CONSIDERAZIONI MULTIDISCIPLINARI ED EVOLUTIVE SULLE SPECIE RETTILOIDI TERRESTRI ”CONOSCIUTE ED ”ESOTICHE”.

 

 

Di Vincenzo Tufano

 

Antichi Sauri, lucertole, coccodrilli, draghi di Comodo, alligatori… Il Pantheon di creature lucertiformi che solcano e hanno solcato in passato i territori lacustri e paludosi  di Gaia è vasto e ampio. Ma è plausibile pensare che esistano ancora antiche Genìe  sauriformi che la scienza stenta a catalogare? Negli ambienti  alienologici  moderni e nelle epopee antiche si narra delle Royal Blood lines, le Linee di Sangue Reale collegate a determinate Casate Genealogiche che detengono, o almeno questo è ciò che i testi ci suggeriscono, lo scettro di alcuni livelli di potere, inficiando pesantemente sul decorso storico/evolutivo delle ”cose terrestri”. E lo farebbero grazie alla commistione ”ibrida” con una specie rettiloide antica. Un’  ancestrale, perdurante e latente discendenza, marchiata dalla firma di una civiltà protostorica. Tutto ciò non è archiviato unicamente in quegli ambienti di settore protoscientifico, che in molti amano vederci per chiusura mentale  follie ed esagerazioni, ma secondo alcuni studi scientifici la possibilità che una specie rettile nel corso dei millenni/milioni di anni  si sia evoluta, sino ad assumere un aspetto quasi umano, o comunque antropomorfo, è stata ampiamente catalogata e vagliata da veri e propri scienziati, tra cui Dale Russel, paleontologo e sostenitore di questa tesi, secondo molti estrema. La sua ipotesi di lavoro, rilanciata poi anche da alcuni paleontologi e astrofisici giapponesi, cominciò ”dopo lo studio su un dinosauro bipede e carnivoro chiamato Stenonychosaurus Inequalis, trovato nel 1968 negli strati cretacici (da 135 a 65 milioni di anni fa) vicino al Dinosaur Provincial Park nell’Alberta (Canada)”. Una creatura potenzialmente abilitata da Madre  Natura a mutare   in una specie di ”uomo lucertola”, se tutte le condizioni fossero state favorevoli.  Ma in realtà ce ne sarebbero state altre di specie rettile terrestri e anfibie ( iguane marine, goanna, ecc.) che avrebbero potuto prendere la ”strada di un’evoluzione parallela a quella umana”, senziente e spaventosamente reale. Certo si sa, le analogie fisiologico/ anatomiche  tra il genere umano e le specie rettili  sono numerose, e che catalogheremo in un altro articolo.

Anche  nei libri di Piero e Alberto Angela questa ipotesi è ampiamente menzionata,  (con delle riserve però  relative al fattore X evolutivo) cioè che questa specie di Saurus Sapiens potrebbe  si essere esistita, ma  non avrebbe avuto il tempo di evolversi ulteriormente a causa della grande estinzione di massa e dei relativi cambiamenti climatici  che colpirono i giganti terrestri  milioni  di anni fa. La sua dipartita sarebbe stata quindi inevitabile. Anche dal punto di vista archeologico abbiamo avuto numerosi rinvenimenti di crani allungati e xenomorfi del tutto naturali, cioè non indotti da pratiche artificiose o altro, appartenenti a delle strane  progenie antiche, non proprio umane. Ritornando a noi la figura che spicca maggiormente  nei miei studi è quella del rettiloide di dimensioni  enormi. Sono centinaia le testimonianze nel mondo, e le stesse ”Divinità” erano venerate nel mondo antico, dai Sumeri ai popoli africani. dai Maya alla mitopoiesi giapponese. Certo non stiamo parlando di  rettili classici ma di  esseri senzienti e intelligenti, che nel tempo e negli ambienti di nicchia più strettamente legati all’Alienologia criptozoologica, come la definisco io,  hanno ottenuto la volgare nomea di ”rettiliani” o ”rettiloidi”. Nella maggior parte dei casi ci troviamo davanti ad eventi non spiegabili, a volte fuori dall’ordinario, in un coacervo dilagante di colpi di scena e risvolti misterici avvolti nell’ombra. Solo chi ha visto e ha vissuto può rendersi conto di quanto grande sia questa realtà, occlusa spesso ai nostri limitati sensi:

 

 

<<Stavo pescando quando a un tratto vedo uscire dal centro del fiume una creatura simile a un rettile ma con una silhouette identica a un umano. Si guardò intorno per alcuni secondi, poi incrociò il mio sguardo. Ci fissammo per un  breve lasso di tempo. Io lo guardavo, ”Lui” mi guardava.  La pelle era verde e in parte a scaglie. La sua altezza poteva raggiungere i 4 metri in quanto sfiorava abbondantemente alcuni alberi nelle vicinanze. Aveva la testa molto grande,  e occhi con pupille verticali. Delle piccole creste ricoprivano la sua testa e parte delle spalle. Le gambe erano lunghe e arcuate, meno possenti del busto. Non era affatto minacciosa. Appena accennò a camminare lo fece barcollando, mostrando in parte le sue zampe a tre artigli fuori dall’acqua, un misto tra quelle di un rettile e quelle di un pollo/anfibio. Appena realizzai il tutto decisi di ritirare l’attrezzatura e mi allontanai in fretta>>. ( Carlo, 16 Febbraio 2019)

 

 

 

 

<<Stavo camminando a piedi a pochi metri dal fiume Volturno, quando a un tratto ho percepito un rumore di passi pesanti provenire da un boschetto, e nel contempo un bruttissimo respiro affannoso. Più passava il tempo e più non riuscivo a capire di cosa si trattava. Terrorizzata mi allontanai velocemente. Tornando sul posto con Vincenzo Tufano alcuni giorni dopo trovammo le orme>>.

 

                                      ( Agata Cusano, 7 Febbraio 2019)

 

<< Ero con la mia fidanzata, vicino al fiume, quando abbiamo udito distintamente un rumore di un qualcosa di enorme dietro a un cespuglio, accompagnato  da un respiro affannoso anomalo e mai sentito nella nostra vita. La mia fidanzata accennò un pianto, così spaventati ci allontanammo>>. ( P. e C., Gennaio 2019).

 

 

<< La creatura cercava di occultarsi  ed emanava un grido e un lamento  ”metallico”>>. ( V. C.)

 

( Parte di un dossier/inchiesta  molto più vasto).

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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