3ª Settimana di Pasqua
Â
+ Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna.
Â
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il Pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà , verrà a me: colui che viene a me, Io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal Cielo non per fare la mia volontà , ma la volontà di Colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che Io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore
Â
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Dinanzi alle guerre, alle ingiustizie, alle disgrazie, anche molti credenti si lamentano e ripetono: perché Gesù non mi ha aiutato; a cosa servono allora le mie preghiere; io prego ma rimango sempre nello stesso stato spirituale di prima.
Sono molte le domande che il credente si pone quando soffre, le risposte ovviamente sono diverse e scaturiscono dalla Fede che si possiede, dalla spiritualità che si vive. Le lamentele di sopra non se le pone il cattolico con una Fede robusta, sono interrogativi che scaturiscono dalla debolezza e, pur essendo legittimi, vanno riconsiderate per non essere la causa dell’affievolimento del fervore, così da non avvertire più la gioia della preghiera.
Bisogna aprire il cuore a Gesù e parlare con confidenza, lamentarsi non serve a nulla, anzi abbatte maggiormente e la Fede si indebolisce.
Se si valuta bene la vita che si conduce e i peccati ripetuti con facilità , ci si accorge che spesso l’impedimento è proprio il credente, Gesù non può donare le Grazie a causa di qualche ostacolo posto da chi prega. Non è una contraddizione, in molti cristiani è contemporaneamente reale la vita peccaminosa e la preghiera, le scelte opposte al Vangelo e il desiderio di avvicinarsi al Signore.
Cosa fa Gesù dinanzi ai comportamenti dei credenti che cadono spesso e non si rialzano? Li ama e li aspetta a braccia aperte, rimane commosso al pensiero che un giorno potrebbero ricominciare il vero cammino spirituale, iniziando una vera lotta contro i vizi.
“E questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che Io non perda nulla di quanto Egli mi ha dato”.
Gesù non vuole perdere nulla, non vuole che i peccatori finiscano all’inferno ma li lascia liberi, c’è comunque una condizione per seguirlo ed entrare nella Via del Vangelo: “Colui che viene a me, Io non lo caccerò fuori”. Bisogna pentirsi. Gesù accoglie tutti i peccatori pentiti, è indispensabile muoversi verso Lui, lasciare tutto ciò che è peccato. Questa volontà è quella santa.
In questo passo Gesù rimprovera la folla e spiega che bisogna credere in Lui anche senza avere visto i miracoli. “Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete”. Hanno visto ma non credono, è lo stesso atteggiamento dell’Apostolo Tommaso, anche se lui ha avuto responsabilità ben più gravi. La folla conosceva poco Gesù, aveva assistito a qualche miracolo ed era mossa più che altro dal passaparola della gente.
Tommaso era stato tre anni con Gesù e dopo la sua Risurrezione non ha voluto credere, non ha creduto alle parole degli altri Apostoli.
“Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò” (Gv 20,25). Dopo Giuda, Tommaso è quello che ha deluso di più Gesù, anche più del rinnegamento di Pietro, perché questi agì per paura ma credeva sempre in Gesù.