È CALATO IL SIPARIO SULLA ‘GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA’.

MIMOSA 1 di Paolo Pozzuoli

Da quanto è stato scritto e detto ed abbiamo avuto modo di leggere ed ascoltare in occasione della giornata dell’8 marzo u.s., ci è sembrato che, ancora una volta, sono state messe da parte e/o abbandonate quasi del tutto la genesi e la storia di una giornata “simbolo” qual è la giornata internazionale della donna, trasformata nel tempo e diventata tout-court “giornata della donna”. Aggiungendo la sostituzione dei colori, dallo storico ‘rosa’ all’attuale ‘giallo’, e dal significato attribuito a quest’ultimo che, dalla letteratura alla quotidianità, dalle rappresentazioni ai film, lo vuole sinonimo di ‘noir’, di ‘thriller’, che trovano, attesi gli stretti riferimenti e legami ad eventi ed episodi di chiara criminalità, sempre più spazio in ogni ambiente, si ha la sensazione di assistere ad una vergognosa caduta di stile e di valori, difficile da recuperare. Ci portiamo dentro le colpe di un peccato originale, l‘avere cioè tenuto lontano le donne – ritenute più forti nel prendere decisioni, più attente ad eventuali disfunzioni in riferimento allo sperpero amministrativo ed all’immoralità fiscale – da ogni centro di interessi e di potere, che oggi stiamo tentando di espiare, aprendo loro quelle porte rimaste finora sbarrate, anche attraverso leggi e leggine varie, a centri di potere e/o professioni finora tabù o quanto meno di maggiore pertinenza maschile, con la certezza che una forte presenza di donne nelle istituzioni ed un loro coinvolgimento, costante e di qualità, laddove si prendono importanti decisioni diano finalmente frutti buoni ed abbondanti. Finisce così anche il tempo della mimosa, il delicato e soffice fiore scelto come “simbolo”. Di conseguenza, bisognerà trovarne un altro. ‘Una quercia’ – suggerisce don Franco Galeone – ‘perché queste ragazze nuove, nonostante gli ultimi agguati di certe leggi e di certi uomini, sono querce; noi amiamo le donne anche con i nostri occhi, con le nostre emozioni, con le nostre paure, e le guardiamo avanzare faticosamente, felici dei loro parziali successi, mai rassegnate alla sconfitta’. Qualche mese fa, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lanciava un preallarme dicendo “c’è un’immagine distorta della donna”. E l’altro giorno, al Quirinale – nessun glamour ma un’impeccabile austerità, un’assoluta sobrietà e tanti, tanti momenti emozionanti nel corso della cerimonia svolta nella ricorrenza della Giornata internazionale della donna – il Presidente Napolitano ha usato toni duri nel ricordare gli “esempi ignobili” come “insulti e minacce” usate con qualsiasi mezzo nei confronti delle donne (… il sessismo, se da volgare battuta da bar sale nelle sfere politiche e si esprime in Parlamento, diventa un virus duro da estirpare) ed ha calcato la mano aggiungendo che “non bisogna minimizzare questi episodi di insulti e minacce a sfondo sessuale, tanto più gravi quanto più colpiscono avversarie in politica, e comunque donne nelle istituzioni; e ne abbiamo avuto in Italia esempi ignobili”. La speciale giornata si è conclusa con la consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a sette donne, fra cui l’avv. Lucia Annibali, accolta e salutata con un  baciamano, gesto nobile e catartico del supremo Garante delle Istituzioni, vero gentiluomo e galantuomo.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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