Seconda domenica di Pasqua (A)

Gesù con gli apostoliDomenica 27 aprile 2014

Seconda domenica di Pasqua (A)

Aderire ad una Persona, non solo leggere un santo libro! 

“Commento di don Franco Galeone”

(francescogaleone@libero.it)

 

La domenica “della fede di Tommaso”

Il periodo pasquale si distende per l’arco di sette settimane; in queste sette domeniche pasquali è descritta la Chiesa con le sue gioie e i suoi dubbi. In questa presentazione della Chiesa in espansione, rivestono grande importanza gli Atti degli apostoli, scritti da Luca, autore di questo “quinto Vangelo dello Spirito e della Chiesa”. Luca descrive la Chiesa primitiva che è costruita su quattro pilastri: l’insegnamento degli apostoli, la frazione del pane, la preghiera, l’unione fraterna. Oggi viene sottolineata la “unione fraterna” (koinonia): a fare comunità cristiana, non basta che si raduni un certo numero di cristiani per celebrare un rito liturgico; occorre l’unione fraterna, e questa ogni giorno della settimana. Cristiani a 360 gradi, non solo festivi ma anche feriali!

 

Non essere più incredulo!

Il brano evangelico di oggi è dedicato a Tommaso, che rappresenta tutti coloro che fanno fatica a credere. Cristo è paziente con la libertà umana; anche noi non dobbiamo scoraggiarci dei nostri dubbi, e dobbiamo sempre rifiutare ogni forma di teologia e pedagogia della violenza: “Ogni forma di violenza usata nel campo della religione e dell’educazione è illegale e immorale, anche a fin di bene” (A. Rosmini). L’episodio è stato scelto dall’evangelista Giovanni con l’evidente intento di ammaestrare i credenti: imparare a vedere Cristo solo con gli occhi della fede. Ci troviamo davanti a una scena tra le più efficaci del Vangelo: notare la pervicacia arrogante dei tre “Se non …”, cui corrispondono con affettuosa ironia i tre imperativi di Cristo: “Metti … guarda … metti …”.  Quindi, ansie, dubbi, problemi … non devono scoraggiare; gli stessi problemi possono diventare una risorsa e una energia. Il filosofo del dubbio, Cartesio, andò a Loreto in pellegrinaggio a ringraziare la Vergine per avergli ispirato il metodo del dubbio. Anche Giovanni della Croce, nella sua Notte oscura, scrive che una certa disperazione avvicina alla perfezione. E lo stesso Gesù raggiunse il massimo della gloria dopo avere vissuto l’esperienza del processo e della morte: quel suo umanissimo grido, da un lato esprime lo smarrimento di ogni certezza (“Perché mi hai abbandonato?”) e dall’altro l’abbandono filiale all’Onnipotenza del Padre (“Nelle tue mani consegno il mio spirito”).

 

Tommaso: il primo protestante e il positivista irriducibile!

Oggi la Chiesa ci offre un’altra occasione per convertirci alla gioia della risurrezione; per questo ha scelto il diffidente, l’irriducibile, l’incredulo Tommaso. Tommaso è un vero uomo moderno, un neopositivista che crede solo a ciò che tocca; il suo metodo è la verificabilità; per lui il peggio è sempre la cosa più certa. Tommaso è il primo dei “protestanti”; diventando un “protestante” si è preparato ad essere un buon “cattolico”; fosse stato un conformista, sarebbe diventato un mediocre cattolico, mai avrebbe potuto dire: “Mio Signore e mio Dio!”. Gli apostoli erano così irritati per la sua testardaggine che volentieri lo avrebbero malmenato per costringerlo a credere (il metodo della violenza, che nei secoli avrà sempre tanti seguaci!). Ma Cristo amava Tommaso, lo ha difeso e l’ha chiamato vicino a sé: “Tommaso, fa’ quello che vuoi”. E Tommaso è caduto in ginocchio: “Mio Signore e mio Dio!”: un vero grido di amore; nessun altro apostolo aveva mai chiamato Gesù “Mio Dio”. Proprio da questo Tommaso, dubitante e violento, Cristo ha ricevuto un grande atto di fede e di amore. Questo fa il Signore: trasforma le nostre colpe, i nostri dubbi, le nostre disperazioni in … felici ricordi, in gridi di amore.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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