+ VANGELO (Mt 7,1-5)

Lunedì 22 giugno 2015

XII settimana del Tempo Ordinario

Gesù che parla alla gente

 

+ VANGELO (Mt 7,1-5)

Togli prima la trave dal tuo occhio.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: “Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio”, mentre nel tuo occhio c’è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Sabato scorso nel Vangelo Gesù ci ha ricordato di non vivere con la paura del futuro, ogni cosa potrà essere modificata da Lui a condizione che glielo chiediamo con piena fiducia. Ci sono buone ragioni per vivere nel timore del domani, non c’è dubbio su questo, però Gesù ci ha detto che ogni paura scompare se ci fidiamo di Lui e ci affidiamo al suo Cuore.

Questo è il segreto della vita spirituale: avere piena fiducia in Lui e abbandonarsi a Lui.

“Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.

Sempre sabato a Roma la manifestazione “Difendiamo i nostri figli” ha richiamato in piazza centinaia di migliaia di cristiani per difendere la nostra morale. Ognuno di noi deve continuare a manifestare la Fede e la morale in famiglia e tra i conoscenti, parlando dei gravissimi pericoli procurati da politici che rifiutano la morale cristiana e pretendono di cambiarla secondo i punti di vista.

A fine luglio è prevista la votazione del ddl Scalfarotto al Senato dopo l’approvazione alla Camera e se passa diventerà reato pronunciare la parola omosessuale o gay, si tratterà appunto di un reato di opinione. Sarà proibito citare pubblicamente passi della Bibbia che riguardano l’omosessualità e l’Italia diventerà meno libera dopo la cessazione della democrazia.

Oggi il Vangelo ci presenta un bellissimo insegnamento del Signore, poco apprezzato anche dai cristiani pettegoli o chiacchieroni che finiscono per diventare calunniatori. Tenere a freno la lingua è difficile, anche se qualcuno può fare silenzio dinanzi a determinate persone per poi passare ad una raffica di giudizi non appena si è allontanata. In questo caso il silenzio è malizioso, preparatorio ad una scarica di giudizi su qualche sventurato.

La mormorazione non è riconosciuta da moltissimi credenti come un peccato, nella teologia morale viene considerata molto pericolosa ed è simile all’arma che uccide fisicamente una persona, mentre con il mormorare si uccide la dignità e il decoro dei buoni o comunque di persone che non meritano la distruzione della loro reputazione.

Il verbo mormorare è sinonimo di sparlare, dire male, spettegolare e calunniare.

C’è un altro modo sottile ed utilizzato dai maestri che demoliscono con astuzia perfida la dignità altrui, ed è l’insinuazione. Anche questa non viene considerata dai credenti ma è micidiale nella distruzione di quanti vengono considerati nemici o verso cui si prova invidia, presentando un dubbio o un sospetto su qualcuno. Anche in questo caso c’è maldicenza e denigrazione, ma compiuto con il sorriso in bocca…

 

Insinuare è una vera arte malvagia, insincera, malefica.

La mormorazione si può commettere in molte e diverse maniere, è un vizio universale presente quasi in tutti i ceti di persone, e pochissimi sono quelli che ne vanno esenti. Anche perché la curiosità in molti è forte e smaniano per dire e ascoltare maldicenze, non solo le pronunciano ma inducono gli altri a farlo.

Ed è un enorme danno spirituale dialogare con quelle persone dedite alla mormorazione, sarebbe preferibile limitarsi al saluto oppure dire perentoriamente che non c’è alcun desiderio di ascoltare giudizi sugli altri.

Togliere al prossimo la sua stima e la sua reputazione causa uno sprofondamento verso il basso e ci si allontana da Gesù. Senza rendersene conto il credente si oppone all’Amore di Dio per i gravi peccati commessi contro il prossimo e non riceverà Grazie se prima non chiede perdono ed inizia un nuovo cammino spirituale.

La superbia tende a vedere ingrandite le mancanze altrui e a ridurre e a scusare le proprie.

Le persone bisogna accettarle così come sono, con i loro difetti pensando di non essere migliori di loro, e avendo presenti i propri limiti. Se i credenti più fragili fanno l’esame di coscienza scoprono una fragilità che spaventa per i danni che causa al prossimo, ma scoprono -se lo vogliono- che solo la vera preghiera dona la forza per superare le miserie ed evitare qualsiasi giudizio inopportuno sugli altri.

Bisogna evitare i giudizi negativi sugli altri. Il metodo è di cercare di acquisire le virtù che si ritengono mancanti nei nostri fratelli e così non si vedranno più i loro difetti, perché saremo noi a non averli. L’umiltà, al contrario, esercita il benefico influsso su quelle virtù che favoriscono una convivenza umana e cristiana.

Solo la persona umile è in condizione di perdonare, di comprendere e di aiutare, perché solo lei è cosciente di avere ricevuto tutto da Dio, e conosce le proprie miserie e sa di quanto ha bisogno della misericordia divina.

La retta intenzione ci permette di pronunciare la verità su quanti sono implicati in opere immorali e possiamo parlarne per illuminare gli altri, per difendere la nostra Fede, per avvisare altri dei pericoli -anche fisici- che possono causare certe persone.

Se adottiamo d’abitudine la norma di non osservare la “pagliuzza”, nell’occhio altrui, ci sarà facile non parlar male di nessuno. Se in qualche caso abbiamo l’obbligo di emettere un giudizio su un certo operato, sul comportamento di qualcuno, lo faremo alla presenza del Signore, nella preghiera, purificando l’intenzione, curando le elementari norme di prudenza e di giustizia.

E se dobbiamo esercitare la critica, questa deve essere sempre costruttiva, opportuna, facendo in ogni caso salva la persona e le sue intenzioni, che non conosciamo se non in modo parziale. La critica del cristiano è profondamente umana, non ferisce e permette che si conservi l’amicizia con quanti la esercitano, perché è piena di rispetto e di comprensione.

 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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