Pensioni, per i giovani un assegno pari al 70% dello stipendio
Fonte Virgilio
Secondo uno studio dell’Inps, grazie all’allungamento dell’età lavorativa farà crescere l’ammontare della pensione
Pensioni, ecco cosa cambia
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Si andrà in pensione più tardi, ma con il 70% dello stipendio. Coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 avranno una pensione calcolata con il metodo contributivo, ovvero percepiranno quello che hanno versato nel corso dell’attività lavorativa (seppure rivalutato). Il futuro assegno previdenziale è legato all’anzianità contributiva, cioè gli anni in cui sono stati versati i contributi.
Le varie riforme che si sono succedute, hanno sensibilmente allungato l’età minima per andare in pensione: secondo l’Inps questo determinerà un assegno pari al 70% dell’ultimo stipendio per un lavoratore dipendente e al 57% per un parasubordinato.
Risultati che sono in linea con il sistema di calcolo del contributivo. Infatti questa modalità di versamento è basata sulla logica che più si lavora, più aumenta la pensione perché cresce il montante dei versamenti sul quale viene calcolato l’assegno.
Fino a quando l’età pensionabile era di 58-60 ani per la pensione di anzianità (con 35 anni di contributi) e 65 per quella di vecchiaia (60 per le donne) la pensione subiva un taglio rilevante. Ma questi termini sono stati decisamente cambiati. Nel 2046 la pensione è raggiungibile a 65 anni e tre mesi, a patto di avere 35 anni di contributi. In caso contrario si dovrà aspettare fino a 69 anni e 3 mesi. Nel 2046 saranno questi i criteri in base a tre misure: finestra mobile ovvero la pensione decorre con ritardo di 12-18 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti; aumento a 65 anni dell’età di vecchiaia per le donne; adeguamento automatico ogni tre anni dell’età pensionabile alla speranza di vita. Il risultato è che anche le pensioni di vecchiaia avranno alla fine almeno 35 anni di contributi alle spalle.
Questi sono i nuovi dati utilizzati dall’Inps per il calcolo delle future pensioni. Secondo la simulazione, per una persona che inizia a lavorare a 34 anni, in pensione nel 2046 dopo 35 anni di lavoro dipendente, l’assegno sarà pari al 70% dell’ultimo stipendio. Percentuale che si abbassa al 54% per il lavoratore autonomo. Nel caso di un precario per tutta la vita, l’assegno sarà pari al 57% dell’ultima retribuzione.