Proposte e considerazioni in merito al blocco delle partenze SCU

    On. Fabiana Dadone

Ministro per le Politiche giovanili

Presidenza del Consiglio dei ministri

Largo Chigi, 19

00187 Roma

Cons. Marco De Giorgi

Capo Dipartimento Gioventù e Servizio Civile Universale

Presidenza del Consiglio dei ministri

Via della Ferratella in Laterano, 51

00184 Roma

e.p.c.

On. Luigi di Maio

Ministro degli Affari Esteri

e della Cooperazione Internazionale

Piazzale della Farnesina, 1

00135 Roma

 On. Marina Sereni

Vice Ministra degli Affari Esteri

e della Cooperazione Internazionale

Piazzale della Farnesina, 1

00135 Roma

Oggetto: proposte e considerazioni in merito al blocco delle partenze SCU

Gentilissimi,

Il 26 agosto scorso si è tenuto l’incontro tra Dipartimento, MAECI, Enti e Rappresentanza dei Volontari relativamente al blocco delle partenze dei volontari impegnati nei progetti di servizio civile all’estero. Cogliamo l’occasione per ringraziare per la rapida convocazione.

Questa prima disponibilità è la testimonianza, per noi Enti e Rappresentanti, della volontà di trovare soluzioni condivise rispetto al problema emerso. Ci fa ben sperare che il percorso di confronto avviato su 6 dei 19 Paesi possa aprire scenari positivi anche sugli altri Paesi interessati dal blocco delle partenze.

Ribadiamo, nello stesso tempo, l’urgenza e la necessità di riconvocare in tempi stretti, così come promesso nella suddetta riunione, il Tavolo di Confronto, così da permettere gli approfondimenti da parte degli Enti circa la valutazione dei rischi come richiesto sotto.

Giova ricordare che una situazione analoga a quella attuale si verificò un anno fa in condizioni molto simili, se non più gravi di quelle di oggi.

All’epoca, quando nessuno dei volontari era vaccinato e i presidi sanitari in molti Paesi erano ancora in fase di sviluppo, Il Dipartimento, insieme agli enti e sentiti i volontari, approvò le partenze a condizione che gli Enti di SCU adeguassero opportunamente i propri piani di sicurezza e che i volontari sottoscrivessero una dichiarazione in cui prendevano coscienza dei rischi legati al covid e ai spesso precari sistemi sanitari di alcuni Paesi di destinazione.

A un anno di distanza si ripresenta una situazione critica pressoché identica a quella dell’anno scorso. Ciò nonostante, il Dipartimento ha più volte ribadito che non intende adottare la soluzione dello scorso anno sopra menzionata, pur non entrando nel merito delle ragioni, salvo la generale emergenzialità della situazione. Emergenza, però, in atto da quasi due anni e dai risvolti ormai prevedibili e previsti, per questo anno e fintanto che non cesserà la pandemia in atto.

Venendo al contesto attuale, subito dopo i primi accenni a una possibile chiusura, annunciati nella riunione della  Consulta del 3 agosto, come Rappresentanti e principali reti di Enti di SCU impegnati all’estero, abbiamo scritto a Voi per ottenere un incontro urgente per scongiurare quanto poi accaduto il 13 agosto.

In risposta alla nostra lettera, il MAECI ci ha confermato, esattamente come l’anno scorso, che il parere negativo sui 19 Paesi non corrisponde a un divieto, e che l’ultima decisione spetta comunque al Dipartimento.

L’incontro richiesto, che si è tenuto il 26 agosto, dovrebbe rappresentare prima convocazione di un “tavolo di confronto permanente” per discutere la questione nelle prossime settimane.

Nel corso di tale incontro, a seguito di un ultimo aggiornamento da parte del MAECI avvenuto il 25.08 sera, il Dipartimento ha immaginato due categorie di Paesi:

  • una “arancione”, contenente Mozambico, Etiopia, Kenya, Ecuador, Perù, Colombia;
  • l’atra “rossa”, contenente tutti gli altri Paesi della lista, ovvero Bielorussia, Cameroun, Madagascar, RDC, Sudan, Uganda, Bolivia, Brasile, Cile, Guatemala, Cina, Filippine, India.

Per quanto riguarda i Paesi “arancioni”, il MAECI indicava come possibile le partenze solo per alcune delle zone del Paese ma non per tutte. Ci attendiamo a breve che il Dipartimento lo comunichi al tavolo e lo dica direttamente agli enti interessati quali saranno i progetti per i quali i giovani potranno partire alla luce di queste nuove valutazioni.

Per i Paesi “rossi”, ovvero per le zone dei Paesi “arancioni” che non sono ritenute accessibili, il Dipartimento ha intenzione di sospendere i progetti già avviati. Ribadiamo la nostra richiesta di un confronto immediato anche per questi Paesi per entrare nel merito delle valutazioni e capire se anche in questi casi sarà possibile, in tempi stretti, riavviare le partenze.

Inoltre facciamo presente che il regime di sospensione dei progetti, previsto per i volontari del bando 2019 e regolato dalla circolare del 4 aprile 2020, non è previsto dalla circolare del 15 aprile 2021 per i volontari del bando 2020. Pertanto, non è chiaro a quale regime giuridico si riferisca il Dipartimento quando parla di sospensione. Chiediamo al Dipartimento di chiarire lo status di sospensione laddove dovesse adottare questo strumento.

Proponiamo inoltre, in linea con quanto fatto l’anno scorso, che a tutti coloro che non siano potuti partire e/o successivamente abbiano deciso di interrompere il loro servizio sia riconosciuto eccezionalmente il diritto di ricandidarsi ai prossimi bandi di Servizio Civile, inclusa l’ipotesi, altresì concessa l’anno scorso, del superamento del 29° anno di età da parte del candidato. Ci permettiamo di ricordare, però, che quella dell’età non è una deroga che il Dipartimento può stabilire con un proprio provvedimento, in quanto il limite è previsto da una legge primaria (D.Lgs. 40/1017).

Per i volontari estero non ancora avviati e coinvolti in destinazione in Paesi “rossi” (o “arancioni” nelle zone “rosse”), con partenza prevista per settembre 2021, il Dipartimento ha prospettato l’ipotesi di rinviare l’avvio in servizio “al 2022”, salvo non ci siano cambiamenti nella valutazione di rischio. Riteniamo che questa soluzione non è percorribile e chiediamo che i volontari siano avviati il 16 settembre (ultima data di avvio prevista) o al limite a una data di avvio straordinaria ad ottobre solo se c’è la certezza di poter partire per i relativi paesi esteri compresi nella lista, evitando di lasciare così i giovani in un limbo di incertezza in merito alla partenza per l’estero.

Non ci è infine chiaro cosa avverrà ai volontari estero attualmente già in servizio presso alcune delle località o Paesi “rossi”. Precisiamo che non condividiamo il rientro generalizzato in Italia dei volontari già all’estero, quale che sia la destinazione, salvo diversa indicazione specifica da parte del MAECI e degli enti in relazione al singolo caso in virtù di pericoli reali e comprovati.

Riteniamo inoltre che la soluzione proposta dal Dipartimento di ricollocare i volontari in altri progetti in Italia o all’estero non è praticabile, se non per poche unità di ricollocamenti. Nel caso, l’unica soluzione possibile sarà la chiusura della maggior parte dei progetti.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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