ABATE O TEMPLARE ? DAL RESTAURO NESSUNA NOTIZIA DEL RINVENIMENTO

SANTA MARIA LA FOSSA

di Peppino PASQUALINO

     La domanda se la pongono in tanti da diversi anni: si trattava di un abate, di un prelato o, addirittura, di un templare? Stiamo parlando del rinvenimento avvenuto negli anni ’90 nella Chiesa monumentale di Santa Maria la Fossa, tempio sorto nel 1084 nella valle del Volturno. Durante i lavori di restauro che riportarono la Chiesa fossatara all’antico aspetto architettonico dell’epoca di costruzione fu rinvenuto, proprio ai piedi dell’altare maggiore (vedi foto), un sepolcro con al suo interno uno scheletro ricoperto da un saio consunto. La statura dell’uomo dimostrava chiaramente una certa imponenza fisica e la presenza di un medaglione all’altezza dello sterno impresse al rinvenimento un alone di mistero.

     I lavori di restauro, svolti sotto l’asfissiante presenza della Sovrintendenza ai Beni Artistici e Architettonici della Provincia di Caserta e Benevento, furono eseguiti portando alla luce affreschi della scuola giottesca e tutta la serie delle opere di misericordia nell’abside centrale che in precedenza erano coperti di stucchi. 

Per questa basilica – così definita in quanto paragonata a quella di Sant’Angelo in Formis –   che come importanza è seconda nella diocesi di Capua, si sono <scomodati> storici della portata di Giancarlo Bova, studioso della civiltà di “Terra di Lavoro tra Antichità e Medioevo“, tra i maggiori studiosi del Sud Italia e il massimo esperto dei poderosi Archivi Ecclesiastici di Capua.

Dopo il rinvenimento, il reperto scheletrico fu portato via, compreso il famoso medaglione, e mai più riportato nella sua naturale sede, tantomeno risulta giunta relazione a riguardo. Tre amministratori si sono alternati alla guida della parrocchia: don Giuseppe Sciorio, don Sabatino Sciorio e l’attuale Parroco don Pasquale Buompane, ma nessun atto ufficiale è reperibile presso gli archivi parrocchiali e nessuna notizia è giunta dal delegato diocesano per i rapporti con le soprintendenze, don Franco Duonnolo, attualmente Parroco della Basilica di Sant’Angelo in Formis.    Quindi il tutto appare perso irrimediabilmente senza alcun rispetto per la comunità religiosa fossatara che avrebbe diritto alla restituzione del medaglione e dell’atto storico descrittivo del rinvenimento.

Insomma, per la cittadina rivierasca fossatara sarebbe stato importante venire a conoscenza di questa <misteriosa presenza> ai piedi dell’altare centrale, luogo riservato sicuramente a un personaggio di una certa valenza pubblica. Nel circuito turistico e storico-culturale legato alla presenza territoriale della Reggia di Carditello potrebbe essere inserita anche la basilica fossatara; ma, a quanto pare, non interessa a nessuno.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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