perversi intrecci tra criminalità organizzata, economia malata e cattiva gestione amministrativa.
In definitiva deve scegliere tra due persone, due storie senza lasciarsi condizionare, a mio modesto parere, dai partiti che li sostengono e che oggi la sollecitano ad un sostegno elettorale.
A me pare che Luigi de Magistris abbia stimoli, motivazioni e storia personale tali da meritare il suo sostegno convinto . D’istinto ma rinforzato dalla riflessione consapevole. Perché è un uomo di centrosinistra senza trattino, perché si è battuto con la schiena dritta a tutela dei diritti di cui sopra,perché non ha avuto timore di schierarsi contro gli apparati dei partiti (compreso il proprio quando ne ha ravvisato la necessità ), perché per amore della sua terra e con atto di generosità ha voluto raccogliere il pressante invito dei tanti Napoletani per bene che sono stanchi del Bassolinismo ma certo non vogliono precipitare in mano al Berlusconismo e ai suoi mentori campani.
Altre due riflessioni mi permetto di sottoporre. Al grande comunicatore che lei è faccio osservare che Napoli e il centrosinistra oggi hanno bisogno di una faccia giovane, fresca, sorridente, promettente. Napoli deve tornare gioiosa, orgogliosa ed ottimista.
All’uomo delle primarie, all’uomo del popolo faccio osservare che questo straordinario strumento di democrazia viene spesso delegittimato, depotenziato e strumentalizzato. Spesso in nome della realpolitik. A Napoli il Partito Democratico, imprescindibile alleato, le ha organizzate, effettuate, contestate e mai riconosciute. Il PD napoletano, così poco accorto e così frammentato può arrogarsi a Napoli diritto di veto o di primogenitura? E può il PD nazionale arrogarsi il diritto di scegliere il Sindaco di Napoli, sostituendosi al PD napoletano e in definitiva ai Napoletani? Non credo i Napoletani apprezzeranno.
In definitiva, caro Presidente, lasci perdere gli scacchi, i cavalli, la realpolitick, la tattica. Dia ascolto al cuore, all’istinto, ai Napoletani. Altrimenti le sue narrazioni rischiano evoluzioni incomprensibili…………
Emilio Iannotta