SANTA MARIA LA FOSSA FIUMARELLA: OCCASIONE MANCATA PER IL TERRITORIO ?

 

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di Peppino PASQUALINO

     Tanti ricorderanno quando, a metà degli anni ’90, una mastodontica opera di ripristino interessò il “Canale Fiumarella”, quella struttura idraulica che avrebbe (…dico “avrebbe”, ndr) dovuto fare defluire le acque in esubero del fiume Volturno in direzione dei “Regi Lagni”, canale “Borbonico”, quest’ultimo, utilizzato per la maturazione della “canapa” e per portare nel mare Tirreno le acque piovane che inondavano l’agro “nolano” e “acerrano”.

     L’assessorato ai lavori pubblici della Regione Campania, in coordinamento con l’Ente di Bonifica del bacino del basso Volturno, pensò finalmente di ripulire il canale dalle tonnellate di rifiuti, e suppellettili in disuso, e di liberare le occlusioni recate dall’occupazione abusiva di proprietari terrieri “sconfinanti”. Escavatori, gru, camion e macchinari vari entrarono in scena e ripulirono l’alveo; inoltre, quasi a ridosso della strada provinciale 333 (già SS 264), dove insiste anche il cimitero della cittadina di Santa Maria la Fossa, fu ripristinato l’invaso e costruita una paratoia gigantesca. Questa struttura idraulica mobile, una volta aperta dagli operatori consortili, avrebbe permesso la canalizzazione delle acque del Volturno durante i periodi alluvionali ed evitare gli allagamenti in golena e i danni alle aziende bufaline presenti sul territorio.

     E’ trascorso un quarto di secolo da quella data e quello sperpero di denaro pubblico, dei cittadini onesti che versano le tasse allo Stato, non è servito a niente: in questi venticinque anni si sono avvicendate almeno una ventina di alluvioni, danni ingenti alle aziende, moria di bestiame, rottura di strade golenali, perdita di raccolti agricoli. Nel frattempo, nella noncuranza generale dei Comuni di Grazzanise e Santa Maria la Fossa, della Regione Campania, dell’allora Provincia di Caserta, del Consorzio di Bonifica del Bacino del Basso Volturno, che tra  l’altro continua a percepire i cespiti versati proprio dagli agricoltori e allevatori (dopo il danno la beffa, ndr), nell’invaso del Canale Fiumarella è cresciuta una selvaggia flora, sono stati sversati rifiuti di ogni genere e a ridosso del fiume Volturno è cresciuto un fittissimo “bosco” di alberi che raggiungono anche i venti metri di altezza.

     Alla fine degli anni ’80, intanto, la locale sezione di “Legambiente” raccolse informazioni e inviò alla Regione Campania un nutrito “dossier” accompagnato da un nutrito repertorio fotografico del tratto idraulico. Il documento  -  però  – non si limitò alla denuncia dello stato dei luoghi ma indicò un fattibile progetto ambientale che avrebbe dato lustro alla zona e donato una ricaduta economica per l’indotto. Il progetto suggeriva di creare ai lati del Fiumarella una pista ciclabile fino ai Regi Lagni, una alberatura e l’installazione, lungo tutto il percorso di ben sette chilometri, di panchine e aree pic-nic, inoltre l’introduzione nel canale di specie ittiche, fauna e uccelli acquatici come attrattiva turistica. L’area si sarebbe trasformata anche in attrazione sportiva attraverso l’organizzazione di gare di pesca.

Ma la Pro Loco “grazzanisana” (e più tardi anche quella “fossatara”) si è sempre limitata alle sagre di prodotti culinari, iniziative belle ma miopi sterili come fuochi di paglia.

     Chissà che non venga in mente a qualcuno di riprendere il discorso ambientale e di movimentare attenzioni politiche regionali all’arrembaggio di un appetitoso investimento su questa struttura idraulica che pare respiri ancora?!

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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