SAN MARCO EVANGELISTA –Ecco il documento che ha fatto cadere l’esecutivo del Sindaco Zitiello, accuse inconsistenti

 

ZITIELLO Gabriele

 di Nunzio De Pinto

 Riportiamo qui di seguito il testo del documento sottoscritto da 5 cinque consiglieri di maggioranza che ha, di fatto, fatto cedere l’esecutivo del sindaco Gabriele Zitiello. Sindaco che ha subito affermato che “Il paese conosce me e conosce chi si è macchiato di quest’atto di killeraggio politico tramato all’insaputa del partito e degli altri consiglieri e confezionato” – ha aggiunto – “in un documento fondato su argomentazioni pretestuose e facilmente confutabili in ogni sede ed in un qualunque momento. È chiaro però che a questo si aggiunge la delusione personale per aver contribuito a dare forza e visibilità a chi non ha perso tempo a pugnalarmi vigliaccamente alle spalle”. “Egregio Sig. Sindaco” – inizia il documento – “nell’aprile 2008 i cittadini di San Marco Evangelista hanno premiato un ambizioso progetto di cambiamento della nostra città, mandando a casa una classe politica che non aveva saputo dare risposte vere alle esigenze ed ai bisogni della nostra comunità. Abbiamo chiesto la fiducia degli elettori promettendo di attuare una rivoluzione copernicana, a partire dal modo stesso di fare politica e di essere amministratori, nella convinzione che una nuova classe dirigente dovesse assumere su di se la responsabilità di essere di esempio agli occhi della cittadinanza. Professavamo umiltà, partecipazione, legalità e trasparenza dell’agire amministrativo. Rivendicavamo celerità, meritocrazia, assistenza, rispetto e giustizia nel sempre difficile e tortuoso rapporto tra cittadini e macchina comunale, impegnandoci a far prevalere la politica a vantaggio della collettività. Gridavamo con forza la nostra ferma intenzione di attuare uno sviluppo armonico della città, totalmente scevro da condizionamenti di qualsiasi natura per avere una città sempre più vivibile ed a misura d’uomo. Raccontavamo la necessità di cambiare registro nel rapporto con i numerosi imprenditori del territorio attraverso la creazione di innovativi servizi in grado di poter aprire una fase nuova ed avvincente rispetto al passato, non più basata sul clientelismo occupazionale spicciolo ma fondata sull’enorme potenzialità delle tante realtà artigianali, industriali e commerciali in un contesto di efficienza e di collaborazione nella costruzione dei rapporti tra impresa/uffici comunali/amministrazione. Spiegavamo di come la nostra proposta fosse figlia di una meditata e consapevole evoluzione del sistema politico locale, maturata negli anni seguendo un preciso percorso all’interno dei partiti di centro-sinistra che avevano messo in campo le loro risorse migliori, senza cadere nel vortice di giochi personali e di potere a cui eravamo abituati. Il nostro progetto di governo si reggeva sulle fondamenta dei partiti, quale baluardo di partecipazione, democrazia, consenso ed entusiasmo, a cui affidare la guida delle nostre future scelte. Il riscatto della politica, dopo anni di mortificazioni e di delusioni, costituiva il cuore della rinascita sammarchese e l’essenza della nostra proposta. In questo quadro abbiamo tutti con convinzione sostenuto la necessità di individuare un candidato Sindaco che potesse rappresentare al meglio questa voglia di riscatto e di cambiamento: non più una falsa figura autorevole e/o professionalmente affermata chiamata a sostenere un progetto politico “altrui” ma una persona che fosse il prodotto stesso della militanza politica, cosciente del ruolo e dei sacrifici dei partiti oltre che del lavoro di squadra. L’elemento dirompente – e per molti aspetti anche vincente – è stato proprio quello di presentare alla città non un uomo solo al comando ma una squadra in cui tutti erano di fatto protagonisti allo stesso modo, senza distinzioni di ruoli e con la stessa voglia di cambiare le sorti della nostra comunità.  