“E’ auspicabile – scrive Pasquale Sarnelli (nella foto), Dirigente provinciale Acli Caserta – che talune feroci ostinazioni registrate nel raggiungimento delle candidature nelle prossime elezioni restino negli eletti anche dopo nell’aggredire i tanti problemi che attanagliano il nostro territorio: lavoro, occupazione, rifiuti , sicurezza, sanità , servizi sociali, ambiente, etc. Anche se quest’ultimi sono ancora del tutto assenti nel dibattito politico, ciò non ci esime dal proporne ancora un altro. Alla vigilia dell’apertura dell’anno accademico 2010 vale la pena, infatti, riproporre l’antica “questione†della Seconda Università di Napoli. La sua istituzione traguarda, infatti, quest’anno i vent’anni; la sua attivazione corsuale i diciotto; l’inizio della costruzione del suo Policlinico i quindici. Rispetto a questi anniversari, per&ogr ave;, rimangono ancora irritanti ed offensivi perché irrisolti, i problemi di sempre: nome, sede del rettorato e policlinico. Le loro mancate soluzioni continuano ad offendere la dignità , la passione e le ansie di un territorio che si vede, da sempre, costretto ad ospitare una istituzione formativa che porta il nome di un altro territorio e questo per intollerabili soffocamenti metropolitani centripeti. Il nostro archivio storico – fatto di migliaia di articoli di stampa, di pronunciamenti, di documenti, di iniziative intraprese in tal senso,, di dichiarazioni politiche estemporanee e di puntuali impegni traditi – rimane ricco di ignavie, di inerzie, di voltafaccia, di supponenze dei poteri forti che hanno mortificato, nei tempi, la giustezza di queste risoluzioni. E’ pur vero che da tempo manca il senso di una forte civitas come quella – raccolta di 75 mila firme, serrate generali, cortei, dibattiti – che nel passato caratterizzò la nascita della SUN e f u periodo di grandi speranze. Gli obiettivi sopra denunciati, al contrario, in questi 20 anni, mai hanno avuto analogo impegno civico anzi hanno spesso solo creato divisioni. La vicenda del rettorato resta carica di un fariseismo ineguagliabile con centinaia di sedi alternativamente indicate cui hanno fatto seguito numerosi falsi accordi, sottoscritti e mai realizzati. L’ultimo – ma il secondo negli anni – quello nella Reggia. Il Rettorato resta ancora a Napoli violandosi cosi, da parte di una Istituzione pubblica, il dettame legislativo del DPR del 27 Aprile 1992. Il nome: per esso indignano non tanto le avversioni dei baroni ma soprattutto le posizioni espresse in merito, spesso, dai tanti nostri amministratori e politici locali. Rimane, poi. sconsolante e non aggettivabile la vicenda del policlinico, con le sue revoche, le sue mancate riprese, i dolorosi licenziamenti di lavoratori, inutilmente denunciate da operai, sindacati. Per quanto ci riguarda, senza resa, a gior ni, promuoveremo ancora una volta una raccolta firme per stigmatizzare tale impasse complessivo e per denunciare queste catene di palleggiamenti. Un’iniziativa per una doverosa denuncia di un rapporto complessivo – quello tra territorio casertano ed un’istituzione culturale – vilipeso da quest’ultima da troppo tempo e ad oltranza, rapporto che deve rinnovarsi se si vogliono risolvere anche gli atavici problemi summenzionati e rispetto al quale chiederemo il coinvolgimento del neo eletto parlamentino provinciale e quello del Consiglio Comunale del Capoluogo ancora assente anche se più volte sollecitatoâ€.
Pietro Rossi