FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO (C)

22 giugno 2025 – Solennità del Corpus Domini
FESTA DEL CORPO E SANGUE DI CRISTO (C)
- La domenica “di Gesù cibo per il nostro cammino”. Il banchetto
è un fatto umano molto importante in tutte le civiltà e religioni,
per il suo significato sociale e familiare. Questo significato
acquista un valore nuovo nella “Cena del Signore”. Cerchiamo di
approfondire alcune verità contenute nelle letture di questa
festa. Nella prima lettura è presente il tema davvero interessante
della “universalità concreta”. Melkisedek è una delle figure più strane della Bibbia; non è un ebreo,
eppure è re-sacerdote, offre a Dio pane e vino, e benedice persino Abramo, capostipite del popolo
eletto. Questa figura di Melkisedek, inattesa e misteriosa, è simbolo del sacerdozio umano
originario, e insegna che vi è un sacerdozio molto più vasto del sacerdozio ebraico e di ogni
sacerdozio clericale. - Le creature appartengono al Padre nel momento in cui nascono. La sapienza di Dio ha fatto un
“cerchio sull’abisso” e dentro questo cerchio tutte le creature sono, respirano, vivono. Tutti siamo
interni a questo progetto del Padre. Credere in Gesù non significa credere in una figura “particolare”,
entrare in una religione “particolare”; significa entrare nella religione della creazione; significa
prendere il bandolo dall’inizio; altrimenti anche il cristianesimo è parte fra le parti, e la sua fede può
diventare fanatismo aggressivo. Noi cristiani non dobbiamo chiedere a nessuno la carta di identità. - Solo questo ci deve stare a cuore: che il regno di Dio si estenda! Questo forse richiederà a noi
cristiani una maggiore umiltà. Pensate alle processioni del Corpus Domini di altri tempi, che avevano
anche lo scopo di mostrare agli altri che noi eravamo i primi, i migliori, i più numerosi. Non è una
verità autolesionista, ma liberante. E anche questa semplicità e povertà sono grazia di Dio! La mia
chiesa perde il recinto, ci ritroviamo tutti all’aria aperta, su un prato, a gruppi di 50 o di 100, distinti
ma non divisi, e tutti mangiamo a sazietà. - Non una “moltiplicazione” ma una “distribuzione”. Come si sono svolti i fatti? Un ragazzo (Gv 6,9)
ha due pesci e cinque pani d’orzo, il pane nuovo, fatto con il primo cereale che matura; nessuno gli
chiede nulla e lui mette tutto a disposizione, perché è rimasto colpito dalle parole di Gesù. È stato
un gesto contagioso: come un effetto domino o una reazione a catena, ognuno ha messo in comune
le sue cose. È avvenuta una poderosa invasione di grazia! Il mio pane diventa il nostro pane. Il poco
pane condiviso fra tutti diventa sufficiente. A questo punto Gesù è intervenuto! Gesù, per operare
il miracolo, non crea il pane dal nulla. Non trasforma, come gli aveva suggerito Satana nel deserto,
le pietre in pane. Sarebbe comodo lasciare fare tutto a Dio, e noi restare artigliati rabbiosamente al
nostro pane, preferire magari di buttarlo ammuffito nel cassonetto, anziché condividerlo nella
fraternità. Il Vangelo non parla di moltiplicazione, ma di distribuzione, di un pane che non finisce. E
mentre lo distribuivano non veniva a mancare, e mentre passava di mano in mano, restava in ogni
mano. Come avvengano certi miracoli non lo sapremo mai! Ci sono e basta. Ci sono, quando a
vincere è la legge della generosità. BUONA VITA!
Le Sante Radici – השׁרשים הקדשים
Per contatti: francescogaleone@libero.it