Caserta – Corso di formazione deontologia giornalisti

2014-04-12 005Sabato 12 Aprile scorso il corso di formazione organizzato dall’Ordine dei  Giornalisti della Campania, in collaborazione con l’associazione giornalisti casertani Trenta Righe, primo ed unico appuntamento organizzato, fino ad ora, nel Capoluogo, presenti anche Tilde M2014-04-12 003aisto e Mattia Branco.

I lavori sono stati aperti da Giuseppe Perrotta, presidente dell’associazione Trenta Righe, seguito a ruota dal giudice di Cassazione Raffaello Magi che ha tenuto una lectio magistralis su diversi punti attinenti la formazione: dalla diffamazione stampa alla responsabilità civile, passando per la violazione del segreto istruttorio fino alla privacy. Il giudice Magi ha ricordato casi estremi come la condanna di Google per la pubblicazione di  un video di un disabile maltrattato e la condanna del direttore di Libero Maurizio Belpietro a quattro mesi di carcere poi tradotta in multa pecuniaria dalla Corte Europea, fino al rinvio a giudizio di Marco Travaglio per un editoriale contro la collega di Rai1 Grazia Graziadei. “Il diritto di critica e la libertà di stampa che vengono sanciti dalla Costituzione – ha affermato il giudice di Cassazione – devono rientrare sempre nei limiti della verità. Non si può criticare partendo da una notizia falsa”. Magi ha richiamato poi i giornalisti ad un maggiore lavoro di inchiesta. “La stampa dovrebbe fare una maggiore ricerca autonoma per avere dati certi” ha aggiunto il giudice che non ha mancato di richiamare anche la necessità di un maggior rapporto tra i giudici ed i giornalisti.

Dopo le incalzanti domande dei giornalisti al giudice Magi, è stato il turno del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli entrare nello specifico del codice etico dei giornalisti, ricordando tutte le prescrizioni, dalla Legge 69/63 che, all’articolo 2, prescrive tutti i diritti ed i doveri della professione, passando dalla Carta di Treviso alla Carta di Roma. “Le regola della nostra professione sono chiare e, soprattutto, le ritroviamo sia nella Costituzione che nella legge del 1963. E’ fondamentale conoscere le nostre regole per poter offrire un lavoro perfetto ai nostri lettori, coi quali dobbiamo creare un legame stretto”.

Le fonti, quindi: l’articolo 2 della legge dice che “è diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitate dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede”

“Devono essere rettificate le notizie che risultino inesatte, e riparati gli eventuali errori. Giornalisti e editori sono tenuti a rispettare il segreto professionale sulla fonte delle notizie, quando ciò sia richiesto dal carattere fiduciario di esse, e a promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti e editori  e la fiducia tra la stampa e i lettori”.

In considerazione dell’art.2  della legge 69/63 i principi etici sono:  il rispetto della verità, il rispetto delle persone, il rispetto delle fonti, il rispetto di colleghi editori e lettori.

Il rispetto della verità dei fatti, ossia raccontare l’accaduto senza omissioni, esaltazioni   o  interpretazioni;  verificare sempre le  notizie  cercando più fonti, affidarsi al principio di prudenza  e non alla logica dello “scoop”; esercitare l’esercizio critico della ragione; distinguere il giornalismo dalla pubblicità.

Il rispetto delle persone, infatti dietro ogni notizia ci sono persone con il loro patrimonio di diritti, non si pubblicano elementi identificativi di minori, non si pubblicano elementi identificativi di o persone vittime di violenze sessuali, non si pubblicano immagini lesive della dignità.

Il rispetto delle fonti, il giornalista non rivela le sue fonti se queste hanno carattere fiduciario. Al contrario, ha l’obbligo di indicare sempre le fonti di dichiarazioni o affermazioni, evitando i “si dice”.

I giornalisti che violano le norme disciplinari sono sottoposti a giudizio (art. 48 legge 69/63). In caso di colpevolezza possono subire quattro tipi di sanzione: l’avvertimento – la censura – la sospensione – la radiazione.

Il “Codice di deontologia”  è il documento più cogente in quanto fa parte dell’Ordinamento come norma secondaria. Nasce nel 1998 come allegato (art. 25) della legge sulla privacy (n. 675/96) ora è previsto dall’art. 139 dlgs 196/2003. Scritta dall’Ordine ma approvata dal Garante. Traccia un confine tra libertà d’informare e diritto alla privatezza.

La “Carta di Roma”  adottata il 13 giugno 2008 da Ordine e Fnsi, riguarda le informazioni su richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta, migranti.

Il “Codice media-sport”, sottoscritto nel  luglio 2007 da TV, Ordine, Fieg , Fnsi, regola l’informazione sportiva anche al di fuori di testate giornalistiche.

A chiudere i lavori è stato Carlo Verna, consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che si è soffermato sulle riforme nazionali che dovrà affrontare a breve l’Ordine.

Matilde Maisto

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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