RIFLESSIONI SULLA PROFESSIONALE NOTA DEL DOTT. MARIO CAMPOFREDA PRESIDENTE ORDINE DEI MEDICI VETERINARI DELLA PROVINCIA DI CASERTA

 

 

di Mattia Branco

Esimio Dott. Campofreda la ringrazio soprattutto per aver letto il mio post forse dettato troppo dalla passione che nutro per questo animale che da quando ero giovanissimo ho sempre ritenuto che in un territorio come il nostro dove tutto è considerato negativo avevamo l’orgoglio di possedere un patrimonio zootecnico che permetteva a tante famiglie di aver un lavoro tanto che 40 anni fà ci inventammo “LA SAGRA DELLA MOZZARELLA” che oggi è uno dei piu’ importanti eventi della nostra regione nel settore alimentare. Ho scritto molti articoli e seguito convegni  su questo eccezionale animale che produce latte per la nostra inimitabile MOZZARELLA. A livello scientifico Lei responsabile provinciale dei medici veterinari è stato molto esaustivo attenendosi alle leggi europee che senz’altro vanno rispettate. Sono anche anni che sento parlare di brucellosi e molti allevatori mi hanno spiegato che questa infezione esiste da sempre e che effettivamente è difficile se non impossibile debellare come da Lei affermato nella sua nota. Il mio intento certamente non è quello di dare informazioni fuorvianti, ma mi chiedo è mai possibile che non esiste ancora un protocollo sanitario per sconfiggere questa infezione che ribadisco, forse sbagliando, che mai nessuno è morto per questo motivo o che sia una malattia di cui ci sono molti ammalati. I produttori di mozzarella dicono che essendo il latte bollito a quasi 90° la brucellosi viene eliminata. Ha detto anche che gli allevatori vengono indennizzati e quindi sono un costo per lo stato, allora perche’ non investire di più nella ricerca scientifica e sconfiggere questo pericolo, non si può essere sempre con il fiato sospeso. Certamente è più importante la salute delle persone che è un bene al di sopra di tutto, ma anche gli allevatori subiscono un trauma gravissimo e ricominciare certamente non è facile. Per quanto riguarda il nord nella sua nota dice che questo male lo hanno eradicato da parecchi anni avendo una diversa cultura, allora perchè i nostri allevatori non ci riescono malgrado hanno rinnovato le stalle investendo anche in innovazioni tecnologiche e dotandosi di  veterinari che li seguono anche sotto i punti di vista e anche nell’alimentazione. Alcuni anni fa fu pensato anche di creare a Cancello ed Arnone un Polo Fieristico della Filiera Bufalina che fra le altre cose si doveva cercare di inserire una sezione staccata della università di Veterinaria che doveva specializzare gli studenti proprio sulla filiera bufalina. Alcuni veterinari dicono che durante il percorso universitario si studia più sull’animale vaccino che bufalino e molti di loro sono diventati bravi sulla bufala sul campo di battaglia. Credo che unendo tutte le forze si puo’ arrivare ad un’obiettivo ottimale per tutti.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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