Titolo: “Avevo gli occhi belli”: un libro che spezza il silenzio e ci riguarda

Titolo: “Avevo gli occhi belli”: un libro che spezza il silenzio e ci riguarda

Cadenze Letterarie – del 19 giugno 2025 – La Grooveria, Fiumicino

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Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.Si è svolto nei giorni scorsi, presso La Grooveria di Fiumicino, il quarto appuntamento della rassegna “Cadenze Letterarie”, che ha visto protagonista il libro “Avevo gli occhi belli” di Valentina Iannaco, edito da Armando Editore. L’incontro, intenso e partecipato, ha trasformato la letteratura in uno spazio di ascolto, memoria e riflessione collettiva sul tema urgente della violenza di genere.

“Non è solo un libro. È un grido. È una carezza per chi non c’è più… e per chi resta.” Così si è aperto ieri sera Cadenze Letterarie, illuminando il volto e il cuore di chi ascoltava, in riva al mare.

Nel 2024, secondo i dati del Ministero dell’Interno, sono state uccise in Italia 120 donne, di cui 88 in ambito familiare e affettivo. Al 31 maggio 2025, i femminicidi sono già 67, di cui 55 per mano di partner o ex partner. Questi numeri non sono solo dati: sono vite. Sono madri, figlie, sorelle. Ogni tre giorni una donna viene uccisa. E dietro ogni numero c’è una storia che qualcuno non ha voluto ascoltare.

La protagonista della serata è stata Valentina Iannaco con il suo libro “Avevo gli occhi belli” (Armando Editore), dedicato ad Anna Borsa, una giovane donna uccisa nel 2022 mentre lavorava. Anna sognava la normalità, un lavoro, una vita tranquilla. È stata assassinata da chi non ha saputo amare. La sua storia è ora memoria viva.

Valentina, con voce trattenuta e sguardo fermo, ha raccontato l’urgenza che l’ha spinta a scrivere:

“Ho dato ad Anna le parole che non potrà mai dire. Scrivere questo libro ha significato accoglierla nel mio respiro, restituirle il tempo che le è stato tolto.”

Ha poi presentato il libro in modo emozionante e sentito, tanto che molti hanno avuto la percezione che lei stessa fosse una parente della vittima, una sorella. Valentina ha raccontato come questo libro sia nato da un’urgenza profonda, e dalla connessione emotiva intensa con la storia di Anna Borsa. Ha descritto la genesi dell’opera come un processo doloroso ma necessario, un percorso condiviso con la famiglia Borsa, e in particolare con il fratello Enzo, figura centrale nel sostegno e nella memoria. Ne è emerso il ritratto di una ragazza solare, amata, che cercava Casella di testo: Clicca sull'immagine per guardare il video completosolo normalità e serenità. Il suo ricordo è stato restituito con rispetto, empatia e autenticità. La narrazione di Valentina ha toccato corde profonde nel pubblico, rendendo Anna viva nella voce di chi l’ha raccontata come fosse sangue del proprio sangue. Ha narrato la genesi dell’opera, la sua vicinanza con la famiglia Borsa e in particolare con il fratello Enzo, con cui ha condiviso il dolore, il rispetto e il desiderio comune di far vivere ancora la voce di Anna.

Accanto a lei, Mauro Valentini, curatore della collana “Dentro le storie” ha sottolineato la responsabilità collettiva:
“Serve il coraggio di nuove narrazioni. Questo libro non parla solo di femminicidio. Parla del silenzio che abbiamo attorno e dentro di noi. E ci chiede di romperlo.”

E ha aggiunto con forza, coinvolgendo tutto il pubblico:

“Il lettore attento legge per capire se quella storia lo riguarda. E questa lo riguarda, eccome. Perché questa non è una tragedia privata. È una ferita collettiva. Genitori, adolescenti, scuola, istituzioni: tutti dobbiamo essere vigili. Perché nessuno è al sicuro se la cultura dell’amore si trasforma in possesso.”

La psicologa Sonia Buscemi ha aggiunto una riflessione fondamentale:

“Quando una donna viene uccisa, non muore solo lei. Muore anche una parte di chi la amava, di chi le credeva. E per ricostruire, servono parole che curano.”

Ha poi specificato un concetto spesso frainteso:

“Occorre anche devittimizzare la vittima. In psicologia, parliamo di legame traumatico o di resistenza silenziosa: dinamiche in cui la donna, pur consapevole del pericolo, si adatta per proteggere gli altri. Pensa: ‘Se è aggressivo con me, lo sarà anche con chi mi difende. Sa dove vivono i miei familiari.’ In quel momento, non è debolezza: è una forma estrema di protezione. È un sacrificio consapevole, una strategia tragica. E come società dobbiamo saperlo leggere. E accoglierlo.”

