LE FORZE DEL MALE NON VINCERANNO! (MT 16,18)

29 giugno 2025 – Santi Pietro e Paolo
LE FORZE DEL MALE NON VINCERANNO! (MT 16,18)
Questa festa è per noi un invito alla fiducia in Gesù. Chi
avrebbe mai pensato che Pietro, proprio dopo il suo
rinnegamento, avrebbe saputo proclamare la divinità di
Gesù, e in un solo giorno avrebbe convertito ben 5.000
persone? E davanti alla furia di Paolo, persecutore
fanatico dei cristiani, chi avrebbe mai immaginato le
sue eroiche fatiche per annunciare il vangelo a tutti? Due peccatori ci invitano a
confidare sempre nel Signore, qualunque sia stato il nostro passato, perché in ognuno
di noi c’è sempre più futuro che passato.
Anche noi, come Pietro e Paolo, siamo invitati a rendere testimonianza al Signore
risorto. Cosa pensate che facessero Pietro e Paolo? Che salissero sul pulpito e
parlassero con eloquenza? Paolo, una sola volta, ci provò ad Atene, preparò un
discorso secondo tutte le regole della “concinnitas ciceroniana”: ma fu un fallimento!
Pensiamo che ragionassero ore su ore per convincere l’avversario? Pensiamo che
scrivessero summe teologiche o trattati apologetici? Paolo, dopo una giornata a
costruire tende in Efeso e Corinto (Atti 18,3), la sera radunava i fedeli e celebrava la
cena del Signore. Lo testimoniavano cosi: “Non c’erano poveri tra di loro” (Atti 4,34).
Che potente testimonianza! Se la parola di Gesù riusciva a dare il pane all’affamato,
se nessuno si sentiva privo di conforto, di amicizia, di simpatia… allora c’era qualcosa
di vero nella Parola di Dio. Come proviamo a noi e agli altri che Gesù è vivo e presente?
Con i documenti, le prove a posteriori dell’esistenza di Dio, portando i fedeli nelle
biblioteche, dai preti, nelle catacombe? La prova è unica: vivere in una comunità,
senza l’indifferenza: “Guardate come si amano i cristiani!” (Tertulliano).
“Voglio che la mia gioia sia in voi e sia piena” (Gv 15,11). Cerchiamo di capire: non
dobbiamo essere né pessimisti né ottimisti. Il pessimista è uno stupido che è infelice,
l’ottimista è uno stupido che è felice. Se invece siamo dei poveri ma felici, dei
sofferenti ma sereni, dei perseguitati ma pacifici… allora testimoniamo qualcosa!
Pietro era felice dopo essere stato flagellato: Paolo scrive: “Scoppio di gioia in ogni
mia tribolazione” (2Cor 1,3). Anche noi dobbiamo mostrare che avere trovato Gesù
può trasformare le nostre colpe in felici ricordi. Il mondo moderno è troppo realista,
disincantato, deluso, e perciò diffida: vuole incontrare mani aperte, cuori accoglienti,
rispetto sincero. Anche i non credenti, allora, cadranno in ginocchio e confesseranno:
“Signore mio e Dio mio”. BUONA VITA!
Le Sante Radici – השׁרשים הקדשים
Per contatti: francescogaleone@libero.it