XXVII Domenica tempo ordinario (C)

“La fede è un dubbio superato!”

<<Commento di don Franco Galeone>>

(francescogaleone@libero.it)

 

*  La domenica “della fede convinta”. Le letture di questa domenica hanno un tema centrale nel cristianesimo: la “fede”. La fede è qualcosa di bello: è come camminare lungo un sentiero illuminato; ma è anche qualcosa di impegnativo: è la risposta dell’uomo a Dio. Gli apostoli intuiscono che la fede è anche difficile, per questo si rivolgono a Gesù dicendo: “Signore, aumenta la nostra fede!”. La fede non è un elenco di verità, ma una Persona cui affidarsi. Fede è dire Amen! La fede non è un patrimonio, un tranquillante prodotto, un pacifico possesso. Fede è mancanza di prove. Come quando diciamo “speranza” sottintendiamo che manca la cosa sperata, così quando diciamo “fede” sottintendiamo la mancanza di prove. Per qualcuno, molte prove significano molta fede. E’ invece esattamente l’opposto: prove e fede sono inversamente proporzionali. La fede “rassicurante” ha bisogno di avere Dio dalla propria parte. La fede “biblica” si preoccupa di stare ogni giorno dalla parte di Dio. Non tanto “Dio con noi” ma “noi con Dio”. Il cristianesimo è fede. Questa è la sua nota tipica. Noi diamo per scontato che religione e fede, cristianità e cristianesimo, chiesa e regno, siano sempre le stessa identica realtà.

 Gesù che parla alla gente

*  Chi è il cristiano? Chi siamo noi che ci diciamo cristiani? Siamo forse della povera gente depressa, sopportata a mala pena in un mondo sempre più laicizzato, uomini di serie ‘B’ che non hanno abbastanza fiducia in se stessi? Degli illusi, insomma, e forse lievemente ritardati? Nessuno si offenda, ma questa è in genere l’immagine pubblica di un cristiano. Ma la colpa è solo nostra. E’ sempre lì il punto: crediamo e non crediamo, vogliamo e non vogliamo, abbiamo timore di essere scambiati per persone irrazionali e barattiamo la fede con il buon senso, scambiamo per tolleranza le debolezze verso le opinioni del mondo: insomma, ci sforziamo di essere come tutti, graditi a tutti. Ma il cristiano non è come tutti!  Il cristiano crede fermamente, parola per parola, che la forza della fede può sradicare un gelso e farlo correre a trapiantarsi in mare. Sì, il cristiano crede nei miracoli! E non solo in quelli dei santi antichi, ma nei miracoli che possono avvenire in qualunque momento, adesso, qui, nella mia città, in casa mia. Il cristiano crede fermamente che se la sua fede sarà grande quanto un granello di senape, egli stesso sarà capace di compiere miracoli. Questa è la nostra fede e il nostro scandalo. Altro che povera gente ritardata!

 

*  “Quanti sono coloro che cercano Gesù solo per averne dei favori materiali! Uno deve combinare un affare e cerca perciò l’ap­poggio del clero; un altro è perseguitato da qualche pezzo grosso e cerca rifugio in chiesa; un altro vuole essere raccomandato presso qualche potente, di fronte al quale egli conta poco. Uno vuole questo, uno vuole quell’altro: la chiesa è piena di gente simile. Di rado si trova qualcuno che cerca Gesù per Gesù” (S. Agostino). La folla del Vangelo seguiva Cristo perché aveva mangiato e si era saziata; pochi erano disposti a credere che non di solo pane vive l’uomo. Il Vangelo ci invita ad operare un salto di qualità: dal visibile all’Invisibile, dal significante al Significato, dalla materia al Simbolo.

 

*  E’ difficile per noi sentire la forza del Vangelo perché noi non siamo in povertà e abbiamo poche possibilità di finirci. Noi ce la intendiamo con i fabbricatori delle leggi e del potere. Il nostro discorso di fede è un discorso di consolazione che non riesce a spezzare le complicità con i violenti. E allora perché questo ritardo del giorno del Signore? Perché non abbiamo fede! Se avessimo fede, come un granello di senape, sposteremmo le montagne, le dittature, il capitalismo, la globalizzazione, le istituzioni oppressive … Non abbiamo fede. Il rimprovero di Gesù è sempre vero. Dobbiamo pregare: “Signore, aumenta la nostra fede”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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