SANTA MESSA DOMENICA 17 GENNAIO

LA PAROLA
17 gennaio 2016
Domenica
S. Antonio (m)
2.a Tempo Ordinario – II
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore
Liturgia: Is 62,1-5; Sal 95; 1Cor 12,4-11; Gv 2,1-11

PREGHIERA DEL MATTINO
Maria, conservami un cuore di fanciullo, puro e limpido come sorgente.
Creami un cuore dolce e umile che ami senza esigere di essere riamato.
Un cuore grande e indomabile che nessuna ingratitudine possa chiudere e nessuna indifferenza stancare. Un cuore assetato di Gesù e pieno di tenera compassione. Amen.
(Liberamente adattata da una preghiera del P. Grandmaison).

ANTIFONA D’INGRESSO
Tutta la terra ti adori, o Dio, e inneggi a te: inneggi al tuo nome, o Altissimo.

COLLETTA
Dio onnipotente ed eterno, che governi il cielo e la terra, ascolta con bontà le preghiere del tuo popolo e dona ai nostri giorni la tua pace. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

PRIMA LETTURA (Is 62,1-5)
Gioirà lo sposo per la sposa.
Dal libro del profeta Isaia
Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada.
Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio.
Nessuno ti chiamerà più Abbandonata né la tua terra sarà più detta Devastata ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà di te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo.
Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 95)
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Date al Signore, o famiglie dei popoli,
date al Signore gloria e potenza,
date al Signore la gloria del suo nome.
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.
Prostratevi al Signore nel suo atrio santo.
Tremi davanti a lui tutta la terra.
Dite tra le genti: “Il Signore regna!”.
Egli giudica i popoli con rettitudine.
Annunciate a tutti i popoli le meraviglie del Signore.

SECONDA LETTURA (1Cor 12,4-11)
L’unico e medesimo Spirito distribuisce a ciascuno come vuole.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue.
Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.
Parola di Dio.

CANTO AL VANGELO (cf. 2Ts 2.14)
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.
Alleluia.

VANGELO (Gv 2,1-11)
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.
Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono.
Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Parola del Signore.

OMELIA
Questo vangelo è commuovente quando lo si considera come un semplice episodio della vita pubblica di Gesù, un intervento di bontà e di potenza per togliere dall’imbarazzo delle persone che non erano state capaci di prevedere bene tutto. «Non hanno più vino»: Gesù, che sua madre Maria ha messo al corrente, interviene con un dono sovrabbondante. Dobbiamo capire però, come ci dice bene san Giovanni, che questo episodio ci presenta un segno, anzi, l’inizio stesso dei segni, non si tratta cioè di un semplice fatterello, felice racconto, ma della rivelazione del piano divino, del progetto di Dio. Dal racconto di Cana si può dire quello che scrive san Paolo dell’unione dell’uomo e della donna: «Questo mistero è grande, lo dico in rapporto a Cristo e alla Chiesa». L’episodio di Cana è grande perché è il segno del mistero di Gesù e della Chiesa, ci dice che l’intenzione divina è sempre una intenzione d’amore. Gesù è venuto fra noi per trasmetterci l’amore, per suscitare l’amore. E’ venuto a stabilire la sua alleanza tra e con noi. E l’episodio di Cana annuncia in modo misterioso questa nuova alleanza. Gesù celebrerà le vere nozze tra Dio e l’umanità, darà il vino necessario perché la festa nuziale non sia interrotta, ma arrivi al compimento. E questo vino non sarà semplicemente l’acqua mutata in vino, sarà la trasformazione della natura umana di Gesù. Egli verserà il suo sangue come vino delle nozze, cioè giungerà all’estremo dell’amore accettando una morte violenta e trasformandola in mezzo di unione definitiva tra lui e gli uomini, tra gli uomini e Dio. Il mistero di Cana, inizio dei segni, deve, come è stato per i discepoli, stimolarci a credere pienamente in Gesù e, nello stesso tempo, deve darci una fiducia filiale in Maria, sua e nostra madre, che ci guida, ci incoraggia, ci aiuta potentemente. (Padri Silvestrini)

PREGHIERA SULLE OFFERTE
Concedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri perché, ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del tuo Figlio, si compie l’opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Gesù manifestò la sua gloria in Cana di Galilea e i suoi discepoli credettero in lui.

PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Infondi in noi, o Padre, lo Spirito del tuo amore, perché nutriti con l’unico pane di vita formiamo un cuor solo e un’anima sola. Per Cristo nostro Signore.

MEDITAZIONE
“Il mio giusto vive di fede”: questa è l’ottica con la quale dobbiamo leggere i miracoli di Gesù, i segni che egli compie con la potenza del suo Spirito e per l’edificazione degli uomini assetati di mistero.
L’acqua che diventa vino a Cana non dipende da una magia, dipende dalla fede di Maria.
Spesse volte Gesù parla della forza della fede: “Sposterete le montagne”; spesse volte accusa i discepoli di essere uomini di poca fede.
Cos’è in realtà questa fede? È un appoggiarsi su Gesù e sul mistero che egli racchiude: sul Padre che lo invia, sullo Spirito che sta sopra di lui e dentro di lui.
È un abbandono integrale, senza riserve, che crede in Cristo e crede Gesù Cristo, una consegna totale di sé che modifica il giudizio, l’affezione e l’azione dell’io.
Nella continua lotta che l’uomo intrattiene con se stesso in ogni circostanza dell’esistenza la fede è, istante dopo istante, un’uscita da sé per lasciarsi riempire dalla dolce presenza di Gesù. Ancor meglio, la fede è la povertà dello spirito. Non opporre resistenza ultima all’irrompere di Gesù che stupisce e rapisce attraverso la circostanza.
Con trepidazione, ma con dialogante letizia, l’uomo s’accorge in tal modo che Cristo diviene la forma del suo pensare, del suo amare, del suo agire.
Cristo, centro del cosmo e della storia, diventa allora centro dell’esistenza dell’io, origine e principio autentico del suo essere e del suo vivere. Come per Maria a Cana che osa, perché una fede umile sa osare, paradossalmente osa oltre i limiti della missione di Gesù e consegna così col suo cuore certo al Padre la materia per cui lo Spirito di Cristo cambia l’acqua in vino.
Mons. ANGELO SCOLA

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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