NUOVI IMMIGRATI, OSPITALITA’ IN CASERME E CONVENTI
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Caserta, Aprile 2015
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Sono in arrivo nuovi sbarchi con migliaia di immigrati, che il Governo vuole smistare nelle varie province, fra cui quella di Caserta, ove immigrati di ogni tipo e di ogni paese, tra regolari ed irregolari, ormai sono oltre 150 mila, di cui circa 50 mila sul litorale domitiano, prevalentemente in Castelvolturno.
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Prevista un’altra ondata nel casertano, ove in Baia Domitia dei Comuni di Cellole e Sessa Aurunca dovrebbero essere ospitati oltre mille immigrati, a danno del turismo che ancora non si è ripreso dai danni subiti dal sisma del 1980.
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La Segreteria della Confederazione Cisas interviene nuovamente sull’argomento proponendo di utilizzare le numerose caserme o conventi dismessi, il cui numero è più che sufficiente, in provincia di Caserta, ad ospitare i nuovi arrivati senza creare ulteriori disagi e danni al territorio casertano.
Necessita utilizzare Caserme e Conventi, da tempo del tutto chiusi per dare una migliore ospitalità agli immigrati – afferma la Cisas.
Stanno sensibilmente aumentando gli arrivi quotidiani di immigrati lungo le coste italiane, incrementati dal Governo italiano e dall’Europa, sempre pronta a sanzionare l’Italia ma sempre assente sul grave problema dello sbarco di immigrati, nonostante la presenza della Mogherini e di Gentiloni, ministri Esteri dell’ Europa e dell’ Italia.
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Il tutto, ovviamente, anche a danno degli stessi immigrati e degli italiani, ma solo a favore della delinquenza organizzata e degli scafisti, che ben lucrano.Â
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La Segreteria della Cisas, per evitare ulteriori danni e disagi ai Comuni ed alle zone turistiche, destinatarie degli immigrati, suggerisce di utilizzare l’enorme patrimonio abitativo dello Stato italiano e del Vaticano, quali caserme e conventi, dismessi da tempo.
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In questo modo, evidenzia la Cisas, non si scaricherebbe più la pesante e continua presenza di nuovi immigrati sui cittadini italiani, già appesantiti da disagi e tasse, ma sarebbero Stato e Chiesa ad effettuare direttamente la ospitalità  del resto sempre da essi auspicata.
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La Cisas ritiene che non è più possibile predicare l’ospitalità a carico altrui, come avviene, ma sarebbe anche opportuno dare con i fatti il buon esempio.
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