SANTA MARIA LA FOSSA TRIBUTO SI’ MANUTENZIONE … NI’

di Giuseppe PASQUALINO

     E se nell’area a est di Napoli, dove settant’anni fa esistevano le paludi alla foce del fiume Sebeto, i cittadini residenti pagano ancora il tributo al Consorzio di Bonifica nonostante che i terreni sono stati bonificati ormai da tanto tempo, nel basso Volturno, e in particolare a Santa Maria la Fossa, le cose non vanno meglio e spesso i cittadini pagano un tributo in corrispondenza del quale non ricevono in cambio un adeguato, se non assente, servizio manutentivo.

Le forti e costanti piogge degli ultimi giorni hanno letteralmente allagato le terre al punto tale da presentare alla vista enormi pozzanghere e veri e propri laghi, che in certi punti hanno perfino attirato la presenza di volatili acquatici.

     Basta fare un giro per le strade provinciali che solcano i territori agricoli per notare l’allagamento dei terreni seminati in particolare a foraggi destinati alla zootecnia. Il vero problema non è la quantità d’acqua meteorica bensì l’intasamento della rete di scolo, ovvero l’ostruzione dei fossi laterali alle strade provinciali presenti a sud della cittadina fossatara. La manutenzione, dopo anni di assenza totale, c’è stata negli ultimi tempi ma, non essendo costantemente programmata ed effettuata con regolarità, le diverse ostruzioni bloccano il normale flusso a valle in direzione del canale Fiumarella e, a sua volta, verso il grande invaso dei Regi Lagni.

     Se è vero che il Consorzio di Bonifica non riesce a garantire una adeguata manutenzione dei fossi di scolo, è pur vero che i conduttori dei terreni destinati ad aziende agricole e zootecniche non collaborano per niente a mantenere la pulizia dei tratti di pertinenza, così come avviene in tante aree del nord Italia in cui gli stessi agricoltori si attivano per pulire gli alvei di deflusso delle acque meteoriche, almeno in corrispondenza dei propri terreni. L’inciviltà di tanti rende ancora più difficile e complessa la situazione; sono tanti i siti, in corrispondenza dei ponti di accesso ai fondi, in cui si rinvengono accumuli di rifiuti di ogni sorta che impediscono il flusso delle acque. I riflettori del degrado e dell’abbandono dei rifiuti solidi urbani sono puntati sugli abitanti della frazione La Torre, i conduttori delle aziende bufaline e, in particolare, sui tanti extra comunitari che lavorano presso le medesime aziende. Sarebbe proprio il caso di investigare sulla provenienza di tali rifiuti.

     Se si osservano i terreni in coltura si evidenzia chiaramente che la pendenza degli stessi li rende asciutti, mentre gli allagamenti si formano in prossimità proprio della canalizzazione di scolo ostruita dall’incuria generale. Proprio l’accumulo di acqua, in un territorio dalla conformazione argillosa, quindi poco permeabile, crea danni rilevanti alle coltivazioni quasi ovunque destinate al foraggio animale per le numerose aziende bufaline presenti nella frazione <La Torre> e in quelle della confinante Grazzanise.

     A quanto pare non si alza alcuna voce, né da parte delle organizzazioni di categoria, né dai sindacati, tantomeno dalle istituzioni locali, sonnolenza istituzionale che produce sempre più disservizio. 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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