CASERTA. L’ARTISTA PARTENOPEO LUIGI GROSSI ESPONE ALLA REGGIA LE SUE OPERE TITOLATE “LE RADICI DEL REALEâ€.
di Paolo Pozzuoli
Benvenuto alla Reggia maestro Grossi! Preceduto da una chiara e consolidata fama e da una critica attenta, lusinghiera e, nello stesso tempo, stuzzicante e tentatrice che spinge verso orizzonti inesplorati che ispirano nuove tematiche e tecniche cromatiche, sì da anticipare, sorprendere, stupire, affascinare un pubblico sempre più affamato di novità e spinto dalla curiosità di trovarsi di fronte ad opere di particolare originalità , Luigi Grossi, esponente di punta della nouvelle pittura napoletana, fa tappa a Caserta. E’ la prima volta che l’artista napoletano espone nella nostra Città le sue opere, particolarmente apprezzate da un pubblico sempre più numeroso. Un evento, dunque, la presentazione de “LE RADICI DEL REALEâ€, titolo della mostra. Che sarà inaugurata alle ore 17:00 di giovedì 16 luglio p.v. e resterà aperta fino al giorno 2 agosto c.a.. In programma la presentazione – a cura del dr. ing. Carlo Roberto Sciascia, noto critico d’arte – presso la Sala degli Specchi dell’Ente Provinciale per il Turismo e subito dopo l’esposizione (curata da Ilaria Sabatino) nel salone di rappresentanza della Pro-loco. Una novità assoluta questa ‘prima’ casertana di Luigi Grossi, ‘artista poliedrico e in costante ricerca espressiva’, un ‘pittore’ – ha sottolineato il prof. Aldo Masullo, il filosofo dell’estetica, del bello, nel senso di καλός, (kalòs), che qualche anno fa, a chiusura degli <Incontri con l’autore>, abbiamo avuto l’onore di seguire una sua lectio magistralis sul tema <DOVE VA LA FEDE?> – ‘affamato di vedere il non ancora visto’. Luigi Grossi riversa nelle sue straordinarie opere tutto quanto rimugina interiormente che, altrimenti, non riuscirebbe a manifestare. In modo particolare, il meraviglioso, stupendo ‘ensemble’ di colori  che ci spinge a ‘dipingerlo’ come verace figlio del Vesuvio. Insomma, senza tante perifrasi, senza giri di parole, nel maestro Luigi Grossi, attrattivo e seducente com’è, abbiamo colto quel quid plus – una dote di pochi eletti – che spinge a coltivare l’arte in generale e ad amare la pittorica, in particolare. “L’arte non è per tutti†– ha riferito la prof. arch. Carmen Pasconcino, un’autorità nel variegato e policromo campo artistico, da noi interpellata – “ma tutti possono far parte dell’arte; non tutti sanno le regole del linguaggio visuale ma tutti siamo capaci di emozionarci al cospetto di una statua, di un quadro, di una qualsiasi opera che susciti un sentimento; l’arte contemporanea, al di là delle tecniche usate, deve dare spazio alle emozioni personali lasciando a ciascuno la libertà di vedere ciò che vuole: il primo impatto è l’ immagine, quella che ti fa venire la pelle d’oca o le lacrime agli occhi; come dire, non ci si deve intimorire e/o sentire troppo ignoranti per andare ad una mostra d’arte; è difficile conquistare l’artista tessendone lodi sperticate con frasi mirabolanti ma è fuori di dubbio facile allontanare il pubblico da una possibile emozioneâ€. Carmen Pasconcino, concludendo, ritiene sia necessario e indispensabile “invitare il pubblico, incuriosirlo, spingerlo, sollecitarlo a trovare l’opera che gli farà cambiare, anche se per pochi minuti, il modo di guardare il mondo con sentimenti nuovi; educhiamo a soffermarci sulle opere osservando e non guardando tra una patatina e l’altraâ€.