Questo è stato, come noto, il progetto politico da tutti condiviso. Queste sono state le motivazioni che hanno consentito di individuare Gabriele Zitiello quale Candidato a Sindaco della compagine di centro-sinistra. A metà percorso, dopo oltre due anni dalla nostra vittoria, dalla vittoria di una città intera, non possiamo che prendere atto – con amarezza e rammarico – che la svolta, la rivoluzione copernicana in grado di cambiare per sempre le sorti della nostra città,  non c’è stata e non ci sarà. Il vero problema, sin da subito, è stato quello di non aver avuto il coraggio e la forza di rimuovere immediatamente gli ostacoli che si frapponevano alla piena gestione politica della macchina comunale. Immediatamente ci si è innamorati della macchina fotografica, dei giornali, delle apparenze, delle impressioni, dei comunicati e degli annunci. Una condotta, questa, alimentata e sostenuta sin da subito da figure certamente estranee alla vita amministrativa a cui lo stesso Sindaco ha di fatto affidato le sorti della città, assurgendo a suoi unici consiglieri. Più volte, ed in varie occasioni, abbiamo tentato di far tornare in se il Sindaco invitandolo ad attuare un forte ridimensionamento di quelle figure dal ruolo anomalo, evidenziandogli ancora come questa sua impostazione stava da un lato svuotando il ruolo ed il lavoro degli amministratori e, dall’altro, stava  irreparabilmente distruggendo la sua stessa immagine agli occhi dei cittadini e non solo. Nell’estremo tentativo di salvare il salvabile, per il bene di tutti, ben sei amministratori comunali hanno chiesto espressamente di tornare ad una gestione amministrativa e politica del governo della città allorquando è emersa la netta contrarietà di fronte alla proposta del Sindaco di prevedere in pianta stabile nuove ed inopportune figure dirigenziali. La condotta amministrativa seguita dal Sindaco è stata indissolubilmente ben definita ed impostata sull’isolamento dei suoi stessi assessori, quasi sempre estromessi dalla costruzione delle più salienti iniziative dell’amministrazione comunale che, paradossalmente, venivano elaborate altrove attraverso una cabina di regia ben definita. Il mancato coraggio che il Sindaco ha dimostrato nel non attuare una rivisitazione delle aree comunali e del personale per una gestione intelligente e capace della macchina amministrativa, lo ha portato a non saper distinguere i  protagonisti e le sedi delle decisioni politiche alimentando una pericolosa ed innaturale confusione di ruoli e responsabilità. E’ iniziato così, sia dentro che al di fuori dell’amministrazione, un gioco al massacro alimentato da un inaccettabile terrorismo psicologico che lo stesso Sindaco ha condotto con la carota in una mano e con il bastone nell’altra. Un percorso in cui è apparso palese l’inadeguatezza a ricoprire un ruolo di così grande responsabilità e prestigio, non avendo il Sindaco saputo nemmeno tutelare a dovere la sua stessa Giunta allorquando era necessario. Questa cabina di regia creata dal Sindaco, del tutto avulsa da una normale gestione amministrativa, ha prodotto continui annunci che hanno solo contribuito ad alimentare false illusioni per i cittadini e per i bisogni della comunità: appartamenti per le giovani coppie mai decollati e continuamente rivisitati nel suo percorso di attuazione; progetti di grandi ed imminenti investimenti industriali sul nostro territorio di cui non si è nemmeno visto l’ombra (il riferimento non è all’area 3M); sviluppi occupazionali senza alcun riscontro concreto. Quanto allo sviluppo del territorio, attraverso una linea di condotta ben pianificata, il Sindaco ha volutamente tergiversato sulla predisposizione del nuovo Piano Urbanistico Comunale, accantonandolo definitivamente per puntare all’attuazione immediata delle zone ERS del Piano Casa. Quelle stesse zone ERS che nel febbraio 2010 individuammo in Consiglio Comunale a condizione che il carico urbanistico fosse computato come standard e, dunque, senza compromettere il P.U.C. Oggi, come chiarito da più parti, il carico urbanistico delle zone ERS andrebbe invece a pregiudicare per sempre l’attuazione del P.U.C. Di fronte a questo scenario ed alla palese volontà del Sindaco di proseguire comunque e ad ogni costo alla realizzazione delle ERS noi abbiamo detto chiaramente NO. Per noi la priorità è e rimane il PUC, convinti come siamo che gli interessi di pochi non possono perpetuarsi in danno di un’intera collettività. Il risultato della direzione amministrativa del Sindaco è stato quello di