CASERTA. COLLOCATO A RIPOSO IL VICARIO ‘CON I BAFFI’ (DR. CIRO D’ALESIO) DELLA SEDE INAIL.

17650004SALUTO CIRO D'ALESIO 003SALUTO CIRO D'ALESIO 011SALUTO CIRO D'ALESIO 013di Paolo Pozzuoli

17650002Non è sfuggito alle rigide maglie di quanto previsto sia dal D.L. 201/2011, convertito in L. 214/2011, sia dalle ‘novità’ introdotte dalla riforma – sempre in materia pensionistica – Monti-Fornero, il vicario ‘con i baffi’ della Sede Provinciale INAIL di Caserta, dr. Ciro D’Alesio, collocato ‘di ufficio’ a riposo, in possesso dei requisiti standard. Quasi un fulmine a ciel sereno non solo per lo stesso vicario ma anche per il dr. Alfonso Cangiano, dirigente attivissimo e vivacissimo, e per l’encomiabile personale! Bella e costellata di soddisfazioni e di successi la carriera di Ciro D’Alesio nel pianeta INAIL: apprezzato per l’invidiabile preparazione, l’interessante competenza e la pregevole cultura, propria di un distinto figlio di una Città ricca di Storia e di Arte qual è Capua, ha dato un valido contribuito ai tanti record stabiliti dalla Sede di Caserta, da anni ormai stabilmente ai primissimi posti delle varie graduatorie in campo nazionale. Un funzionario così, un personaggio così non poteva non riservare ai colleghi un’ennesima sorpresa, peraltro ampiamente ricambiata. È stato il primo, infatti, ad aver instaurato un nuovo corso, ad aver introdotto una nuova esperienza, ad aver dato precedenza assoluta ad un graditissimo incontro conviviale, finora realizzato solo in un secondo momento: soltanto dopo l’avvenuto esodo (i greci dicevano  ὕστερον-πρότερον ”usteron-proteron”, fare, cioè, prima quello che di solito va fatto dopo). È stato, come dire, un modo raffinato, teso ad eliminare l’immancabile momento commotivo che va a braccetto con il distacco. Un’anticipazione in buona parte legata anche al vecchio stereotipo che, assimilando la partenza per un viaggio a tante peripezie, non escludeva il rischio del non ritorno. E Ciro, prima di mettere piede definitivamente a Caserta, di peripezie, attraverso le varie sedi dell’INAIL (da  Bergamo ad Isernia, ad Aversa, a Latina, a Formia) e per più di due terzi del cammino di sua vita (comunque una sua scelta, non una imposizione), ne ha passate. A prescindere, la chiave di lettura è una sola: Ciro non sarà mai un ex! Ovvero, Ciro sempre uno di noi. E così – messi da parte meriti, riconoscimenti, panegirici, retorica che possono ingenerare confusione, dare alla testa, picchiare in testa proprio come il motore di un’auto da revisionare – è stato trattato. Anche perché Ciro, conoscendo il suo stile, non direbbe mai “ho speso buona parte della mia vita all’INAIL, ho sprecato inutilmente tanto tempo, ho fatto questo, mi sono adoperato per quest’altro, ho sacrificato la famiglia, ecc.”. Tutto demandato agli altri. Non possiamo quindi non riferire che di Ciro – per chi ancora non lo conosceva, era solo un nome ed un cognome – e della sua preparazione ce ne parlò un collega con il quale stava effettuando la preparazione al concorso dove, per decisione di un indegno direttore generale, furono ‘eliminati’ gli over ’50. Da qualche tempo a questa parte, Ciro D’Alesio è assurto ad icona della massima latina ‘mens sana in corpore sano’. Praticando  ciclismo, nuoto e podismo, energetici naturali per tener desti spirito e mente, continua a coltivare ed a soddisfare molteplici interessi fra i quali, in modo speciale e predominante, quelli culturali e pastorale-ecclesiastici. Uomo di vaste positività e da un curriculum lavorativo, prestigioso ma avaro (… senz’altro meritata – e lo diciamo non perché colleghi ed amici – la qualifica  dirigenziale, avendone titoli, peso e qualità), non ha avuto, ahimè, i dovuti riconoscimenti. Certamente più vantaggiosa e fruttuosa sarebbe stata l’appartenenza ad una delle tante amministrazioni militari: tale da far sostenere a Ciro, sul pettorale, il peso di tante medaglie ed altrettante mostrine. Ciononostante, Ciro ha tirato dritto lungo il solco tracciato con raffinata accuratezza dal dr. Enrico Carrella, vicario storico, suo predecessore, maestro e guida. Anche qui, nessun velo di malinconia! Subito rimosso e riposto nel comò dai tanti ricordi predominanti: dal collega birichino che volutamente si nascondeva all’atto della verifica della presenza pomeridiana all’altro che cercava di sgattaiolare senza permesso, dai begli occhi di cerbiatta di una collega all’indimenticabile sorriso malizioso di un’altra, dalla voce calda e suadente di un’altra ancora che riecheggia nelle orecchie ai blitz di chi, a seconda delle stagioni, si lamentava del caldo e/o del freddo nel proprio ambiente (… “dottore D’Alesio, oggi fa freddo; una sola borsa d’acqua calda non basta; quanto meno si dovrebbe aggiungere un visone; … in mancanza, potrebbe andar bene anche una tuta da sci! … dottore D’Alesio, non si può resistere per il caldo; perché, al posto dei ventilatori, non procurate un pentolone di sorbetto al limone?” Dobbiamo riconoscere che è stata molto brava e scaltra Luisa Ranieri a fare proprie queste scenette senza corrispondere alcun diritto d’autore!). E, per finire, mentre noi, qui, siamo pronti ad intonare un mix di “arrivederci” come cantavano Umberto Bindi e Renato Rascel, là, sul bancone di Giovanni, il giornale, simbolo del comando di Ciro, dalla faccia di straniero ornata da baffoni che ricordano i poliziotti degli anni ’60, sta piangendo, destinato ormai a finire nelle mani del primo arrivato! “Ed ora, Ciro carissimo, nell’abbracciarti e nell’augurarti lunga vita – molto di più dei due terzi spesi dentro il pianeta INAIL – ed un felice, definitivo ritorno fra i tuoi cari, ti consegniamo questo ‘cadeau’ che non ha il sapore di una liquidazione né di un benservito. Contiene, infatti, gli ingredienti inestimabili e intramontabili della stima e dell’affetto che resteranno sempre. È un ‘montre’ particolare! Oltre alle ore, segna anche i minuti e i secondi. Che potrai sostituire con uno di noi, a seconda dell’intensità del rapporto, quando, in un momento di nostalgia, avrai modo di ricordarci”.

 

 

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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