CAPUA: AL RICCIARDI “AQUILE RANDAGIE” DA …CATTURARE

                     AQUILE RANDAGIE locandina film          Lunedì 30 settembre e mercoledì 2 ottobre un evento “unico” al cineteatro capuano           

                  

                       Opportuno già acquistare i biglietti: parteciperanno molte delegazioni scout della Campania

                       

CAPUA (Raffaele Raimondo) – S’annuncia un evento cinematografico “unico” al Ricciardi, per lunedì 30 settembre e mercoledì 2 ottobre: in queste due privilegiate giornate, due proiezioni (alle ore 18,30 e alle 21) di “Aquile randagie” del regista Gianni Aureli.

Biglietti a 7 €, già prenotabili (info@teatroricciardi.it – tel 0823.96.38.74), per ammirare un film straordinario che delegazioni di scout provenienti da tutta la Campania verranno apposta a Capua a vedere. Dunque, a cavallo fra il magico settembre che termina ed ottobre alle porte, ecco un entusiastico raduno degli giovani che vivono, formandosi in profondità, secondo la meravigliosa lezione di Baden-Powell. Gli spettatori del Ricciardi – grazie alla creatività inesauribile dell’imprenditore e artista Gianmaria Modugno – potranno così godere di un aggiuntivo spettacolo dal vivo, perché, soltanto a vederli, gli scout attraggono, danno un’emozione di gioia e di bel contatto con la natura, confermano con parole e gesti un eccezionale cammino educativo.

                                                                                                                                                                  «La storia comincia con don Giovanni Barbareschi, vestito di nero ma senza collarino ecclesiastico, che bussa alla porta di una baita sulle montagne della Valtellina e prende in consegna un ufficiale tedesco. I due si arrampicano da soli lungo un irto sentiero che li porterà dopo ore di cammino in Svizzera. Siamo nell’ottobre del 1945, la guerra è finita, l’Italia liberata dagli oppressori. L’ufficiale è un “pezzo grosso”, si tratta infatti del colonnello delle “SS” Eugen Dollmann, capo dei servizi segreti nazisti in Italia, traduttore personale di Hitler e in seguito informatore degli alleati (a Lugano avrebbe organizzato la resa dei tedeschi). Un abile mediatore che, dopo il conflitto, diventerà agente segreto della Cia.Capi e scout del Gruppo Agesci Grazzanise 1

Mentre prosegue la sua marcia verso il confine, però, l’ufficiale con la svastica sul braccio ha ancora dei dubbi sul suo accompagnatore, non si fida, ha paura che lo voglia tradire per consegnarlo ai partigiani che – temeva – si sarebbero vendicati facendo giustizia sommaria. I due si fermano in una radura per bere un po’ d’acqua e il gerarca si accorge che il prete indossa una fibbia con l’immagine delle “Aquile randagie”, l’organizzazione clandestina dello scautismo cattolico. Il sacerdote aderisce anche alle Brigate Fiamme Verdi dei partigiani democristiani e l’ufficiale tedesco lo sa… Don Giovanni cerca di tranquillizzare il suo compagno di viaggio ma la tensione rimane alta. Alla vista di un cervo che attraversa la strada i due si ammutoliscono e, finalmente, si guardano negli occhi. È il momento decisivo per le certezze che entrambi cercavano nell’altro. Non ci saranno vendette né colpi bassi. Giungeranno presto oltre la frontiera. E la loro “amicizia” non finirà qui. Alla vicenda del prete lombardo, medaglia d’argento della Resistenza, riconosciuto dopo la guerra “Giusto tra le nazioni”, si intrecciano le storie quotidiane di un gruppo di lupetti e guide scout che diciassette anni prima a Milano, con base operativa nella cripta di San Sepolcro, vivono in segreto i loro valori e continuano a svolgere all’aria aperta le attività educative e ludiche del movimento di Baden-Powell che Mussolini nel 1927 aveva formalmente sciolto ritenendolo pericoloso per il regime. Durante il fascismo, entrate in vigore le leggi razziali, gli scout agiranno in clandestinità attraverso l’Oscar (Opera Scautistica Cattolica Aiuto Ricercati) per far espatriare in terra elvetica con documenti falsi gli ebrei perseguitati: grazie al loro coraggio in più di tremila riusciranno a sfuggire ai lager nazisti. Ma furono tratti in salvo dagli scout anche prigionieri di guerra e renitenti alla leva».                                                                                                                                                           

Il regista Gianni Aureli (ex capo scout, romano, 34 anni, alla sua prima esperienza dietro la cinepresa per un film di finzione dopo tanti documentari e reportage) conferma: «È un film sulla guerra, ben documentato da una ricerca storica, che mostra anche l’allegria, il coraggio e la spensieratezza di giovani». E noi abbiamo anche letto (e perciò lo scriviamo!) che “non mancano emozioni, suspence e scene forti, come quelle che si riferiscono alla strage dei partigiani avvenuta a piazzale Loreto il 10 agosto del 1944 (fu don Giovanni a benedirne le salme, come fece, nello stesso luogo, anche con i corpi di Mussolini, della Petacci e degli altri fascisti fucilati a Dongo il 29 aprile del 1945). Protagonisti principali del film sono Alessandro Intini (nei panni di don Barbareschi), Teo Guarini e Romeo Tofani”.

Quindi, direbbe Troisi, “Vitellozzo, noi si va!” …al cinema. E ne vale la pena, per chiunque (giovane o meno tale) voglia concedersi un meritato svago e, pure ad intervallo delle battaglie ogni giorno affrontate, aneli alla…pace interiore e alla Pace nel mondo!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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