Non è il giorno del videomessaggio, ma della telefonata. E non è nemmeno l’occasione per attaccare (nuovamente) i giudici. Questa volta Silvio Berlusconi dedica l’affondo al Terzo polo che, riunito a
Todi, lo accusa (vero affronto per lui) di essere vecchio, “l’ultimo prodotto della prima Repubblica”. Il ‘verbo’ del presidente del Consiglio anche oggi trova il modo di arrivare agli elettori: via cornetta approfittando di un’assemblea dell’Adc di Francesco Pionati a Cassino. Il caso Ruby, almeno per un po’, Berlusconi lo lascia sullo sfondo. Nonostante “quel che accade”, si limita a dire, “sono sereno e determinato” ad “andare avanti a governare”. E chissà se in “quel che accade”, il presidente del Consiglio abbia inserito anche il monito del cardinal Tettamanzi che ha invitato chi guida il paese a essere “esemplare”. O ancora le preoccupazioni di Napolitano sull’inasprimento dei toni che già hanno portato il Pdl a sbianchettare la manifestazione di piazza anti-pm. Preoccupazioni che restano forti anche se dal Quirinale smentiscono di aver convocato – come sostenuto da ‘Il Foglio’ – i presidenti di Camera e Senato. Fatto sta, che il Cavaliere sente il bisogno di tornare a scacciare lo spettro di governi alternativi al suo. La maggioranza c’è – dice – e ha vinto 7 a 0 superando tornate elettorali e voti di fiducia, e i “numeri tengono” abbastanza da poter fare anche quella riforma della giustizia che è stato Fini – ribadisce – a non volere. Le urne? Non è questo il tempo – spiega Berlusconi – e chi le vuole punta soltanto a “interessi personali”, a fare giochi da Prima repubblica, alla “spartizione del potere”. Con i suoi interlocutori, d’altra parte, il presidente del Consiglio, ha ricominciato a parlare della necessità di mettere mano alla squadra di governo, visto che ci sono 12 poltrone da occupare. La parola ‘rimpasto’ fa paura ai ministri in carica così come l’ipotesi, tornata a circolare, di affidare ilPdl a un unico coordinatore, ossia Angelino Alfano. Tuttavia il premier sarebbe intenzionato a cominciare a distribuire quelle sedie vacanti, anche per ridare linfa all’operazione allargamento che si è di fatto arenata. Ma è evidente che Berlusconi vuole anche rispedire al mittente quella accusa di vecchiume che negli ultimi giorni, per la verità , non gli è stata rivolta solo dal Terzo polo. Ed è così che Fini, Casini e Rutelli vengono definiti “relitti” e il loro progetto ‘derubricato’ a “assemblaggio di spezzoni del passato”. E questo mentre, al contrario, l’alleanza fatta da Pdl, Lega e Responsabili “rappresenta oggi – sostiene il premier – l’unica possibilità di un governo solido che garantisca stabilità “. Berlusconi si spinge ancora più in là e – dimentico del travaglio seguito alla nascita di Fli e del seguente corteggiamento proprio verso l’Udc – attacca: Fini e Casini hanno fatto parte del centrodestra solo per “sabotare” la sua azione, ora “senza di loro siamo più liberi e più forti”. Bac