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II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
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+ Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.
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+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’Agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo! Egli è Colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un Uomo che è avanti a me, perché era prima di meâ€. Io non Lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché Egli fosse manifestato a Israele». Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal Cielo e rimanere su di Lui. Io non Lo conoscevo, ma proprio Colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è Lui che battezza nello Spirito Santoâ€. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio». Parola del Signore
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Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Se gli altri tre Evangelisti indicano Giovanni Battista come il Precursore, il Vangelo dell’Apostolo Giovanni lo presenta come il testimone. “Io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio”. La parola di Giovanni Battista a quel tempo era ascoltata con devozione, i suoi seguaci lo consideravano un grande Profeta e anche quanti non lo seguivano rispettavano la sua persona. Non avevano nulla da rimproverargli, la sua predicazione era carica di amore verso Dio e di verità .
Giovanni Battista predicava a tutti di ritornare a Dio e osservare i Comandamenti, condannava la relazione immorale di Erode e dava speranza a quanti attendevano nella preghiera il Messia. Mentre predicava, inaspettatamente, indicò ai presenti un Uomo che procedeva lentamente verso lui e che passava per la prima volta. “Ecco l’Agnello di Dio, Colui che toglie il peccato del mondo!”. Possiamo immaginare la sorpresa di tutti e l’apprensione.
In questa prima dichiarazione, Giovanni Battista indica Gesù come l’Agnello di Dio, non solo per rivelare la sua bontà e la misericordia conservata nel suo Cuore, in realtà riprendeva la citazione del Profeta Isaia, considerata molto importante dagli ebrei, perchè indicava la docilità e la missione del Messia:
“Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di Lui
l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare
e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello,
come pecora muta di fronte ai suoi tosatori,
e non aprì la sua bocca” (Is 53,6-7).
Isaia già presentava il Servo di Jahvé come l’Agnello buono che si caricava di tutte le l’iniquità degli uomini per espiarle e maltrattato non apriva bocca, proprio come un docile agnello che si conduce al macello. L’Agnello indicato dal Profeta accettava ogni umiliazione e violenza per assecondare la volontà di Dio e riportare il gregge sperduto nell’unico ovile.
Il Battista vedeva in Gesù l’Agnello di Dio, ne era sicuro perchè gli era stato rivelato, e la rivelazione era certa perchè arrivava da Dio. Noi dobbiamo diffidare invece di tutti i pensieri che arrivano alla mente, non bisogna mai accogliere senza discernimento pensieri che riguardano le proprie scelte di vita o altri conoscenti. Le ispirazioni arrivano quando la persona è spirituale, ben disposta interiormente, distaccata dalle cose mondane.
Molti cristiani corrono dietro alle farfalle, invece secondo una citazione di autore incerto, “il segreto è non correre dietro alle farfalle. È curare il giardino perché esse vengano da te”. Parafrasando questa citazione, non è importante correre dietro alle vanità del mondo e alle false persone, bisogna invece curare la propria anima per attirare lo Spirito Santo e rinascere a nuova vita.