VANGELO (Gv 7,1-2.10.25-30)-

Gesù con gli apostoliVenerdì 4 aprile 2014

4ª Settimana di Quaresima
 
+ Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora.
 
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche Lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non Lo conoscete. Io Lo conosco, perché vengo da Lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di Lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù sale di nascosto a Gerusalemme, è spinto ad andare per la ricorrenza della festa e si muove con molta accortezza. In tutti i modi i suoi nemici cercano di fermarlo, oltre all’invidia causata dai miracoli compiuti da Lui, essi hanno trovato altri motivi come abbiamo visto nei giorni scorsi. La retta intenzione è venuta meno nei Giudei quando considerano la Persona di Gesù, non Lo accettano più neanche come israelita.
Gesù è a conoscenza del piano per ucciderlo, i suoi nemici si sono spinti fino a tanto, è l’odio che acceca la mente e chiude il cuore.
Quando l’odio investe qualcuno e rimane a covare nel cuore, trasforma la persona in una furia e si arriva a perdere il controllo, in queste situazioni si pensano le cose più gravi e la disponibilità a compiere molte cattiverie è consistente. Il ricorso alla magia occulta per danneggiare o distruggere la persona odiata, nasce appunto dall’odio.
Tutti i nemici di Gesù coltivano immenso odio verso Lui, il solo pensare alla sua Persona li rende agitati come posseduti, non ne possono più della presenza del Signore in mezzo a loro. Non c’è un motivo valido per cercare la sua morte, certo, trasgredire il sabato e considerarsi Figlio di Dio sono due difformità dalla mentalità ebraica, ma riguardo il sabato li zittisce con argomentazioni valide e veritiere, mentre l’auto definizione di Figlio di Dio è discutibile, nel senso che si deve verificare.
Se fossero in buonafede cercherebbero di capire dove portano le rivelazioni di Gesù, magari cominciando a capire meglio le Scritture ed impegnandosi in una preghiera più sincera, come fa Giuseppe d’Arimatea. Tutti i nemici di Gesù si coalizzano e non vogliono scoprire la verità, la rifiutano a priori e lasciano sviluppare un odio mortale verso Gesù.
Gesù non ha commesso reati né cerca il potere, ha salvato migliaia di persone e guarite dalle malattie mortali. Ma Lo odiano.
Nel Vangelo si arriva addirittura all’abbandono dei capi della Nazione, anche loro detestano Gesù e si schierano contro.
Nonostante questi attacchi, Gesù vuole lo stesso recarsi a Gerusalemme per la festa delle Capanne, una festa importante per gli ebrei, fa parte dei tre pellegrinaggi a Gerusalemme prescritti nella Torah insieme alla Pasqua e Pentecoste. Si celebra il 15 del mese di Tishr, primo mese dell’anno (settembre-ottobre). In questo mese si celebrano: le Capanne, il Capodanno, il Perdono.
La festa delle Capanne è detta festa del raccolto o festa della nostra gioia, poiché la celebrazione avviene alla fine del raccolto e nella gioia. Risale al periodo della vendemmia, quando i contadini mettono al riparo dalle piogge i loro raccolti, sotto le tende. Nella fede biblica è memoria al tempo del deserto. È la festa in onore del Dio d’Israele.
Il nome Capanne, Sukkot, ricorda le capanne abitate dagli ebrei durante i 40 anni vissuti nel deserto, dopo l’uscita dall’Egitto. In questo lungo tempo Israele si purificò dalla mentalità e comprese il modo per affidarsi a Dio, a rimanere credente e fedele anche nelle prove. Il lungo tempo nel deserto è stato tempo di prova, erano privi di tante cose indispensabili e sopravvissero perché rinnovavano ogni giorno la promessa della fedeltà a Dio.
Quindi, è questa festa a richiamare Gesù a Gerusalemme, vi si reca senza paura ma consapevole che molti Lo cercano e che si era diffusa la notizia della sua condanna da parte di nemici crudeli. Nessuno di loro crede nella rivelazione di Gesù, non è considerato il Messia anche dai capi del popolo e Lo rifiutano.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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