CLUB BILDERBERG: QUESTO SCONOSCIUTO

ZOM 

 

di Raffaele Cardillo

 

In questi ultimi anni c’è stata una fiorente letteratura dal tema “complottistico- cospirazionistico”, un filone che ha attratto milioni di lettori, un fenomeno non facile da decrittare per i suoi, talvolta, utopici idealismi, che trovano terreno fertile nella realtà attuale.

La creazione di un’oligarchia capitalistica trans-nazionale è il motivo conduttore, il leit motiv del libro inchiesta “ Il Club Bilderberg” di Daniel Estulin.

Un dettagliato resoconto che mette a nudo un’organizzazione occulta che, annovera tra i suoi membri, un mondo variegato di protagonisti, tra i quali, figurano eminenti figure della vita politica, economica e finanziaria italiana.

Nonostante la caratura che, questa strana creatura, riveste nell’ambito mondiale e le potenzialità che esprimono, peraltro sottostimate, gli organi d’informazione, quasi ubbidendo a un ordine superiore, pare che si astengano nel darne il giusto risalto, nel metterne a nudo le sue mire, le sue sinistre ragnatele tese all’annessione dell’economia globale.

Un’enorme cospirazione internazionale i cui membri, scelti in maniera selettiva, rappresentano il Gotha, l’élite, le figure chiavi dello scacchiere mondiale.

Un clamoroso black-out mediatico accompagna ogni meeting degli “Illuminati”, un silenzio omertoso, compiacente, una cortina fumogena dagli aspetti inquietanti.

Un ammainare di bandiera del giornalismo, una resa incondizionata con terribili ripercussioni sul futuro dell’Umanità.

Si potrebbe arguire, supporre l’esistenza di grandi burattinai che manovrano i fili del “Quarto Potere” identificato con la Stampa, nell’omonimo film capolavoro, ideato diretto e interpretato da Orson Welles, un “cult movie” ormai facente parte, a giusto titolo, della storia del cinema.

Una pellicola, per i tempi, estremamente allusiva, soprattutto, per la sua influenza sull’opinione pubblica e sugli organi di potere dello Stato.                                                

Una squadra di Top Players dal gioco irresistibile, coinvolgente, emanante un fascino dopante, da deliquio dei sensi.

Un cerchio magico, i cui adepti sono depositari di quelle energie atte a sovvertire gli equilibri globali.

Questi incontri alla luce del sole, con cadenza annuale, presso località le più disparate, assomigliano a quegli happening di vecchi compagni di liceo, un’innocente rimpatriata condita di scherzi goliardici e di nostalgici rimpianti.

Questo quadretto da libro Cuore, però, mal si attaglia a quanto significato dianzi; ci troviamo di fronte, invece, a un’organizzazione planetaria, la più spietata, che riunendosi, detta i destini del mondo.

Il nome Bilderberg dato a questa struttura, è stato preso a prestito dall’hotel ove avvenne la prima riunione, in una cittadina olandese nel lontano 1954.                                

Chi si è brigato di far venire alla luce quest’intreccio criminoso, è stato Daniel Estulin prestigioso giornalista investigativo, che per mezzo del suo libro, ha dato risonanza a un fenomeno che, altrimenti, sarebbe stato sottaciuto.

Bisogna fare un plauso a questo cronista d’assalto che, a rischio della vita, sta continuando la sua battaglia fornendo al mondo un resoconto veritiero, notizie di prima mano dagli aspetti preoccupanti.

Tutto ciò che potrebbe sembrare paradossale, inconcepibile, assume, per questi signori della cupola, una linearità, una coerenza stupefacente, ridicolizzando tutti i canoni del buon senso.

Il loro fine ultimo è il sovvertimento delle Istituzioni democratiche con l’asservimento dei suoi rappresentanti, abbattendo ogni presidio libertario, una sorta di Ground Zero, dove le macerie hanno il ruolo da protagonista.

Ogni rivolgimento che accade nel mondo, non bisogna affidarsi a Sherlock Holmes per conoscerne la matrice, le tracce lasciate sul luogo del delitto diventerebbero banali, evidenti anche per l’incapace e pasticcione Ispettore Clouseau, uscito dalla penna di Blake Edwards.

Tra i personaggi fondatori e frequentatori di questa loggia massonica figurano eminenti personalità, che rivestono ruoli di preminenza in ogni campo delle attività umane.

Una concentrazione di potere che soverchia ogni probabile tentativo di delegittimazione.

Si vuole instaurare un’ortodossia non scalfibile cui tutti devono uniformare la loro condotta, in seconda battuta soffocare i nazionalismi ed erodere lentamente, ma inesorabilmente, pezzi di sovranità, che saranno, successivamente, convogliati verso un unico organismo con indirizzo planetario.

Altro punto strategico di rilievo e la smaterializzazione della classe media, quindi aumento delle disuguaglianze e una società ridotta a solo due elementi, in altre parole padroni e schiavi.

Un altro punto cardine è sottoporre il popolo a uno stato coercitivo continuo, alterandone le forme di pensiero, ibernando i sentimenti, le emozioni e minando anche la salute fisica.

Queste alterazioni sfoceranno, inevitabilmente, in una débacle della mente, un turbamento intenso che è foriero di abbandono, di resa incondizionata alla precettistica del Nuovo Ordine Mondiale.

Intervenire sulla cultura rappresenta un intervento prioritario per plasmare le masse, forgiarle inoculando tesi precostituite, distorcere la storia, poi, è un artifizio estremamente efficace per irreggimentare il processo cognitivo.

Queste idee totalitarie rispecchiano fedelmente ideologie del passato, ombre sinistre che suscitano terrore e annichilimento, tuttavia potrebbero fungere anche da stimolo a ritrovare la forza interiore di reagire, un improvviso scatto di orgoglio, una ritrovata dignità, una ripulsa degli spiriti liberi alle sottomissioni coatte.

Noi siamo certi che l’istinto di libertà naturalmente insito nell’uomo, sarà il giusto antidoto, il deterrente efficace e risolutivo per sgominare queste insulse aggregazioni. 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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