La mental coach Maria Grazia Imbimbo ha tracciato il percorso interiore verso la consapevolezza:

“Bisogna imparare a riconoscere il pericolo nelle proprie emozioni. È solo conoscendoci che possiamo salvarci.”

E ha aggiunto con sensibilità:

“Prima di poter aiutare gli altri, dobbiamo prenderci cura di noi stessi. È da lì che nasce ogni forma sana di relazione, di ascolto, di presenza.”

Ha moderato Sergio Mingrone, co-promotore di Cadenze Letterarie. Con la sua voce e la sua presenza ha trasformato le letture in momenti di intensa emozione condivisa. Le sue parole hanno dato corpo alle assenze, rendendole presenza viva:

“Quando leggo queste righe, sento Anna accanto. Le parole le hanno ridato carne. E la carne chiede giustizia, ma anche memoria.”

Presente anche la Consigliera comunale Federica Cerulli, la cui partecipazione ha avuto il peso di una dichiarazione politica autentica:
“In certi luoghi non si viene per apparire. Si viene per esserci. E io volevo esserci.”

Ha poi dichiarato:

“Il nostro impegno su questi temi parte dalle scuole del territorio. Abbiamo già un programma in essere, e nei prossimi mesi lo potenzieremo con il supporto diretto dei dirigenti scolastici. Perché educare al rispetto e alla consapevolezza è il primo atto concreto contro ogni forma di violenza.”

Un momento particolarmente toccante è stato il coro spontaneo del pubblico:
“Siamo arrivati con uno stato d’animo, con delle idee e conoscenze… ce ne andiamo arricchiti. Culturalmente. Umanamente.”

Tra le mani di una partecipante, un gesto che ha toccato molti: un ritaglio del quotidiano La Provincia, con il titolo: “Si parla di libri in riva al mare”. Vederci raccontati tra le pagine di carta, con quella semplicità forte, è stato un piccolo segno che il nostro lavoro culturale ha un senso. Che la memoria cammina, se qualcuno la accompagna.

Il pubblico ha tributato un lungo applauso, rivolto a tutti i relatori, ma soprattutto a chi costruisce e tiene viva questa realtà: chi cura e ospita il salotto letterario del litorale laziale. Un luogo dove la parola non è solo cultura, ma cura. Dove la memoria non è solo racconto, ma resistenza.

I miei personali ringraziamenti vanno alla host Carmela Tivisionno, che con la sua accoglienza autentica ha saputo trasformare uno spazio in casa per tutti, e alla Grooveria, che si conferma luogo di cultura viva, umana, necessaria. Ringrazio profondamente l’autrice Valentina Iannaco, che ha onorato Cadenze Letterarie della fiducia nel presentare la sua opera prima: per noi è stata una grande responsabilità, ma anche un grande privilegio.

Un ringraziamento sincero anche a tutti i graditi ospiti, perché senza di loro ci sarebbero state meno emozioni, meno interazioni: sarebbe stata una conferenza tra autrice e relatori. Invece è stata una serata di vera condivisione.

Immagine che contiene vestiti, persona, calzature, donna

Il contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.Riteniamo che la presenza dei Centri Antiviolenza del territorio avrebbe rappresentato un valore essenziale per questo appuntamento. Un’occasione importante è andata perduta: quella di essere parte attiva di un confronto che ha toccato ferite aperte e urgenze reali.

Ci auguriamo che nei prossimi incontri i Centri Antiviolenza e le associazioni del territorio possano accogliere il nostro invito con la consapevolezza del ruolo che possono e devono svolgere, offrendo la loro testimonianza e — se lo vorranno — dando voce anche a chi ha vissuto esperienze di violenza e desidera condividerle.

Perché certe presenze non sono una formalità. Sono un dovere morale.

“Il libro ‘Avevo gli occhi belli’ è disponibile in tutte le librerie, sia online che fisiche.”

La serata si è chiusa con un annuncio importante: la nuova scaletta di Cadenze Letterarie è aperta da settembre. Chi ha una storia, un libro, una ferita o una luce da condividere, sa che può scrivere. Le Cadenze sono porte aperte, cuori in ascolto, memoria che continua.

Cadenze Letterarie non è un format. È un respiro collettivo. È ascolto. È presenza. È cultura che si prende cura.

Info e contatti:

Prossimi appuntamenti su: www.dinotropea.it

Per proporre un tema o un libro: dino.tropea@gmail.com; media@dinotropea.it

Presto online il video della serata. #AvevoGliOcchiBelli #Femminicidio #NumeriCheUccidono #CadenzeLetterarie #Cultura

Gentilissima redazione,

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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