INQUIETANTI MANIFESTAZIONI PARALLELE

di Raffaele CARDILLO

 

Matteo Renzi

Matteo Renzi

Ci ispiriamo alle “Vite parallele” di Plutarco non senza qualche timore reverenziale verso quest’opera che, riteniamo immensa, e, non vorremmo peccare di sacrilegio se accostiamo in maniera indegna le due manifestazioni che si svolgeranno in questo fine settimana di ottobre e più precisamente quella della Leopolda, patrocinata e fortemente voluta dal nostro Premier, e quella della Cgil squisitamente frondista nei confronti dei provvedimenti che si appresta ad attuare il governo in carica, palesemente contrastanti nei riguardi delle masse lavoratrici.

Alfieri di questa crociata sono Camusso e Landini i due irriducibili difensori dei diritti lavoratori che, a loro dire, vedono compromesse e vanificate le vittorie sindacali contro una classe padronale sempre più agguerrita nel voler scippare quei diritti sacrosanti alle forze lavoratrici.

Diciamo che si attuerà un duello a distanza, una tenzone parallela tra due forze contrapposte che cercheranno di far valere le loro ragioni e immettendo sul campo le loro legioni di aficionados che supporteranno la kermesse con la loro nutrita presenza e vicinanza alle idee che i vari oratori dal palco cercheranno di propalare.

Non conosciamo i dettagli circa la programmazione dei due eventi, ma riterremmo improvvida la decisione del capo del governo, che in maniera artata abbia voluto contrastare quella voluta dal sindacato, che ha serrato le fila, per protestare contro gli stravolgimenti dello jobs-act fortemente voluti dall’esecutivo.

Vogliamo sperare che la concomitanza dei due episodi, sia casuale, per non ingenerare vacue querelle altamente destabilizzanti per il Paese già duramente provato da una congiuntura che sta mettendo a dura prova la nostra economia

Queste prove di forza crediamo che non giovino all’azienda Italia, mostrare i muscoli in questi frangenti, denota una mancanza di strategia di lungo respiro e una miopia politica destinata a naufragare sulle secche del nulla.

Non è il momento di giocare con le contrapposizioni ed è molto grave quando ciò avviene nell’ambito dello stesso partito.

Notizie dell’ultima ora ci riferiscono delle dichiarazioni imbarazzanti espresse alla Leopolda dal finanziere Serra, che certamente non rappresenta i lavoratori, e pare che si sia lasciato andare col proporre uno Jobs-act più aggressivo e di limitare il diritto di sciopero dei dipendenti pubblici, segnali certamente non incoraggianti per un’eventuale composizione tra il nuovo gruppo dirigente del PD e la frangia minoritaria.

Queste palesi intrusioni di personaggi che non hanno nulla a che fare con le problematiche che attanagliano i lavoratori e, che lanciano proclami da palchi, non certamente di loro pertinenza e, si autoinvestono del ruolo, solamente perché hanno contribuito con laute donazioni alla riuscita dell’evento, francamente non si ritengono proponibili, una strana commistione non certamente utile alla causa.

Altra notizia pervenutaci in tempo reale è il siparietto tra la Bindi e la Serracchiani, uno scontro verbale a colpi di fendenti tra due esponenti di rango che rappresentano il passato, mai domo, e il futuro.

Bisogna convenire che i tempi sono cambiati ed è irrituale l’atteggiamento di chiusura di Renzi nei confronti delle parti sociali per far prevalere la sua linea di condotta; ed è altrettanto vero che questi mutamenti rivoluzionari siano recepiti dal sindacato e che si adeguino ai nuovi orizzonti con uno spirito innovativo che faccia breccia in quelle granitiche convinzioni non più al passo con i tempi.

Vivere di nostalgia significa essere anacronistici, è opportuno immergersi nella realtà attuale e guardare il futuro non come foriero d’inquietanti prospettive, ma come una nuova alba che rischiari le tenebre del passato.

È dunque propizio cambiare verso, una misura che il governo si appresta ad adottare usando quei correttivi che mirano a incentivare nuove assunzioni con il taglio del cuneo fiscale, tassando le rendite finanziarie ed erogando gli 80 euro e, soprattutto, far sì che lo Stato non faccia mai mancare il sostentamento, la sua presenza vigile al lavoratore in difficoltà.

Un assieme di provvedimenti che merita la più alta condivisione, ma formuliamo il nostro dissenso circa la diminuzione delle tutele e sull’articolo 18 che rappresentano ancora dei capisaldi contro gli attacchi discriminatori e quelli disciplinari ingiusti da parte dei datori di lavoro.

Ricorrere poi a forme innovative quali l’istituzione e l’avvio delle tutele crescenti potrebbe essere un fattore di discussione e magari essere accettato, l’importante che non ci siano delle preclusioni a prescindere, sedersi a un tavolo e confrontarsi su un piano paritario rappresenta la più importante forma di democrazia, rifuggendo quelle tentazioni di autoritarismi che affossano ogni forma di dialogo.

Auspichiamo, quindi, che le manifestazioni della Leopolda e quella di Roma abbia il necessario successo e che le risultanze emerse da quegli incontri, convergano verso un unico obiettivo ossia la salvezza della nostra Patria.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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