LA BUONA SCUOLA: UN AFFRONTO AL BUON SENSO

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di Raffaele CARDILLO

Prosegue senza soste e a tappe forzate, lo smantellamento delle Istituzioni e di quanto di buono si era costruito dai nostri Padri Costituenti, uno schiaffo, un vero insulto a quanti nel passato avevano contribuito, profondendo le loro migliori energie, a realizzare un’Italia migliore.

Una furia distruttrice che sta abbattendo ogni organismo che simboleggia il passato, la tradizione, considerati elementi insulsi e non al passo coi tempi.

Tanto per scimmiottare “i signori del drappo nero” che pur di offendere, di fare torto al Paese invaso, radono al suolo ogni simulacro che rappresenti la civiltà passata, una sorta di cancellazione dell’identità culturale, un abietto e maldestro tentativo di assoggettare le masse con turpi azioni demolitrici e di annientamento delle coscienze: cosi in tale maniera si stanno muovendo i nostrani detentori del verbo, della verità assoluta e ad onta di ogni possibile giustificato contrasto alle loro astruse teorie, minacciano con reprimende feroci chi ha osato intralciare gli augusti disegni.

E con un crescendo da “cavalcata delle valchirie” annichiliscono il dissenso, disorientando i più riottosi asservendoli al loro credo.

Un percorso che parte da lontano che ha avuto come prima tappa l’istituzione del Jobs Act, indi la convalida della nuova legge elettorale (vedi Italicum) ed ora a chiudere la trilogia: la riforma della cultura denominata “la buona scuola”.

Un titolo abbastanza emblematico, accattivante foriero chissà di quali piacevolezze, da incantatore di serpenti, ma che mostra i suoi limiti, nello sviscerare i punti salienti che collidono in modo conflittuale con la visione universale della Scuola che diffida dal formare individui come prodotti da laboratorio, infarciti da teorie precostituite che li rendono malleabili alle direttive del potere egemone.

La vera istruzione mira alla formazione di persone libere, fornendo elementi conoscitivi che consentano autonome alternative senza lacci e lacciuoli.

Circa, poi, la figura del Preside Manager dotato di pieni poteri, riteniamo che sia un ulteriore giro di vite a quelle che sono le libertà individuali.

Non è possibile concentrare nelle mani di un soggetto i destini, le fortune o le disgrazie di una categoria già molte volte bistrattata e ridotta a brandelli nella scala sociale.

Un autentico sopruso che rasenta l’ignominia: vuol significare annullare la libertà di insegnamento e, ancora più grave, quella di pensare.

Asservimento totale “all’uomo solo al comando” che richiamano alla mente strani e sinistri echi, non certo entusiasmanti.

Ci auguriamo che questo autentico aborto non venga alla luce e auspichiamo che non si ricorra al voto di fiducia per coartare volontà, e, soprattutto, delegittimando il Parlamento della sua funzione primaria, annullando e imbavagliando il dibattito parlamentare.

Se ciò accadesse bisognerebbe dare addio al bagaglio delle conoscenze, un vero colpo di maglio alle tradizioni culturali di un Paese che vanta primati nel mondo grazie anche alla sua eccellente e straordinaria SCUOLA!

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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