SANTA MESSA DOMENICA 12 NOVEMBRE

Domenica 12 Novembre 2017  
S. Giosafat (m)
32.a Tempo Ordinario
Ti voglio benedire ogni giorno, Signore
Liturgia: Sap 6,12-16; Sal 62; 1Ts 4,13-18; Mt 25,1-13

 

PREGHIERA DEL MATTINO
Ti ringrazio, mio Dio e mio Creatore, per questo giorno. Precorro col pensiero il futuro fino al momento della mia morte e ancora più in là, fino all’ultimo giorno dell’umanità, che tu solo sai quando verrà. Per me, la mia morte sarà la fine del mondo, il giudizio ultimo e il ritorno di Cristo. Pongo la mia morte nelle tue mani. Con la Chiesa tutta, attendo il tuo ritorno, nella gloria, Signore! E lo attendo con amore. La fede, la speranza e la carità accendano in me un fuoco vivo, perché io mi opponga al peccato; possa io avere la coscienza tranquilla ed essere sempre pronto a morire. “Marana tha! Vieni, Signore Gesù!”.

ANTIFONA D’INGRESSO 
La mia preghiera giunga fino a te;
tendi, o Signore, l’orecchio
alla mia preghiera.

COLLETTA 
Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo…

PRIMA LETTURA  
Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà. 
Dal libro della Sapienza 6, 12-16
La sapienza è radiosa e indefettibile, facilmente è contemplata da chi l’ama e trovata da chiunque la ricerca. Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano. Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà, la troverà seduta alla sua porta. Riflettere su di essa è perfezione di saggezza, chi veglia per lei sarà presto senza affanni. Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei, appare loro ben disposta per le strade, va loro incontro con ogni benevolenza.
Parola di Dio. 

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 144)
R. Ha sete di te, Signore, l’anima mia.
O Dio, tu sei il mio Dio,
all’aurora ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
come terra deserta, arida, senz’acqua. R.

Così nel santuario ti ho cercato,
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita,
le mie labbra diranno la tua lode. R.
Così ti benedirò finché io viva,
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito,
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. R.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo,
penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali. R

SECONDA LETTURA
Prima risorgeranno i morti in Cristo
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 1 Ts 4, 13-18
Fratelli, non vogliamo lasciarvi nell’ignoranza circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore: noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell’arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro tra le nubi, per andare incontro al Signore nell’aria, e così saremo sempre con il Signore. Confortatevi dunque a vicenda con queste parole.
Parola di Dio

CANTO AL VANGELO (2Cor 8,9) 
R. Alleluia, Alleluia.
Sii fedele fino alla morte, dice il Signore,
e ti darò la corona della vita.
e ti darò la corona della vita.
R.Alleluia.

VANGELO
Ecco lo sposo, andategli incontro!
Dal Vangelo secondo Matteo 25, 1-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: “Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”.
Parola del Signore. 

OMELIA
Ai tempi di Gesù la sposa aspettava nella casa dei genitori l’arrivo dello sposo. Dopo il tramonto del sole, lo sposo arrivava con un corteo nuziale per portarla nella sua casa. Alcune damigelle seguivano la sposa. Diverse ragioni potevano causare il ritardo dello sposo come, per esempio, lunghi discorsi con i genitori della sposa sui doni e sulla dote. Il tirare in lungo le trattative era di buon auspicio. Ma non è lo stesso per le spose di cui si parla nel Vangelo di oggi. Qui si tratta infatti del ritorno di Cristo e tutto è riassunto nelle ultime parole:
“Vegliate, dunque, perché non sapete nè il giorno nè l’ora”, cioè: “Siate pronte per l’arrivo di Cristo”. Così la parabola delle vergini poteva cominciare con questa frase: “Per il regno dei cieli accadrà come per le dieci vergini che uscirono, con le loro lampade, incontro allo sposo”. Agli occhi di Gesù, è saggio chi veglia, cioè chi pensa sempre, nel suo animo, al giorno del ritorno del Signore e all’ora della propria morte, chi vive ogni giorno nell’amicizia di Dio, nella grazia santificante, e chi si rialza subito se, per debolezza, cade. Allora “Vegliate”, perché nessuno, all’infuori di Dio, conosce il giorno e l’ora.

PREGHIERA SULLE OFFERTE 
Volgi il tuo sguardo, o Padre, alle offerte della tua Chiesa, e fa’ che partecipiamo con fede alla passione gloriosa del tuo Figlio, che ora celebriamo nel mistero. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE 
Il Signore è mio pastore, non manco di nulla; in pascoli di erbe fresche mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Ti ringraziamo dei tuoi doni, o Padre; la forza dello Spirito Santo, che ci hai comunicato in questi sacramenti, rimanga in noi e trasformi tutta la nostra vita. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
È la voce del diletto che bussa: “Aprimi!”. Restare svegli ed attendere il Signore! Ecco uno dei grandi comandamenti che strappa i discepoli del Verbo alla nube oscura che li circonda, per portarli in un grande slancio di luce verso il cielo. Siamo esortati a vincere il sonno, a cercare le realtà dell’alto, a mantenere senza sosta il nostro spirito vigile, a cacciare dai nostri occhi l’ingannevole torpore. Voglio parlare del torpore e della sonnolenza che inchiodano l’uomo all’errore, e forgiano immagini di sogno: onore, ricchezza, potenza, grandezza, piacere, successo, profitto o prestigio… Per dimenticare tali sogni il Signore ci chiede di vincere questo sonno pesante: non lasciamo sfuggire il reale in un inseguimento sfrenato del nulla. Egli ci chiama dunque a vegliare: “Siate pronti con la cintura ai fianchi e le lucerne accese!”. La luce che abbaglia i nostri occhi caccia il sonno; la cintura che stringe le nostre reni tiene il nostro corpo all’erta; essa esprime uno sforzo che non tollera nessun torpore. Il significato di questa immagine è chiaro. Cingere i propri reni di temperanza è vivere nella luce di una coscienza pura! La lampada accesa della franchezza illumina il volto, fa risplendere la verità, tiene l’anima sveglia, la rende impermeabile alla falsità e straniera alla futilità dei nostri poveri pensieri. Viviamo secondo l’esigenza di Cristo, e condivideremo la vita con gli angeli, assomigliando ai “servi che aspettano il padrone di ritorno dalle nozze, per aprirgli subito appena arriva e bussa”.
SAN GREGORIO DI NISSA


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Gibran
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Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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