TANGENTE DI FERRAGOSTO AI PARTITI E L’EMORRAGIA CONTINUA …

Soldi 

 

di Raffaele CARDILLOMontecitorio aulaParlamento

 

Non vorremmo essere tacciati di evocare inquietanti parallelismi nel titolare questo nostro pezzo similmente a episodi non proprio ortodossi che si verificano puntualmente nel periodo ferragostano.

Nonostante il perdurare di una crisi economica senza precedenti, in totale dispregio delle regole morali che connotano un Paese civile ormai ridotto in macerie dalle scelte scellerate di senzadio, un branco di cialtroni totalmente privi di un qualsivoglia barlume etico che brulicano nel nostro Parlamento, continua ad alimentarsi alla greppia di uno Stato in disfacimento e in manifesta crisi d’identità, incuranti della condizione di un popolo ormai stritolato dalle ganasce della miseria e destinato a essere risucchiato nel vortice del nulla.

E’ di questi giorni la notizia, peraltro sottaciuta dalle maggiori testate giornalistiche italiane, forse per tenere bordone a non meglio precisati benefattori e compagni di merenda, facciamo riferimento alla tranche di circa 35 milioni di euro erogati ai partiti come rimborsi elettorali e prontamente fagocitati e divorati dalle voraci e insaziabili mandibole i componenti la Casta.

Solo un piccolo inciso per precisare che, questi indegni contributi, denominati come finanziamento pubblico ai partiti, erano stati eliminati da un referendum istituzionale e prontamente resi operativi da una manovra surrettizia, rinominando gli stessi come rimborsi elettorali.

Una rea progenie che alligna nel Tempio delle Leggi e che come l’araba fenice, risorge sempre dalle sue ceneri, un perpetuarsi di brutture ripugnanti che imbrattano la facciata di quel che era considerato un luogo di culto, un sacrario ove ha convissuto eminenti uomini di Stato naturalmente tesi a contribuire al benessere sociale dei consorziati.

Lo sconcerto ci assale per la mancanza di alcun segno di ravvedimento dei nostri eroi, l’ostinata pervicacia con cui perseguono la loro strenua ricerca del “particulare” e nel voler ignorare le legittime istanze di cittadini ormai allo stremo, che non cercano provvidenze bensì un diritto sacrosanto qual è il lavoro.

Non rinunciano a un centesimo dei loro indebiti introiti, una mancanza di solidarietà e di umanità da belve feroci, che li rende invisi e insopportabili alla pubblica opinione.

“Dobbiamo cominciare a tagliare i costi della politica per tornare a essere credibili” quest’affermazione rappresentava il mantra, la formula magica per ristabilire equità nel nostro Paese, propugnata dal vessillifero, un rivolgimento radicale delle Istituzioni, un leitmotiv ricorrente che presagiva nuovi orizzonti che scardinavano le incrostazioni del passato ormai ritenuto remoto.

Un uomo nuovo mandato dalla Provvidenza, non aduso a qualsiasi forma di patteggiamento, fortemente risoluto in ogni suo agire a dispetto dei lacci e lacciuoli che la politica spicciola poteva intralciarne il percorso.

Ebbene di fronte a tutte queste allettanti promesse che ispiravano una sorta di “ nouvelle vague” ecco che la trappola vischiosa dei consumati della politica, (vedi Patto del Nazareno), ottenebra la mente di questo risorto Houdini e come d’incanto le sue magie, i suoi illusionismi sono sciolti da una realtà che non patteggia con l’improvvisazione.

Il continuo annaspare per uscire dai gorghi, promettendo chissà quali risorse, rappresenta l’estremo patetico tentativo di una potenziale quanto improbabile resurrezione che da connazionali benpensanti gli auguriamo possa arridergli.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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