VANGELO (Mt 5,17-19)

Mercoledì 11 marzo 2015

III Settimana di Quaresima

 

 Gesù che parla alla gente

+ Chi insegnerà e osserverà i precetti, sarà considerato grande nel Regno dei Cieli.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che Io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel Regno dei Cieli». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Riprendo brevemente l’episodio che riguarda la prima visita di Gesù a Nazaret, quando disse durante il suo discorso nella sinagoga: “Nessun Profeta è bene accetto nella sua patria”. Aveva da poco letto la profezia di Isaia sul Messia e svelato a tutti che proprio quella profezia si realizzava sulla sua Persona: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha Consacrato con l’unzione” (4,18).

Ho ripreso questi versetti di San Luca per due motivi, il primo focalizza la debolezza della stragrande maggioranza delle persone quando deve giudicare qualcuno: si ferma a valutare sempre la parte esteriore, come si veste, cosa dice e come parla. Non è in grado di valutare la spiritualità, non può conoscere l’anima, non può leggere nei cuori come fanno i mistici. Perché è un dono di Dio.

Su Gesù l’atteggiamento è identico e si limitano a domandare per convincersi che è solo un Uomo: “Non è il figlio di Giuseppe?” (Lc 4,22). Erano pieni di ammirazione per quanto insegnava ed invece si preoccupavano solo dell’aspetto umano. Non potevano vedere né capire oltre il sensibile, perché non ne avevano le capacità, neanche la voglia e non vivevano la Parola di Dio con piena accoglienza.

Non preoccupatevi quando un familiare, amico, collega, non riesce a cogliere la vostra Fede e spiritualità, non la può capire perché non ne ha le capacità e spesso è più confuso che persuaso. Non abbattetevi se qualcuno o tutti non percepiscono la vostra bontà, la sincerità, l’amore per loro, la disponibilità ad aiutare.

Sono come i nazaretani e non comprendono. Non riescono a percepire lo Spirito di Dio presente in voi! Così facevano con Gesù.

Ho scritto questo avvenimento perché molti seguaci di Gesù sono criticati proprio dai più intimi, in famiglia e dagli amici/che.

Gioite perché anche se in modo minimo, imitate Gesù, incompreso e continuamente perseguitato. Gioite e non rattristatevi, perché il Signore che legge nei cuori vede che l’orgoglio fa star male e a Lui non piace questa debolezza. Gioite invece e ringraziate Gesù per quanto vi succede: è questo il modo per diventare come Gesù, per imitare la sua vita.

Le incomprensioni o altre ostilità le incontreremo sempre nella vita.

Il secondo motivo del brano che ho ripreso, riguarda la presenza dello Spirito Santo. “Lo Spirito del Signore è sopra di me” (4,18), questo lo disse Gesù nella sinagoga, voi dovete mostrare con le vostre buone opere, con un linguaggio sincero ed umile, con la bontà e la sincerità, che veramente lo Spirito di Gesù agisce in voi perché è davvero presente.

Solamente con la presenza dello Spirito Santo si compiono meraviglie nel Nome di Gesù e porteremo moltissimi peccatori a Lui.

Ieri mi sono dilungato sul perdono, adesso ho ripreso l’episodio avvenuto a Nazaret e vorrei approfondire ancora i motivi che ci devono spingere a perdonare anche se nel commento passato già trovate molti spunti. Vedete come la Parola di Dio è una fonte inesauribile, più si medita e si ama con cuore puro, più il Signore ci illumina e guida.

È sufficiente il perdono verso chi non ci ama ho già scritto, però c’è un gradino ancora più in alto che può salire chi ha trascorso anni nel rinnegamento e trova quindi facile discolpare i suoi nemici. Non si tratta di pensare bugie per giustificare gli altri, ci sono molte ragioni che vanno valutate nell’azione sbagliata di chi non ci ama.

Può avere sentito falsità, qualcuno che ha mezzo zizzania, il suo orgoglio che l’acceca, l’invidia che lo fa star male, la confusione.

Abituatevi a discolpare nel vostro cuore quelli che sbagliano, anche se i loro errori rimangono, però potete attenuare le responsabilità, magari arrivate a percepire le loro mancanze come incapacità a discernere il vero dal falso.

Discolpare non comporta la cancellazione dei sbagli altrui, ma si attenuano le loro colpe che in realtà solo Dio conosce perfettamente. Discolpare significa anche comprendere le debolezze degli altri con le loro cadute rovinose, e quante volte non si cade in errori di valutazione e si giudica senza alcuna prova morale?

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...