FOCE DEL LAGO PATRIA-Un’area di pregio in totale abbandono
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E’ sabato mattina, 18 gennaio 2011.
Siamo venuti alla foce del Lago Patria per raccogliere una denuncia di un residente: Sergio Gentili.
Ci ha fornito una copiosa documentazione e gli promettiamo di costruire insieme a lui e a tanti altri interessati, una memoria storica di quanto è accaduto e di quanto accade.
Prima di tutto una precisazione: la foce del Lago Patria appartiene al Comune di Castel Volturno e vi è la competenza anche della Riserva Naturale Foce del Volturno / Coste di Licola.
Il progetto con il quale fu finanziata la “riqualificazione†dell’area si chiamava I002.CCV.CCV e apparteneva al Progetto Integrato Litorale Domitio.
Oltre un milione di euro buttati in quanto all’intervento non è seguito nessun controllo dell’area.
Dal punto di vista tecnico è giusto far notare che l’intervento aveva delle pecche già all’origine e chiaramente individuabili nel parere ambientale del Nucleo di Valutazione Regionale degli Investimenti Pubblici.
Vediamone alcune:
“DATA LA CONSISTENTE PRESENZA DI AREE NATURALI PROTETTE NELL’AREA INTERESSATA DAL PROGETTO IN ESAME, SI RITIENE OPPORTUNA L’ATTIVAZIONE DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA…â€
Ovviamente la Valutazione d’incidenza non è stata MAI fatta dal Comune di Castel Volturno.
“SI RACCOMANDA CHE LA PASSERELLA VENGA REALIZZATA SECONDO LE MODALITÀ PRECEDENTEMENTE INDICATE (CIOE’ IN LEGNO E SOPRAELEVATE RISPETTO ALLA SABBIA, NDR)…â€
Le passerelle sono state fatte in PIETRA DI TUFO, impedendo, di fatto, qualsiasi movimento della duna e la crescita di qualsiasi pianta o arbusto.
Ad oggi, la situazione è ampiamente verificabile dalle foto allegate: degrado e abbandono totale.
Anche se, dalle testimonianze raccolte, molte persone hanno voglia di frequentare questi bellissimi posti naturali.
Giusto una curiosità : hanno montato anche dei pannelli fotovoltaici. Oltre ad essere stati, ovviamente trafugati, non sono MAI entrati in funzione…
Grazie sempre al sig. Sergio Gentili e alla Capitaneria di Porto, è stata sequestrata l’estate scorsa un’attività che prevedeva l’utilizzo delle moto d’acqua proprio lungo la foce.
Tantissime altre denunce sono state fatte in merito e qualcuno non le ha gradite, così come non era gradita una comunità di cani randagi che aveva trovato su questa duna un angolo riparato, finché non sono stati ritrovati i resti di croccantini avvelenati e la carcassa di un cane.
Ci auguriamo che quest’area riacquisti l’immagine che aveva prima dell’intervento del Comune,
perché non c’è nessun bisogno di passerelle in tufo, visto che su una duna si cammina bene anche a piedi scalzi; non c’è bisogno di staccionate o panchine in legno o gazebo, visto che possono alimentare solo falò improvvisati; non c’è bisogno di pannelli fotovoltaici, visto che non hanno alimentato nessuna illuminazione.
Si chiede solo la vigilanza di chi ha il dovere di farla e senso civico di chi fruisce questo bene, ed invece dovremo attendere, come al solito, che la Magistratura faccia il proprio corso.
Centro Studi Officina Volturno