SOBRIETA’ E SOLIDARIETA’: UNA SCELTA VINCENTE

 di Raffaele Cardillo

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Sarebbe da stolti ignorare lo stato di precarietà, d’incertezza, d’instabilità in cui si dibatte la nostra società attuale, tutta pervasa dalla ricerca del benessere ad ogni costo, mortificando quelli che sono i reali valori di un’esistenza serena contraddistinta dalla condivisione di beni o servizi, in una comunione ideale, in un procedere insieme per il raggiungimento di un traguardo naturalmente privo d’insicurezze e d’insidie.

L’obiettivo è il riscatto dalla miseria materiale e spirituale, recuperando la speranza, un’attesa fiduciosa che si realizzi quanto ci si è proposti con la comune partecipazione di altri soggetti votati al medesimo obiettivo.

Stiamo assistendo a un impoverimento di quelle che sono le linee guida per una corretta vita di relazione: l’uomo moderno imposta la propria vita sulla carriera e sul profitto, sacrificando la salute e gli affetti, arroccandosi a difesa degli interessi personali e corporativi, misconoscendo i propri simili anzi considerandoli avversari da abbattere, perché costituiscono ostacolo al proprio gretto utilitarismo.

Sarà poi vero benessere quello per cui si combatte per ottenerlo?

Il rapporto costo-beneficio propende a favore del primo, in altre parole l’accumulo di stress sommato alla qualità della vita, a quello dei cibi avvelenati dai disastri ambientali, allo scempio dell’habitat naturale, costituisce un insopportabile prezzo da pagare sull’altare del frivolo.

Una sorta di fuochi fatui che durano lo spazio di un mattino.

A questo punto la strada da intraprendere è quella di dare una svolta efficace al nostro modo di essere, bisogna rendersi conto che le risorse del pianeta non sono inesauribili, bisogna attuare delle strategie per il cambiamento e, una tra queste, è la sobrietà che consiste nel ribaltare il proprio stile di vita, cioè nel saper distinguere tra bisogni reali e quelli imposti, badare all’essenziale, recuperare ciò che può essere riutilizzato, riciclandolo oppure riparandolo.

Il verbo dell’usa e getta ormai è divenuto estremamente deleterio.

Altro punto nodale è il consumo critico ossia il potere del consumatore di orientare le tendenze di determinati prodotti propinati dalle varie multinazionali che, per mezzo della pubblicità, condizionano le scelte degli utenti.

Valutare quindi del come si è addivenuti al bene prodotto, se si sono adottati criteri di sostenibilità energetica, se si sono utilizzati veleni e il loro relativo smaltimento, se si è fatto ricorso a materie riciclabili, se le condizioni di lavoro erano ottimali, se si è data la giusta mercede agli operai, se è stato rispettato l’ambiente, se si sono utilizzati minori e così via!

Una lunga sequela di “se” che necessita di giusti approfondimenti e profonde riflessioni, atte a scardinare un sistema inquietante e distruttivo delle risorse del pianeta.

Un altro problema destabilizzante è l’allargamento della forbice tra ricchi e poveri, con un aumento notevole della disuguaglianza tra i consociati.

Uno scompiglio sociale dai risvolti drammatici che uno Stato inadempiente, non riesce più a contenere e a dare delle giuste risposte.

Ecco il ricorso a una forma di laboratorio di relazioni che educhi i singoli e le famiglie a costruire legami, a tessere amicizie.

Si tratta di costruire un tessuto che abbia al centro l’uomo che si realizza nel rapporto con altri esseri.

Costruire comunità, in definitiva, significa realizzare cammini e proposte educative per promuovere un modello fraterno di scelte condivise.

Bisogna puntare solamente sulla solidarietà collettiva, l’unico strumento capace di sostituirsi alle Istituzioni, garantendo un futuro quantomeno accettabile.

Dare l’avvio a queste forme di aggregazioni denominate cohousing (condominio solidale) sarebbeconveniente, un’opportunità che potrebbe risolvere le angustie dei nostri tempi.

Questi insediamenti abitativi dotati di ampi spazi destinati all’uso comune e alla condivisione tra i cohousers, rappresentano una riscoperta di antichi valori che ridanno stimoli nuovi, delle sinergie risolutive alle problematiche che attanagliano la società moderna, in special modo alle patologie legate alla solitudine e all’isolamento.

Nel mentre ci accingiamo a concludere questa breve trattazione, vengono alla mente le note dell’Inno alla Gioia di Ludwig Van Beethoven, melodia sublime che trasfonde ideali di libertà, fratellanza, pace e solidarietà.

Prendiamo dunque a prestito il linguaggio universale della musica e, attraverso la Gioia unica molla che scuote il mondo, mano nella mano, tutti insieme incamminiamoci verso un sentiero tappezzato di rosee aspettative.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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