HALLOWEEN 2012.

 

di Paolo Pozzuoli

 

Ha conservato la primogenitura e, nonostante abbia perduto il senso originario, ha contagiato tutti, proprio tutti, dai più piccini ai nonni passando per la folta schiera di adolescenti e genitori, anche nei luoghi più lontani e sperduti del pianeta assumendo le caratteristiche di un carnevale di dubbio gusto. Halloween è molto di più di una festa patronale e/o di una manifestazione di stampo patriottico: la prima festa della globalizzazione. Concentrata nello spazio della notte – di follia più che di magia – che va dal 31 ottobre al 1 novembre, viene celebrata e vissuta in ogni angolo del globo terrestre, adattata alle esigenze ed alle tradizioni del popolo che l’ha fatta propria. Con queste premesse, prima o poi ci si preoccuperà di assegnarle ufficialmente il posto nel calendario. Secondo le notizie che ci sono pervenute, Halloween – tralasciamo ogni altro aspetto dal  pagano al religioso, non cristiano, al recente pedagogico, comunque attribuito – sembrerebbe nata come celebrazione tipica del mondo bucolico, quando cioè l’inizio del nuovo anno si faceva risalire al 1 novembre, si andava in giro per le case recitando orazioni e  preghiere per i morti di coloro che vi abitavano che poi donavano del cibo (a tale tradizione è probabilmente legata quella praticata – caduta, ahimè, in disuso da svariati anni – nel corso della notte fra il 31 dicembre ed il 1 gennaio presso alcune popolazioni di Terra di Lavoro: ci si riuniva a gruppetti e ci si avviava   verso residenze abitate in genere da persone facoltose alle quali, con canti tipici e suoni di strumenti improbabili, quali coperchi di pentole e popolari, quali putipù e scetavajasse, augurando ogni bene ma, soprattutto, splendide carriere per i figlioli; si veniva ricompensati con frutta di stagione e con i tradizionali dolci natalizi). Insomma, tutta una serie di trasformazioni e di adattamenti. Halloween, che fa sempre rima con macabro, è oggi, un mix fantasmagorico ed imprevedibile di idee e progetti dal comune denominatore: stupire esagerando. Costi quel che costi. Costumi, maschere, trucchi, ristoranti con menù a tema, party, rappresentazioni teatrali: tutto è adattato al territorio ed alle esigenze degli abitanti che ne diventano protagonisti (notizia sensazionale proveniente dagli USA: gli yankee, per un giorno, hanno lasciato da parte i candidati alle presidenziali e optato per Halloween). E poi si tirano le somme in riferimento alle spese effettuate (un giro d’affari di oltre 420milioni di euro) relativamente ai consumi effettuati durante la fatidica notte.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *