+ VANGELO (Gv 6,30-35)

Martedì 2 maggio 2017

III Settimana di Pasqua

 

 

+ VANGELO (Gv 6,30-35)

Non Mosè, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo.

 

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, la folla disse a Gesù: «Quale segno Tu compi perché vediamo e Ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità Io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è Colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il Pane della vita; chi viene a Me non avrà fame e chi crede in Me non avrà sete, mai!». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

L’incapacità degli ebrei di comprendere il significato del vero Pane, del nuovo Pane donato dal Padre per sfamare le genti, continuerà oltre la morte di Gesù, solo pochi all’inizio crederanno in Lui e si ciberanno del cibo che sazia. Egli ha donato in un gesto pieno di Amore, il suo Corpo da mangiare sotto le sembianze del pane di grano e il suo Sangue da bere sotto le sembianze del vino.

Nessun dittatore ha mai pensato di sfamare il popolo, nessun miliardario si è mai preoccupato di dividere le ricchezze con i poveri.

Per dare un esempio dell’agire umano opposto a quello di Dio, consideriamo quanto sta avvenendo in una Nazione ricca come il Venezuela. Già Chàvez aveva ridotto questa ricca Nazione ad un borgo periferico, dove mancava anche la carta igienica e la popolazione cominciava a soffrire la fame.

Con il suo successore Maduro le cose sono peggiorate fino a fare uccidere quasi cento manifestanti che legittimamente in questi giorni chiedono condizioni economiche migliori e la fine della sua dittatura. Si calcola che in questi anni sono arrivate fino all’80% le famiglie povere del Venezuela, mentre prima riuscivano a sopravvivere.

La dittatura è sempre stata la morte di un popolo, una morte sociale che può arrivare anche a quella fisica. Se quel popolo prega non sarà mai morto nello spirito, ed è stata la Fede in Gesù Cristo ad avere sostenuto centinaia di milioni di cittadini dell’Europa dell’Est durante le dittature comuniste nelle loro Nazioni.

Questa povertà indotta Gesù non la vuole, piange per i popoli sottomessi a dittatori senza cuore e Lui interviene se una popolazione oppressa prega e Lo invita ad intervenire. Altrimenti lascia la libertà, il libero arbitrio anche dei cattivi e rispetta l’autonomia di ognuno.

I poveri costretti a diventare tali sono quelli che Gesù ama di più, ridotti tali da una procurata povertà da parte dei potenti, schiacciati da una ingiustizia sociale che vede però quanti la predicano, possedere buone ricchezze. Comunque, sono benestanti. È questa la vera ingiustizia che non viene criticata dai politici consenzienti.

In Italia c’è la povertà dei disoccupati per la mancanza di lavoro, è pure vero che ci sono furbi che vogliono restare poveri per la scelta di non voler lavorare a causa della pigrizia o perché illusoriamente sono convinti che in qualche modo riescono a sopravvivere.

Dio aiuta i puri di cuore, chi lo merita e si inserisce in un cammino di Fede che prevede innanzitutto l’umiltà, la perdita dell’orgoglio.

È vero che Dio “fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti” (Mt 5,45). Però i malvagi e gli ingiusti non devono illudersi di meritare gli interventi di Dio vivendo nel male, compiendo opere maliziose e furbe.

Gesù si presenta come il vero Pane che toglie ogni fame dell’ambizione, del voler possedere molto, della fissazione di apparire ciò che non si è, della superbia della vita così sottile e incomprensibile anche per i cristiani che pregano ma non conoscono realmente la loro vita interiore.

Anche i cristiani poco esperti nella spiritualità non riescono a controllare la superbia della vita e hanno comportamenti improntati su una certa superiorità sugli altri, che si manifesta nella poca importanza che danno alla vita altrui. È un comportamento sbagliato e sottile che appare naturale a molti cristiani. Si tratta, invece, di un atteggiamento privo di amore.

Quando Gesù afferma che fa sorgere il sole sopra tutti, indistintamente, avverte i cristiani di saper scegliere il vero Pane che appaga senza rincorrere le chimere del mondo, e di saper vivere nel mondo con una importante padronanza di sé. Senza questo controllo, si corre il rischio di seguire i pensieri sbagliati e la presunzione di essere migliori degli altri, forse perché si fa parte di un gruppo di preghiera o si và a Messa.

Gesù conosce bene i nostri cuori e i nostri pensieri, rimane impossibile ingannare Lui.

Non riescono a ricevere doni dallo Spirito Santo quanti vivono in questa presunzione anche se pregano ogni giorno. Il Pane donato da Gesù deve saziare il nostro spirito e farci sentire appagati, deve mettere un freno ai comportamenti sbagliati, questo significa mangiare con grande profitto il nuovo Pane disceso dal Cielo.

Non bisogna farsi molte illusioni solo perché si prega, si corre il rischio di giustificarsi anche quando si sbaglia e di considerarsi perfetto.

È un dovere del credente controllare la sua spiritualità con un confronto con un Sacerdote per conoscersi meglio e capire le inclinazioni sbagliate, le illusioni coltivate per anni, le convinzioni sbagliate, le debolezze coltivate nel seguire i pensieri che arrivano alla mente e che si scambiano come ispirazioni di Dio.

La mancanza di Dio è la trappola pericolosa per un cristiano, quando è svuotato dello Spirito Santo ed è convinto di fare tutto bene.

Dobbiamo metterci sempre in discussione, tutti, con umiltà e la consapevolezza che Gesù ama e predilige i puri di cuore. Sono simili a Lui.

L’abbandono sincero in Gesù si manifesta non tanto con le sole parole, occorrono le opere, l’ascolto di Lui e la disponibilità a cambiare scelte di vita se non conducono all’osservanza del Vangelo. Quando la disposizione del cristiano è quella che vuole Gesù, lo Spirito Santo agisce e trasforma il cuore, la mentalità, la vita.

Riduce sempre più la forza dell’istinto e il cristiano avverte una nuova forza interiore che calma ogni appetito passionale, opposto alle virtù.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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