+ VANGELO (Mt 11,11-15)

Giovedì 14 dicembre 2017

II Settimana di Avvento

San Giovanni della Croce

+ VANGELO (Mt 11,11-15)

Non ci fu uomo più grande di Giovanni Battista.

 

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità Io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il Regno dei Cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». Parola del Signore

 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro

Abbiamo meditato con quale fedeltà e precisione Giovanni Battista indica il Messia, senza togliere nulla di quanto aveva appreso da Dio, senza manipolare a propria convenienza la predicazione che doveva compiere. Gesù lo indica come il più grande “fra i nati da donna”, a significare che la sua dedizione alla causa del Vangelo è stata totale.

Dalla sua nascita fino alla morte non pensò ad altro che a svolgere la missione di annunciatore del Cristo, e il riconoscimento lo dobbiamo intendere dopo quello della Madonna. Ella perfetta Creatura e Madre di Dio, non si può inserire in una classifica tra i seguaci di Gesù, nessuno mai potrà competere minimamente con l’Immacolata Concezione.

Oggi nella Chiesa si è perduto questo slancio missionario, in moli hanno abbandonato il sacro, c’è scarsissima preoccupazione per la salvezza delle anime. Un vescovo come anche un sacerdote sono chiamati a servire il popolo di Dio mettendosi completamente a disposizione delle loro richieste spirituali e quando è possibile anche materiali.

Una parrocchia dovrebbe restare aperta molte ore del giorno con il parroco disponibile ad ascoltare le confessioni, a sciogliere le catene del peccato, ad illuminare nella confusione, a guidare saggiamente nel percorso verso la salita del monte della trasfigurazione, dando il buon esempio con le sue opere.

Ogni cristiano è chiamato a compiere un cammino di rinascita spirituale, ma non potrà mai essere l’ingresso nel cammino indicato da Gesù se si rimane in una condizione di indifferenza alle cose sacre, di superficialità su ciò che è di gran lunga più importante nella vita, come l’adorazione di Gesù per ricevere Grazia e aiuti nei pericoli e nelle sofferenze.

Ci sono poi i Sacerdoti dediti completamente alla missione assegnata dallo Spirito Santo, Sacerdoti preparati e dimentichi delle loro necessità per edificare il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Non sono molti  questi Sacerdoti che si rinnegano per rimanere pienamente fedeli al Vangelo, sicuramente sono costruttori di quanto viene demolito dagli altri modernisti/protestanti.

I buoni Sacerdoti trasmettono il perdono e la bontà di Gesù, come potete vedere in quei parroci premurosi e fedeli al Vangelo che non apportano alcuna manipolazione, inoltre ci sono tanti laici davvero mossi dalla Grazia di Dio, preoccupati della sorte della Chiesa, della salvezza eterna dei loro familiari, dei loro amici e di tanti conoscenti. E compiono l’apostolato della parola, parlano di Gesù con tutti.

Pregano molto per la conversione dei peccatori ed offrono alla Madonna Corone di Rosario, penitenze e tutte le opere che compiono.

Tanti peccatori incontrano questi buoni laici e intravedono spiragli di speranza e di luce. Spesso anche inconsapevolmente questi buoni laici aiutano tanti a ritornare a Gesù anche quando non parlano di Gesù. È la loro vita a suscitare il fervore nei peccatori, è la Grazia di Dio che opera in loro e tocca l’intelletto dei peccatori, mostra ad essi la bellezza di Dio e la sua bontà.

Altri cattolici che non compiono apostolato per far conoscere Gesù, non Lo amano, vogliono rimanere liberi di agire con egoismo e orgoglio.

Con questa newsletter è sempre stata mia intenzione formare decine di migliaia di parrocchiani virtuali, nella Fede autentica del Magistero della Chiesa, nella sana dottrina che ritroviamo interamente nel Catechismo del 1992, nel Vangelo storico che hanno seguito tutti i Santi.

Nella festa del mistico carmelitano San Giovanni della Croce, che tanto bene ha arrecato con i suoi ispirati scritti, vi presento una breve sintesi della sua spiritualità dello studioso Mario Scudu. Questo scritto è una parafrasi della eccezionale ispirazione divina accolta dal Santo, durante i nove mesi di prigionia in un convento carmelitano, per convincerlo a desistere dalla vita penitente e da un fervore che i rilassati vedevano come “inopportuno”.

«Per Giovanni della Croce l’uomo è essenzialmente un essere in cammino, in perenne ricerca: di Dio naturalmente, essendo stato fatto da Lui e per Lui. Questo ritorno verso Dio egli lo immagina come la salita di una montagna, il Monte Carmelo, che rappresenta simbolicamente la vetta mistica, cioè Dio stesso nel suo amore e nella sua gloria. Per arrivare alla meta che è l’unione d’amore trasformante con Dio (o santità cristiana) l’uomo deve affrontare con coraggio e pazienza le due fasi o tappe, della educazione dei sensi (notte dei sensi) e del rinnovamento del proprio spirito (notte dello spirito) ambedue esperienze misteriose e dolorose di spoliazione interiore.

Con la notte dei sensi (attraverso un duro ed esigente impegno ascetico) l’anima si libera dall’attaccamento disordinato catturante e spiritualmente paralizzante delle cose sensibili, dal modo di giudicare e di scegliere basati sul proprio egoismo e sul proprio interesse immediato, sull’utilitarismo quotidiano nei rapporti interpersonali, sulle comodità di ogni genere e sull’abbondanza superba e gaudente. L’uomo dei sensi e quello totalmente prigioniero di un’unica prospettiva, quella terrena, difficilmente capirà le esigenze di Dio e del Vangelo.

Con la notte dello spirito invece ci si affranca dalle false certezze e dai falsi assoluti della propria intelligenza, affidandosi così totalmente e liberamente a Dio, attraverso l’esercizio delle virtù teologali, quali la fede e la speranza in Cristo, e la carità verso Dio e il prossimo. Si tratta del passaggio doloroso e lungo tanto che può durare tutta la vita dall’uomo “vecchio” all’uomo “nuovo”, da quello “terreno” a quello “spirituale”, da quello mosso dall’egoismo (la carne) a quello sospinto e motivato dallo Spirito, di cui parla San Paolo: un morire per rinascere in Cristo».

Mattia Branco

Ho diretto, ho collaborato con periodici locali e riviste professionali. Ho condotto per nove anni uno spazio televisivo nel programma "Anja Show".

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