distruggere in pochissimo tempo quanto si era costruito in anni di duro lavoro. L’estromissione totale ed assoluta dei partiti alla vita amministrativa,  ne ha determinato un sostanziale affossamento che si è ben presto riversato sulla più generale voglia di partecipazione e di coinvolgimento dei cittadini alla cosa pubblica. Da baluardi di democrazia, di confronto e di partecipazione attiva, i partiti si sono trasformati in bandiere da poter sventolare a piacimento soffocando ogni tipo di discussione che poteva rivelarsi pericolosa a fronte di scelte amministrative e politiche maturate altrove. Questo modo di fare ha svuotato i partiti dalla loro naturale funzione di guida politica di un’amministrazione comunale ed ha prodotto un progressivo disinteressamento dei cittadini alla vita amministrativa. Noi non possiamo non trarre il dato cha appare a tutti evidente, tranne che al Sindaco che continua a blindarsi ed a rinchiudersi nelle quattro mura della casa comunale. Il nostro senso di responsabilità ci ha portato più volte a digerire scelte, comportamenti e modalità di gestione dell’amministrazione comunale che non condividevamo ma che abbiamo assecondato in nome dell’unità e della responsabilità. Abbiamo a lungo creduto e sperato che si potesse addivenire ad un cambiamento di rotta rendendo palese il nostro dissenso su questioni di fondamentale importanza per il futuro di San Marco Evangelista. Alcuni di noi si sono autosospesi altri si sono dimessi da capogruppo e poi ancora sono emersi i grandi dissensi su questioni specifiche. Comportamenti e prese di posizioni che avrebbero dovuto far capire al Sindaco che oramai stava percorrendo una strada sbagliata; segnali che avrebbero dovuto indurlo ad una brusca sterzata per invertire la rotta. E’ stato tutto inutile e, paradossalmente, si è ottenuto il risultato contrario. Il potere, i cattivi consulenti e l’acquiescenza incondizionata di una parte della maggioranza hanno catapultato il Sindaco in un mondo fantastico e virtuale distante dalla realtà e dalla gente. Nella consapevolezza di aver fatto tutto il possibile per continuare questa esperienza di governo mantenendo fede agli obiettivi ed alle promesse di cambiamento e sviluppo della nostra città, oggi non possiamo che ritirare la fiducia che abbiamo riposto nel Sindaco Gabriele Zitiello a guidare l’ambizioso progetto di rinascita e riscatto di San Marco Evangelista. E’ venuto meno il rapporto di fiducia verso l’uomo e verso il politico. Per il futuro e per il bene di San Marco Evangelista non possiamo continuare a farci del male. Non possiamo avallare scelte e convinzioni che a nostro parere vanno contro gli interessi dei cittadini. Noi NON abbiamo cambiato idea. Noi continuiamo a credere fortemente in quel progetto di cambiamento radicale della città che TUTTI avevamo costruito ed abbracciato nell’aprile 2008. Pensiamo che compito primario di un’amministrazione progressista debba essere quello di aprirsi alla gente ed ai partiti senza paura e non invece rintanarsi giorno e notte nella casa comunale. Noi scegliamo la politica e la meritocrazia, la gente e non le caste, lo sviluppo per tutti e non per pochi, il confronto e non il comunicato. Su questa base intendiamo aprire una fase nuova, aperta a tutti coloro che credono nella forza della sana politica e dell’impegno civile a servizio della collettività in cui vivono. Siamo consapevoli che in questi due anni e mezzo di governo abbiamo comunque costruito alcuni percorsi virtuosi ed è proprio da queste basi che bisognerà ripartire per riprendere quel progetto complessivo di cambiamento che dovrà vedere, oggi come ieri, il cittadino quale unico protagonista. Queste sono le motivazioni che, pienamente consapevoli delle nostre scelte, ci portano a dimetterci dalla Giunta Comunale e ad abbandonare la maggioranza consiliare, revocando quindi la fiducia al Sindaco per non aver saputo essere all’altezza del ruolo, delle aspettative e delle speranze che un’intera comunità gli ha assegnato nell’aprile 2008. F.to: Carozza Givanni, Cicala Gabriele, Di Maio Giuseppe; Vagliviello Domenico; Vagliviello Giovanni”.

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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