VANGELO (Lc 11,29-32)

Mercoledì 25 febbraio 2015

I Settimana di Quaresima

 Gesù con gli apostoli

 

+ A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona.

 

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’Uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Gesù porta due esempi molto diffusi tra gli ebrei, facevano parte della loro tradizione orale: Giona famoso per essere rimasto tre giorni nel ventre del pesce e la regina del Sud venuta dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone.

Due esempi importanti e significativi, utilizzati da Gesù per spiegare alla folla che è inopportuno chiedere segni per curiosità. “Non le sarà dato alcun segno”. Il motivo lo dice appena prima, con l’espressione di parole dure verso il popolo che non Lo segue: “Questa generazione è una generazione malvagia”.

Che dice di questa nostra generazione, attratta dalle cose materiali e dai piaceri mondani?

Io noto che l’Occidente è troppo coinvolto nella corruzione o comunque in una esistenza superficiale, dedito prevalentemente ai piaceri della carne, e nel frattempo, mimetizzati, vediamo che i nemici dell’Occidente si organizzano proprio nei nostri territori per arrecare danni irreparabili nel nome dell’odio e dell’ignoranza, travestite da religiosità.

In Italia i terroristi tacciono e non danno alcun segno della loro presenza, ma il loro numero è elevatissimo e sono arrivati da noi non in aereo ma sui barconi, infiltrati tra la povera gente che cerca benessere, lavoro, un futuro onesto nelle Nazioni occidentali.

I terroristi dell’Isis non danno alcun segno della loro presenza ma ci sono in Italia e sono parecchi. Non danno un segno per fare esplodere contemporaneamente la loro furia omicida in molte città, invece Gesù non dà un segno per amore, per correggere i presenti increduli, in attesa del segno grandioso della sua Risurrezione.

Come Giona rimase tre giorni nel ventre del pesce così anche Gesù rimase tre giorni nelle viscere della terra.

È interessante conoscere sinteticamente il Libro di Giona, è sostanzialmente un racconto esemplare in soli quattro capitoli.

«Nel capitolo 1 il Signore comanda a Giona, figlio di Amittai, di andare a predicare a Ninive. Giona invece fugge a Tarsis su una nave che è investita da un temporale e rischia di colare a picco dalla violenza delle onde. Giona allora ritrova improvvisamente il proprio coraggio e svela ai compagni di viaggio che la colpa dell’ira divina è sua, poiché ha rifiutato di obbedire al Signore.

E così, nel capitolo 2 Giona è gettato in mare, ma un “grande pesce” lo inghiotte. Dal ventre del pesce, dove rimane tre giorni e tre notti, Giona rivolge a Dio un’intensa preghiera, che ricorda uno dei Salmi. Allora, dietro comando divino, il pesce vomita Giona sulla spiaggia.

Nel capitolo 3, Giona ottempera la sua missione e va a predicare ai niniviti. Questi, contro ogni aspettativa, gli credono, proclamano un digiuno, si vestono di sacco e Dio decide di risparmiare la città. Ma qui riemerge l’istinto ribelle di Giona: lui non è contento del perdono divino, voleva la punizione della città di Ninive. Deluso chiede a Dio di farlo morire.

Così, nel capitolo 4, si siede davanti alla città e attende gli eventi. Il Signore fa spuntare un ricino (pianta diffusa in tutte le zone calde del mondo) sopra la sua testa per apportargli ombra ed egli se ne rallegra moltissimo. Ma all’alba del giorno dopo un verme rode il ricino che muore, il sole e il vento caldo flagellano nuovamente Giona, che invoca di nuovo la morte. Iddio allora gli spiega: se tu ti rattristi a morte per una pianta di ricino, a maggior ragione mi ero rattristato io per la possibile morte di innocenti fra cui centoventimila bambini e tanti animali».

Giona fa tenerezza perché mostra una debolezza da bambino, ha paura quando sente il comando di Dio che lo invita ad andare a predicare. Fugge e cerca di nascondersi, come l’uomo di oggi che fugge da se stesso per nascondersi dietro un dito. Giona negava l’evidenza della chiamata di Dio, l’uomo di oggi nega l’evidenza degli avvenimenti.

Un dito non arriva a nascondere nulla, l’uomo che fugge dalle sue responsabilità e si convince di non essere visto… è cieco.

Con i due esempi Gesù ci dice che Lui è più di Salomone, dell’uomo anticamente celebrato per la sua sapienza. Gesù è infinitamente più di Salomone, e la sua sapienza è incomprensibile anche ai credenti. Si avvicinano al mistero di Dio solamente le anime devote, che dedicano molto tempo alla preghiera e che trasformano la loro vita in preghiera.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...