+ VANGELO (Mt 9,14-15)

Gesù che parla alla genteVenerdì 7 marzo 2014

Giovedì dopo le Ceneri
 
Quando lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno.
 
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno». Parola del Signore
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Periodicamente il server Aruba ha problemi e anche a me viene impedito di inviare la newsletter, bisogna aspettare il ripristino ed inviarla con ritardo. Ieri c’è stata un’altra interruzione e diverse migliaia sono state inviate questa mattina. In qualche modo qualche contrattempo deve spesso arrecare fastidio alla newsletter, ci sono anche gli ostacoli che arrivano dai diavoli, sono comunque sfoghi inconcludenti.
Abbiamo compreso in questi giorni che la Quaresima non deve rimanere sulla carta un periodo di penitenza, è Gesù a indicarci nella penitenza la nostra salvezza, l’adesione alla sua Parola. Non può un cristiano pensare di amare Dio e vivere in sua opposizione, la mente e il corpo devono coincidere nelle finalità, altrimenti si arriva ad imitare i farisei.
Il digiuno è sempre stato una pratica richiesta da Dio, già nell’Antico Testamento si rivelava con sempre maggiore ricchezza il senso religioso della penitenza, e la penitenza veniva considerata come un atto religioso, personale che aveva come termine l’amore e l’abbandono nel Signore. Unita alla preghiera serviva a manifestare l’umiltà davanti a Dio.
Molte volte il Vangelo riporta passi in cui Gesù digiunava o predicava la penitenza, e il più forte fu Giovanni Battista.
Il digiuno è solamente una delle forme di penitenza. Esistono altre forme di mortificazione corporale che dobbiamo praticare, che ci facilitano la conversione e l’unione con Dio. Dobbiamo chiederci in che modo viviamo lo spirito penitenziale, quale la Chiesa nostra Madre desidera che abbiamo in tutta la nostra vita, e in particolar modo in questo Tempo liturgico della Quaresima.
La fonte delle piccole mortificazioni che il Signore ci chiede si trova nel lavoro e negli impegni quotidiani. Fin dal mattino abbiamo modo di esercitare la forza di volontà, senza cedere alla pigrizia e alla superficialità.
Chi vuole dominare la volontà e offrire alla Madonna piccoli atti di penitenza, la mattina si alza all’ora stabilita, rispetta la puntualità, porta a termine nei dettagli il lavoro iniziato, sopporta caldo e freddo, sorride a tutti anche controvoglia o anche quando è stanco, rimane controllato nel mangiare e nel bere, mette ordine nelle cose che possiede, soprattutto si distacca dalle opinioni personali.
Non meno importanti sono le mortificazioni passive, quelle che si presentano senza che le cerchiamo. Le mortificazioni che ci proponiamo e cerchiamo invece si chiamano attive. Tra queste rivestono particolare importanza, per il progresso interiore e per perseguire la purezza del cuore, le mortificazioni che si riferiscono ai sensi interni. E sono:
la mortificazione dell’immaginazione, con cui evitiamo lo sfrenato monologo interiore della fantasia e lo trasformiamo in dialogo con Gesù presente nella nostra anima in Grazia;
la mortificazione della memoria che ci fa evitare i ricordi inutili e che è causa di perdita di tempo. Senza questa mortificazione si corre il rischio di cedere a tentazioni più serie.
Questo è lo sforzo di allontanare da noi abitudini interiori che riterremmo sconvenienti in un cristiano, uomo o donna.
 

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...